Sono dunque stata una testimone partecipe e una dei quindici milioni di turisti che visitano ogni anno Praga,78.886 kmq, poco di più di dieci milioni di persone in tutto il Paese, che parlano la lingua ceca. Il crogiolo di case dai tetti rossi, pinnacoli e stili è oggi un mondo in cui il 40% si dichiara ateo, l’altro 40% cattolico, e un 20% se lo contendono protestanti e altre religioni. Non ha sbocchi sul mare. Da godere camminando, increduli che tutto è rimasto illeso dai bombardamenti, si apprezza da fuori ed entrando nelle strade e nei vicoli. Mi sono rifiutata di pagare un biglietto per entrare in chiese e sinagoghe, nonchè cimiteri israelitici, con soste al massimo di 20 minuti. Ho camminato lungo il fiume Moldava, in ceco Vltava, dove si danno convegno amici di tutte le età con uno sgabello e un pacchetto con dentro cibo e da bere. Risento adesso mentre scrivo, Rozeta, una chitarrista di musica medievale, seduta in un parco, piccola elegante signora di Brno, con quasi 400.000 abitanti, e ricordavo certe tarantelle del ‘600…
L’euro circola, circolano tutti, non ho visto militari, polizia e ronde, neanche davanti al Senato, di certo più poveri di noi, di certo non strillano, non schiamazzano, non si chiamano e non si celebrano: non ho avvertito nessuna violenza neanche verbale. Tanti e intraducibili graffiti e writers sui muri e i tram di Praga, quella nuova e periferica: ognuno può tradurli come crede.
L’ ho sentita tutta l’aria pesante, alla partenza e al rientro, nella cloaca romana del traffico, della sporcizia, dei richiami volgari, del buttare a terra tutto, pestando rifiuti ed escrementi. La gentilezza e la discrezione come l’onestà semplice e non dichiarata, popolari, le ho lasciate nelle vie della città Vecchia e Nuova, sulle migliaia di panchine, su un tram…L’irreale, la magica Praga, quella notturna, mi è sembrata tale solo perchè si cammina, perchè è un’isola che ti accoglie e non ti respingono le lamiere e la cialtroneria del commercio, come a Mala Strana, la “Parte piccola” che compone la città, fatta di nuovo e di vecchio.
Non mi sono divertita a Praga, nell’accezione comune, non ho sgranato gli occhi di fronte a spettacoli e negozi, luci e suoni…Sono stata quieta, in pace con me stessa e con l’ambiente intorno, ho preso decine di mezzi pubblici, compresi i tram che arrivano veloci in qualunque periferia. Ho potuto mettere gambe e piedi in una fontana con l’acqua fresca, sdraiarmi in un parco senza temere alcunchè, fermarmi per “consumare” una pietanza o bere , senza timore di dare fondo al portafoglio: niente di magico, di misterioso come tanto si è scritto, solo di umano e civile.
In compenso hanno anche loro un personaggio come il nostro, dal nome fiabesco ,Topolanek: spero non li abbrutisca, non li ecciti come in una scadente pellicola americana, lui è il presidente dell’ Unione europea.
Sono andata e tornata con una compagnia low- coast, un volo economico, a basso costo: non era SkyEurope. E’ fallita.
Si attendono i rimborsi…si attende l’autunno, si attende sempre quì in Italia, la Madonna, un santo, un condottiero, un patron, un padrone. Che ci liberi e ci protegga qualcuno, a partire da noi stessi. Dobbiamo ancora apprendere l’arte della fuga, ma anche quella di sostare e ascoltare altra musica. Forse come dice Klaus Werner-Lobo “stiamo solo cominciando a giocherellarci con il web”, come sto facendo io, tentando di diventare un clown politico, fare “humour per irritare il potere. Che è basato sulla paura, e non c’è arma migliore contro la paura che riderle addosso“.
Un tentativo di fare il punto, fosse un G20, un breve viaggio low-coast, con molta troppa malinconia, all’ andata e sopratutto al ritorno. Dalla Parte piccola.
Doriana Goracci
Angelo Maria Ripellino
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