La mostra, organizzata dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires.
Se i codex sono comunemente definiti come manoscritti, spesso essi assumono una valenza più ampia, quella di opera, mantenendo la caratteristica di manufatto, ovvero il suo essere lavorato da un genio creativo: quello italiano. La tradizione dell’arte libraria è una eredità ancora presente nelle nostre biblioteche, ma è anche un'arte che vive nella contemporaneità come testimonia la ventennale attività del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, che ha raccolto un’importante ed internazionale collezione di libri d’artista da cui, in occasione della Fieria Internazionale del Libro di Guadalajara, sono state selezionate opere italiane dagli anni Sessanta in poi. È la mostra “Codex: libri d'artista italiani dalla Collezione LuigiPecci”, che giunge ora a Buenos Aires, dove sarà esposta presso la Fundación PROA dal 14 marzo al 25 aprile prossimi.
La mostra, organizzata dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, in collaborazione con il Centro Pecci, la Fundación PROA e il Ministero degli Affari Esteri italiano, punta lo sguardo sulla situazione italiana dagli anni Sessanta del secolo scorso, con un campionario di tipologie che vanno dai lavori degli esponenti della Poesia visiva o dell’astrattismo, come i libri di Fontana e Castellani, a opere di maestri altrettanto importanti come Mauri e Baruchello, ma anche Merz, Munari, Cucchi e Baj. Sono presenti inoltre i rappresentanti della nuova scena artistica italiana, come Arienti, Barzagli, Borghi o Cattelan. Idealmente la mostra si snoda lungo un percorso che, iniziando dall'opera-libro, si conclude con opere a forma di libro, quelle di Miccini e Pozzi, proprio per testimoniare come il processo creativo di un artista oggi superi ogni categoria o genere.
Pochi giorni più tardi, ancora i libri protagonisti a Buenos Aires, stavolta nell'Auditorium del Museo Nacional de Bellas Artes, dove il 17 marzo, alle ore 19.00, la scrittitrice e diplomatica May Lorenzo Alcalá presenterà il suo libro “La Esquiva huella del Futurismo en el Rio de la Plata”.
Studiosa delle avanguardie dal punto di vista letterario e delle arti visive, May Lorenzo Alcalá, che sarà affiancata nella presentazione da Adriana Lauría e Raúl Antelo, prendendo come punto di partenza la vita di Piero Illari, elabora una storia di quali siano stati i punti di contatto tra il futurismo italiano e l’Argentina, cercando le tracce di questo movimento di avanguardia nell’area rioplatense, a cento anni dalla pubblicazione del primo manifesto futurista di F. T. Marinetti.