di Ciro Migliore
Si è fatta una gran cagnara, questa settimana, sul fatto che il vice ministro degli esteri Franco Danieli abbia dedicato una mezza giornata del suo viaggio in Sud Africa al Kruger Park. Manco fosse andato a caccia di prostitute o peggio. Perché mai un uomo di governo non dovrebbe sentire il fascino dell’Africa dei grandi felini, degli elefanti e delle giraffe, dei rinoceronti e dei kudu? Ci sorprenderebbe il contrario. Milioni di persone ogni anno attraversano gli oceani per visitare il Kruger Park e le altre destinazioni turistiche sudafricane. Perché non il vice ministro Danieli?
Ha anteposto i leoni alla comunità, è stato detto. Ha mancato un appuntamento importante. Non è vero. Io sapevo, come tanti altri, della parentesi turistica, prima del suo arrivo in Sud Africa. Non è stata un capriccio dell’ultimo momento che avrebbe costretto a modificare i programmi. Il viaggio, per quello che ne so, era stato programmato così. Se qualche appuntamento è saltato non è stato certamente per colpa dei leoni o degli elefanti. E la comunità è tutt’altro che risentita nei confronti del vice ministro.
La verità è un’altra. La verità è che Danieli è stato vittima di una canagliata politica, di un episodio di giornalismo spazzatura, di sciacallaggio giornalistico, per restare nel mondo degli animali. Gli hanno teso un’imboscata, proprio perché probabilmente, come me, conoscevano il programma, che non era segreto, sapevano cosa avrebbe fatto. Lo hanno atteso al varco, lo hanno fotografato e poi hanno costruito la storia dello sgarbo a questa o quella parte della comunità. Una giornalista, su istruzioni del suo direttore, è arrivata al punto di far finta di intervistare per telefono il presidente della Dante Alighieri di Johannesburg, Gaetano Giudice, sulle attività del suo ente, pur di avere la possibilità di mettergli in bocca parole che non ha mai pronunciato. Il presidente della Dante Alighieri non aveva mai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale della visita che Danieli avrebbe dovuto fare alla sede della sua organizzazione e che sarebbe stata cancellata a tempo scaduto. L’episodio è stato evidentemente creato a posteriori per metterlo in difficoltà.
A Danieli va la gratitudine degli italiani tutti del Sud Africa per aver trovato il tempo di andare a Zonderwater per la celebrazione del 4 novembre e per aver voluto incontrare anche la comunità del Capo. Noi non siamo del suo partito, né di alcun altro partito, ma gli siamo grati per essere venuto a parlarci francamente, per averci ascoltato con pazienza e attenzione, per non aver fatto promesse elettorali e demagogia a basso prezzo. Gli siamo grati anche per il fatto che gli piaccia questo paese. Danieli non è stato il primo e non sarà l’ultimo politico italiano a farsi tentare dallo splendore della natura africana. E noi lo ringraziamo per questo, gliene siamo grati, perché siamo fieri della bellezza del Sud Africa quanto lo siamo di quella italiana. Ci auguriamo che i politici sudafricani, andando in Italia, trovino il tempo di fare una scappata a Firenze o a Venezia, ad Assisi o a Cremona, tanto per fare dei nomi. Così come ci auguriamo che anche in futuro i ministri, vice ministri, deputati o giornalisti italiani che verranno in Sud Africa insistano per dedicare una giornata anche al Kruger Park o alla laguna di Santa Lucia o al Capo di Buona Speranza. E ci auguriamo soprattutto che gli avversari politici non ricorrano a mezzi sleali per segnare punti. Episodi come questo non sono degni di un paese civile e democratico, nel quale gli avversari si dovrebbero combattere con la forza delle proprie idee, non con la vigliacca manipolazione della verità o addirittura con la fabbricazione di finte verità. (La Gazzetta del Sid Africa)