E’  ORA DI TORNARE COME PRIMA, MA DIVERSI…E FORSE PIU’ ONESTI !

Il titolo sarebbe già esaustivo per recepire subito quanto vado scrivendo, tuttavia, e non lo dico certo nello spirito del “repetita iuvant”, ho la sensazione che  – al di là di quella tanta gente che ci ha lasciati per sempre  ed alla quale va il nostro affettuoso rispetto non disgiunto da una preghiera –   l’evento traumatico che ci ha colpito nella misura di così vaste proporzioni e, soprattutto in maniera tanto singolare quanto inaspettata, non può non essere servito a qualcosa.  E ciò, per tutte le fasce sociali.

Innanzitutto penso che il “cervello” di quei quattro “matti” che sin qui hanno fatto l’alto ed il basso, quasi ad libitum, sulle sorti della terra comune che, secondo alcuni passi della Bibbia, ci è stata offerta senza alcun… canone di affitto, stiano mettendo a punto qualche sensore volto a cambiare registro mentale ed operativo. Se così non fosse, saremmo tutti autorizzati a chiamarli matti per davvero, nella vera accezione della parola, atteso che, rispetto a quanto è successo e sta ancora succedendo, la Metamorfosi Kafkiana, ripeto se così non fosse,  potrebbe accostarsi alla storiella di Cappuccetto Rosso…

Detti “matti” infatti, con i loro cervelli auspicabilmente in via di assestamento verso una certa normalità, si trovano per la prima volta non ad affrontare e combattere interessi politico-economici,  ma a proteggere la loro stessa esistenza, dopo aver capito, sia pur con molto ritardo,  quale è la realtà planetaria.  Insomma, e la butto lì come ognuno di noi ogni tanto fa in momenti di apatia civica, anche loro dovranno pur sentirsi “rotti”  in determinate parti anatomiche…al punto da darsi una regolata.  Ingenuità o potenzialmente qualcosa di attendibile ?

Abbiamo mai riflettuto sui fiumi di miliardi di euro, di dollari, di rubli ecc. che oggi stanno allagando il mondo a causa della pandemia, circolazione di ricchezza  che, ove fosse stata messa in circolo prima della pandemia, avrebbe forse raddrizzato le varie economie ? Queste risorse  potevano  essere immesse sui mercati per investire e quindi creare lavoro ? E ciò, prima che la pandemia ci obbligasse a farlo, purtroppo per altri motivi ?   E’ senno di poi questo, o senno di…senno…!!!

Parlando delle cose di casa nostra, e mi riferisco all’Europa, da parecchie settimane non si fa altro che parlare di  “ mes sì mes no “,  forse ancora in preda a quella “droga politica” che continua a produrre allucinazioni nazional-sovraniste, quando si sa aprioristicamente che, oggi, giovedì 23 aprile 2020, ore 11, a meno di un’altra pandemia, presso EU si troverà un accordo sul da farsi, accorpando mes per la parte sanitaria ed uno strumento chiamato Recovery Fund  per aiutare l’economia, cosa che io, da povero Cristo che non frequenta i Palazzi  UE, e nemmeno quelli romani, dice già da circa due mesi ? E ciò, dopo essere stato criticato e contrariato dai tanti, forse troppi, soloni della non politica ? Anche rimettendoci la faccia ?

L’altro giorno, ironicamente e con le mani al posto giusto per gli scongiuri, aggiungendo che tutto il mal non vien per nuocere,  ho ringraziato il…coronavirus in quanto, se non siamo cretini del tutto, esso dovrà giocoforza riassettare i nostri sensori cerebrali allo scopo di farli funzionare in maniera completamente difforme rispetto a quanto hanno fatto finora. Altra via, almeno a mio avviso, non ci sarà.

Per intanto, ho la sensazione che, più per paura che per quella ingorda razionalità che sin qui ci ha accompagnati, comunque meglio di niente  anche accettando quest’ultima opzione, si stia  imboccando la strada di un maggior senso civico, di un rispetto necessario fra persone di qualsiasi ordine grado, di una maggiore distribuzione della ricchezza sin qui accumulata in mano di pochi, di un minimo di serenità sociale che permetta di uscire tranquilli di giorno o di sera come succedeva alcuni decenni or sono…

Concettualizzando in forzata sintesi il titolo, c’è pertanto da augurarsi che, nell’arco di pochi mesi, il mondo cambi quasi a 360 gradi, rispolverando parole che da troppo tempo sono state messe in polverosi archivi, come l’esigenza assoluta di una certa equità sociale,  non disgiunta da altra parola chiave per la quale, di questi tempi, ove essa avesse a fare timido capolino, dovremmo urlare al …miracolo, trattandosi  di umanità…

 Arnaldo De Porti

(Belluno-Feltre)

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