Caso Carlo Parlanti – Katia Anedda e l’ostruzionismo riscontrato negli USA

Qui di seguito il reseconto esteso di ciò che Katia Anedda ha dovuto
affrontare nelle ultime settimane per denunciare i crimini contro un
nostro concittadino.

Troppo silenzio per gli innocenti in prigione.

Di casi se ne incontrano tanti sulla rete. Sulla stampa… nulla. I
casi che arrivano in televisione tendono a parlare delle condizioni di
vita, quando accade, della storia personale di un connazionale
recluso, ma non parlano mai del primo diritto che non deve essere
violato: quella della presunzione di innocenza e il diritto ad un
giusto processo.

Il sistema detentivo della California e’ stato giudicato dalla corte
federale USA, anticostituzionale ed inumano. Ad Avenal, citta’ della
California, si trova uno dei carceri piu’ sovraffollati e, quando alla
pena si aggiungono la mancanza di cure mediche ed i soprusi da parte
delle guardie carceriere, la vita diventa insostenibile. Se poi
quella prigione e’ abitata da qualche innocente, 9 anni di detenzione
rischiano di diventare la pena capitale. In queste critiche condizioni
c’e’ un cittadino Italiano, Carlo Parlanti, difeso e sostenuto da
migliaia di persone che dopo aver letto la documentazione del processo
cerca in qualsiasi modo di aiutarlo. Sostenuto dall’associazione
italiana “Prigionieri del Silenzio”, prima e unica con lo scopo di
aiutare i cittadini italiani detenuti all’estero, e che per il suo
“scomodo” caso non si risparmia nel cercare di far dichiarare la
evidente e incontestabile innocenza del concittadino.

Il presidente di Prigionieri del Silenzio, Katia Anedda, e’ in questi
giorni negli USA, con un preciso scopo: quello di denunciare i soprusi
a livello detentivo e quello di denunciare i crimini perpetrati nei
confronti di Carlo Parlanti, in sede di processo, prima del processo
ed a seguito del processo.

Aiutata dallo staff di Prigionieri del Silenzio pronto a qualsiasi ora
e momento a dare sostegno, sta girando in lungo e largo la California,
ottenendo dei discreti risultati, anche grazie all’interessamento del
gruppo di CICERO e dei diversi sostenitori di Carlo Parlanti,
supportata dai consolati del posto. Vi riportiamo i piu’ importanti :

Nell’incontro con Il PM di Ventura, Gilbert Romero:

Romero ammette, in una conversazione registrata e autorizzata, di aver
nascosto prove alla Germania, seppur richieste, giustificando che non
era tenuto ad inviarle. Quello che sembrerebbe lui faccia finta di
non capire e’ che la Germania aveva richiesto ulteriori prove, e la
contea di Ventura, non ha risposto. Un solo rapporto generico è stato
inviato, lo stesso mandato con la richiesta di estradizione, che in
realta’ e’ una terza parte dell’originale depositato, nascondendo
inoltre che vi fossero foto della presunta vittima, registrazioni e
foto della casa, tutte prove che avrebbero permesso al Parlanti un
piu’ efficace ricorso alla corte Europea ed sicuramente evitato un
estradizione ingiusta.

In quanto alle prove false presentate nel corso del processo, (in
particolare le foto che vengono contestate da anni e di cui e’
esistente un rapporto forensico), il PM, che in realta’ prima di
emettere un mandato di cattura dovrebbe accertare estremi di
colpevolezza, risponde che “ nessuno ha mai chiesto l’analisi delle
foto. Errato: dal momento in cui, dopo tre anni dalla denuncia,
miracolosamente quelle foto sono apparse, il Parlanti ha chiesto
insistentemente un analisi di esse, e mentre l’avvocato difensore ha
sempre dichiarato “non ho intenzione di dimostrare cio’ che e’
evidente”, il PM sembra aver dimenticato che proporre ad una corte di
giustizia delle prove false sia un reato. “MI sono basato sulle sue
parole”, riferendosi alla presunta vittima, una donna, che viene
ricordato nel colloquio, era affetta da “disturbi psicologici”.

La risposta del pm è stata la seguente. “Era passato molto tempo, non
c’erano problemi, nel 2002 sulla sua capacita’ mentale e psicologica”.
Come fa a saperlo se non haeseguito delle indagini per accertarsene?
Quando gli viene ricordato che le foto che dovevano essere state
scattate con una stessa macchina fotografica e sviluppate nello stesso
posto, hanno una dimensione diversa il PM ribatte semplicemente:
“l’avvocato della difesa aveva tutte le foto se voleva sollevare il
caso lo avrebbe potuto fare…”

Il succo della conversazione risiede però nel fatto che il PM ha
ammesso che se vi sono evidenze di prove false, vi sono dei crimini
e come tali devono essere denunciati, ma all'ufficio dello sceriffo di
contea.

Katia Anedda, il venerdi seguente si e’ recata dallo sceriffo di
Ventura, il quale si e’ rifiutato di accettare le denunce e si e’
rifiutato di rilasciare certificazione di tale riufiuto. Le denunce
sono quindi state riportate all’ufficio dell DA, ricevute dal
detective Mr. Eric e saranno valutate dal supervisor Tony Wolp.

A breve verranno pubblicati gli estratti della conversazione.

Dopo vari incontri con universita’ e studiosi delle false accuse e
convenuto alcuni studi universitari sul caso, Katia Anedda si e’
recata al nord della California e nello specifico:

– Martedi 16 Giugno all’ufficio dell’Attorney General dove
l’assistente del procuratore generale, non ha voluto accettare delle
denunce, dichiarando che loro devono difendere il DA. (il nostro PM.)
Quando le e’ stata fatta la precisa domanda se un Attorney General
puo’ non preoccuparsi di reati commessi da un DA, ha risposto che e’
proprio cosi, si e’ rifiutata di dare il nome ed e’ andata via.In
seguito l’ufficiale in reception ha permesso la ricezione dellle
denunce corredate dalle relazioni mediche e criminologiche e la
compilazione di un complaint di richiesta di investigazione per
misconduct della contea di Ventura (Corte e DA).

il giorno dopo alla polizia di San Francisco e’ stato fatto un
rapporto sul comportamento della donna proveniente dall’ufficio
dell’Attorney General e il suo rifiuto ad accettare delle denunce di
loro competenza.

Le denunce sui crimini perpetrati ai danni di Carlo Parlanti sono
state accettata della procura di Monterey, citta’ dove il medico e la
signora Lavagnino hanno residenza.

C’e’ ancora una settimana e mezza di tempo per far svegliare i
dormienti che non hanno presente che i diritti umani devono essere
salvaguardati. Katia e Prigionieri del Silenzio, si augurano di avere
il sostegno anche dei nostri media nel prossimo incontro con il PM di
Ventura e con l’FBI.

A breve ulteriori aggiornamenti.

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