“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre” (Isaia)
di Filippo Giannini
Questa lettera-articolo è indirizzato al Sindaco di Predappio, Signor Giorgio Frassineti del Partito Democratico (Democratico?). Il lettore più attento e paziente comprenderà il motivo di questa mia nuova iniziativa, per gli alti riassumerò i motivi. Alcune settimane fa inviai al periodico “Il Popolo d’Italia” un articolo dal titolo “Il nostro Cinquecento Diece e Cinque”, con il quale chiedevo al Signor Frassineti, che si era lamentato per alcune manifestazioni un po’ troppo folcroristiche dei nostalgici del Duce, di promuovere un processo a Benito Mussolini. Dato che nell’articolo avevo riportato le testimonianze e i giudizi, su quell’uomo, di Silvio Bertoldi e di Francesco Malgari, giudizi decisamente negativi e, dall’altra parte i pareri della Signora Maria Vezzi, di Pio XII e di Paul Gentizon, tutti giudizi più che positivi, di conseguenza avevo scritto:
Questa Repubblica è nata dal sangue di decine di migliaia di innocenti e poggia su decine di migliaia di atti di ingiustizia. Una prova semplice ce la fornisce il già citato Massimo D’Alema, con la sua frase sopra citata, e cioè che sarebbe stato più giusto processare Mussolini prima di ucciderlo. E’ una asserzione che avrebbe fatto insorgere Cesare Beccaria. Questi condannava il comportamento delittuoso e vendicativo della società. Beccaria stesso si meraviglierebbe di come sia possibile che un esponente di primo piano di questa società, come lo è Massimo D’Alema, non insorga lui stesso a pretendere quanto il sottoscritto propone: un sereno giudizio, anche se post-mortem di un assassinato.
In un successivo articolo, “Processo a Mussolini”, scrivevo: <(…). Dalle risposte ricevute in merito al precedente articolo, l’incentivo di andare avanti su questa proposta, risulta che l’interesse di molti italiani – e non solo italiani – è vivo; e non si tratta di persone schierate su questo o su quel versante politico. L’onestà e lo scrupolo morale stimolino, dunque, la Giustizia a prendere posizione e a fare quel che sarebbe stato giusto fare alcuni decenni fa: una operazione che doveva essere posta in atto soprattutto da parte dei discendenti del dittatore. Evidentemente era un intervento ritenuto politicamente non corretto>.
Successivamente, in un nuovo articolo “Imputato Mussolini Benito, si alzi”, scrivevo fra l’altro:
E allora, Signor Sindaco di Predappio e Signori accusatori, chiedo un atto di onestà. Qualora fosse necessario, siamo “Noi” a suggerire gli atti d’accusa: 1) le violenze perpetrate dagli squadristi nell’immediato primo dopoguerra; 2) delitti commessi a danno di antifascisti, su mandato di Mussolini; 3) instaurazione della dittatura; 4) guerra di aggressione all’Etiopia; 5) interferenza militare nella guerra civile spagnola; 6) leggi razziali; 7) alleanza con il nazionalsocialismo; 8) dichiarazione di guerra alle democrazie; 9) costituzione della Repubblica di Salò (così la chiamate, vero?); 10) causa, conseguenze e drammi della guerra civile.
Come vede, Signor Sindaco, ce n’è a volontà per condannare, in partenza, l’imputato. Inoltre l’accusa può avere l’assistenza, non davvero da scartare, dei vari Augias con la sua trasmissione Enigma e La storia siamo noi (trasmissione veramente comica se non riguardasse avvenimenti di alta drammaticità), e tutta Rai/3. E concludo, in merito a quest’ultimo richiamo, che i vari Augias e storici che si cimentano sul piccolo schermo a raccontare favole, che di storico hanno meno di nulla, ebbene, questi personaggi sono lautamente pagati anche con il contributo del sottoscritto. Ed è, quindi, il sottoscritto che chiede giustizia anche per se stesso.