Ddl Sicurezza: provvedimento crominogeno e crudele
Intervento della senatrice Donatella Poretti, Radicali – Pd
Inizia oggi al Senato la terza lettura del provvedimento sulla sicurezza il cui iter parlamentare e' iniziato un anno fa. Il disegno di legge introduce nuovi reati (clandestinita'), aggravamenti di pene e indurimento del carcere duro per i mafiosi (dimezzare le ore d'aria per i detenuti in 41bis), interventi di sicurezza fai da te, come le ronde, misure meramente punitive come il prolungamento della detenzione nei Cie, norme con conseguenze gravi soprattutto per i minori che rischiano di nascere in Italia senza che la loro esistenza risulti in alcun atto, emarginati che dipenderanno dalla discrezionalita' dei funzionari dell'anagrafe per il rilascio delle autorizzazioni. Un intervento criminogeno che non governa i fenomeni, ma che crea criminalita', che vede nella repressione la soluzione di fenomeni sociali, di emarginazione, di poverta' e di origine diversa.
Con l'introduzione del reato di clandestinita', collegato alla normativa in vigore e agli articoli del codice penale, le conseguenze saranno le più drammatiche e le piu' crudeli. Infatti, gli art. 361 e 362 prevedono che i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio (scuola, sanita', anagrafe…) debbano denunciare alle autorita' i reati di cui abbiano notizia nell'esercizio delle loro funzioni.
A fronte della politica criminogena proposta dal Governo, l'Italia vive nell'ipocrisia di un welfare e di uno Stato sociale che si fonda su badanti, colf e baby sitter illegali e clandestine solo perche' il nostro Paese non rilascia i nullaosta per persone di cui conosce tutto: nome e residenza del datore di lavoro, nome e luogo di lavoro dell'immigrato! Delle oltre 740 mila richieste del 2007 solo 170 sono andate a buon fine, le altre aspettano ancora l'emanazione di nuovi decreti flussi.
Le misure pragmatiche razionali, si scontrano con le ideologie e producono misure di una gravita' e di una crudelta' inaudita.
Come delegazione radicale ci opponiamo con tutte le misure parlamentari a nostra disposizione (pregiudiziali di costituzionalita', emendamenti e ordini del giorno) (1). A nulla varra' se poi il Governo non avra' fiducia nella sua maggioranza, ma gliela estorcera' chiamando per nome uno ad uno i suoi senatori a dire si' con lo strumento della fiducia.