GOVERNO, TREMONTI E LOBBY DEL SUD

Come deputato “nordista” del PDL ho assistito preoccupato a certe posizioni governative sulla “questione meridionale”. Credo infatti che sia sciocco affrontare il problema senza dare contestualmente una informazione corretta e completa a tutti i cittadini su cosa sia oggi il fenomeno dell’evasione fiscale in Italia. C’è poco da fare, l’Italia non è tutta uguale e se non c’è dubbio che le potenti lobby territoriali condizionino da sempre i governi, credo che sia ora di assumerci ciascuno le proprie responsabilità. Tremonti dovrebbe per esempio cominciare a far pubblicare i dati sull’evasione non generalizzando per categoria ma divisi per provincia e molte polemiche si chiuderebbero da sole. Se il 93,3% dei contribuenti evade l’IRAP in Calabria (il 13% in Lombardia) perché non dirlo a chiare lettere, ma anche esprimere così un giudizio e un bilancio obbiettivo sulle attività, l’organizzazione e la produttività delle sedi locali dell’Agenzia delle Entrate, così come della Guardia di Finanza? Come può questa regione chiedere soldi se non fa applicare le leggi e incassare le imposte che le spettano dai propri cittadini ? Non credo che nella mia zona – salvo casi sporadici – vi sia obbiettivamente una grande evasione fiscale, anche per controlli accurati e vedo che gli studi di settore funzionano, e i funzionari sono attenti, preparati, giustamente motivati a recuperare al fisco potenziali evasori. Ma avviene ovunque così? Cerchiamo di conoscere finalmente (giacciono inevase numerose mie interrogazioni parlamentari in argomento) quanti accertamenti si fanno in ogni regione italiana in proporzione al numero degli abitanti, dei contribuenti e soprattutto quali siano i loro risultati. Per esempio i già citati “studi di settore”: ma si applicano o meno in Calabria rispetto a come vengono imposti in Piemonte? Il Ministro Tremonti risponda nel dettaglio, scoperchi la pentola e se salterà fuori – come credo – che questo invece non avviene vedrà che tre quarti d’Italia saranno con lui, soprattutto se poi comunicherà quanti accertamenti vanno effettivamente a buon fine in certe regioni rispetto alle altre, quanti siano i concordati fiscali e quante ammende vengano poi alla fine effettivamente pagate o meno all’Erario. Credo che prima di lamentarsi per i FAS (fondi per azioni strutturali) certe amministrazioni regionali dovrebbero dar conto dei catastrofici risultati dei fondi comunitari rapinati e dell’infinito elenco di opere pubbliche incompiute. Dove erano i controllori della Regione Sicilia mentre – in trent’anni e con un costo finale di 20 volte il preventivo – veniva costruito e collaudato l’ospedale di Agrigento con il cemento fatto di sabbia? Un esempio tra mille, ma chi si comporta bene – al nord come al sud – deve avere vantaggi e non essere sbeffeggiato, come quei comuni virtuosi che hanno osservato la legge e adesso si vedono limitati negli accessi ai finanziamenti e nella libertà di investire i propri soldi per i loro cittadini. Ha insomma veramente titoli la Regione Sicilia per pretendere altri miliardi di euro? Certo che le lobby pesano e i voti pure, ma intanto una corretta e più completa informazione fiscale darebbe più forza al governo per contenere certi appetiti e – senza cadere in sciocchezze – si pretenda e si ottenga un serio federalismo fiscale che – prima di tutto – è segno di impegno e corresponsabilità.

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