Diversamente Gay? Donna? Straniero? T’ammazzo a suon di botte

Si può vivere Diversa(M)ente?
In una sola giornata italiana, quella dell’11 settembre 2009, “comodamente da casa” si può apprendere che è successo a Firenze “Un ragazzo di 26 anni, nella notte tra il 9 e 10 settembre, poche ore dopo il presidio-fiaccolata unitario sui ponti fiorentini contro l’omo-transfobia, è stato pestato a sangue da due italiani in piazza Salvemini, mentre rientrava a casa dopo una serata trascorsa in un locale gay fiorentino”
Poi è la volta nei dintorni di Pavia: ” Ennesimo episodio omofobo ai danni di una coppia gay nell’ Oltrepò Pavese: un gruppo di ragazzi ha lanciato delle uova contro la loro casa. Cosi’ Fermo Lardini, 58 anni, collaboratore scolastico, e Luca Ceppi, di 48, in pensione per motivi di salute, hanno presentato una denuncia ai carabinieri. ‘Se le angherie proseguiranno – raccontano sulla ‘Provincia Pavese’ – dovremo cambiare residenza’. Sdrammatizza il sindaco: ‘La situazione non e’ grave. Mornico Losana non è un paese omofobo.”
Ma riconsoliamoci, succede anche a Parigi: ” Sono entrati nel nuovo appartamento di una coppia di gay, li hanno insultati, minacciati, poi legati e cosparsi di soda caustica. E’ successo a Melun, banlieue sud-est di Parigi, a una coppia di omossessuali di 27 e 40 anni che ora soffrono di gravi bruciature. Gli sconosciuti vestiti di nero hanno prima minacciato la coppia con una pistola Taser a impulsi elettrici, poi hanno legato le vittime e hanno versato su di loro un prodotto a base di acido per sturare i condotti idraulici”.
Quando a Roma, a San Giovanni “Piovvero bombe carta e non fecero rumore” ero beatamente a Praga, fuori con corpo e cervello da questo Stivale, sempre più trend con la punta e sempre più militare per il passo greve. Ma mi avevano scritto, pregato di dire una parola certe diverse e diversi, l’avevano già fatto anche loro come Peter Boom, tanto per dire, nulla di intentato. E così la notizia già vecchia, presumibilmente imbellettata da nuove nei prossimi giorni, forse ore, la divulgo come mi era arrivata e ritornata, da una cara giovane amica cantautrice, Giulia Anania. Quasi un appello una proposta un pentagramma straniato e personale a parole…su quel rapido secco infinito refrain Ti ammazzo di botte. Ma Giulia, tante e tanti come lei non aspettano la notte, vivono anche di giorno e si lanciano un messaggio come questo arrivatomi stamattina insieme all’altro: “Oggi suono insieme a Marta Venturini e al caro Max Trani alla convention internazionale di giocoleria che si svolgerà alla Torre in via Bertero 13 zona Casal De Pazzi, Rebibbia o giù di lì. Prima del nostro concerto ci sarà uno spettacolo sotto al carcere… poi noi vi intratterremo con una pioggia di canzoni romantiche mentre vi serviranno un aperitivo biologico e proletario prima dell’inizio del gran galà di giocoleria che durerà fino a notte fonda. Il concerto inizierà alle 19.30 circa, due ore di musica pura e acusticamorosa. Per vedere come si arriva:http://convention.csalatorre.net/info/come-si-arriva/ Se venite sarò felicissima, anche se non fate in tempo per il concerto la convention stramerita: Artisti di strada, giocolieri, acrobati provenienti da ogni dove. Un circo folle di corpi liberi e liberati. Ce lo godiamo insieme”.
La violenza è in cammino, in rapida discesa e, Diversamente, noi si va per una selva oscura e in salita…Un Surplus di botte e pugni, fino a morirne se non reagiamo, come in un film documentario alla Erik Gandini.
Poi ditemi se riguarda solo chi si trova nel Diversamente: only you? Solo tu solo io solo noi solo voi solo loro?

Doriana Goracci

Piovono bombe carta e non fanno rumore.
Quello che mi fà paura è quello che non succede. La gente è tornata a riempire le città, i telegiornali a parlare di qualche film in uscita e dell’influenza dei porci, i palchi ad essere calpestati da artisti stanchi e afoni – sovvenzionati dalle istituzioni si abboffano prima del letargo invernale. Il brusio del Pigneto, di San Lollo, Garbatella, delle università e di Trastevere, se poi presti attenzione è solo un suono privo di parole.
L’arte scivola dalle mani, Roma è la città di sempre con i discorsi indignati negli spazi chiusi, le rivolte a bassa voce, le liti di partiti e tra le associazioni e centri sociali, tra chi è più o meno compagno, tra chi di politica non ne vuole sentir parlare e chi la fà solo verbalmente e si incarta sulle parole.
L’azione ha sempre cambiato la storia, non il pensiero.
Anche quando le cose ci scoppiano tra le mani non sentiamo più il rumore.
Tutto ci sta crepando intorno, ci danno pane per mangiare (chi più chi meno) e ci tolgono lo sguardo.
Cosa può succedere ancora?
Quali altre provocazioni?
Io non ce la faccio più.
Dei preti, di Berlusconi, di quelli del pd di cui manco mi ricordo il nome, delle donne che sono disposte a tutto e delle femministe che mangiano sushi e stanno zitte, del neonazismo ultrà quanto delle arrese, di gay che sanno unirsi solo per divertirsi e son i primi testimonial di questa cultura volgare e mediasettiana.
Se chiami un posto gayvillage e ancora usi la parola gay è chiaro che non fai niente per allontanarti dal concetto di normale e diverso.Quella parola forse la usi per fare soldi per richiamare gente, roba da pr.
I vertici delle associazioni litigano tra di loro e si arricchiscono.
I pischelli che ci lavorano e ci buttano dentro l’anima non se ne accorgono dei loro giochi?
A quelli cosa li spaventa di più? Che a Roma c’è d’aver paura se cammini nella mano con il tuo amore o che la gente per paura non vada più a consumare nelle loro festicciole prive di contenuti?
Per favore non lasciamo cadere quest’ attacco, usiamo la loro violenza e la loro volgarità per rialzarci, per unirci di nuovo, per provare rabbia e ricordarci come si piange.
Basta namo famo, basta Roma nord , sud est, ovest, le feste, gli special guest dj, gli aperitivi, performace, le stronzate..
Uniamoci ogni sera, parliamo, commentiamo, cerchiamo una via d’uscita, offendiamoli, urliamogli in faccia ai preti , ai politici, alle associazioni.
Facciamoci venire idee per farci sentire.
Ogni giorno e ogni notte.
Se no abbiamo perso.
Giulia

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