Lo scivolone del Ministro…

Alessandro

Lettera indirizzata a: Ministro della Gioventù info@gioventu.it, al Capo Gabinetto Luigi BOBBIO l.bobbio@governo.it, alla Segretaria Particolare del Ministro Patrizia SCURTI p.scurti@governo.it, al Portavoce Nicola PROCACCINI n.procaccini@governo.itCi è giunta questa segnalazione, da Wahinkpe, che rigraziamo, circa l’uso, ancora una volta, di immagini stereotipate sugli Indiani d’America. Stavolta, si tratta di una campagna promossa dal governo italiano e dal Ministro della Gioventù e l’Istituto Superiore di Sanità, rivolta agli operatori pubblici e privati, per realizzare una strategia globale di prevenzione e riduzione del rischio legato al consumo ricreazionale di sostanze stupefacenti ed alcol nei locali notturni. La campagna, denominata “Operazione Naso Rosso” associa al titolo una classica immagine di un indiano con le braccia incrociate e, in linea con il nome, con un bel naso rosso…L’uso di questo tipo di immagini, di per sé già abbastanza grave per le motivazioni che ben sappiamo, e cioè il confinamento di questi popoli in un immaginario collettivo falso, distorto e fuori da ogni rispetto per le loro culture e per la loro dignità, diventa insopportabile perchè associato ad una campagna contro alcol e droga, e l’uguaglianza indiani = ubriachi può essere fatta da molte persone perchè istintivamente associabile. Il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, ci dovrebbe spiegare il motivo per cui ha deciso di inserire, all’interno di un’iniziativa pure lodevole, gli Indiani d’America, in un contesto davvero fuori luogo, che non solo li ridicolizza per l’assurdità dell’immagine inserita, ma ne perpetua l’associazione razzista di persone dedite all’alcol. Signora Meloni, anche se lei è il ministro più giovane della storia della Repubblica d’Italia, con i suoi 31 anni all’atto della nomina, dovrebbe almeno immaginarsi che i Popoli Nativi Americani sono uomini, donne e bambini che vivono ANCORA oggi, tra molte difficoltà, e che, nonostante il forte impegno impiegato da molti per confinarli nella storia o al massimo in questo tipo di rappresentazioni, lottano ancora per preservare e proteggere le proprie culture per le loro future generazioni. Sig. Ministro, lei si rivolge con questa campagna ai giovani, e consegna loro, insieme a dei consigli per ridurre l’uso di alcol e sostanze stupefacenti, un bel messaggio offensivo per tutti i popoli Nativi Americani, per i giovani Nativi e le loro famiglie. No, noi non ci stiamo, e le segnaliamo che ci dissociamo da tale infelice idea. A nostra volta, ci permettiamo di proporle delle riflessioni:
mentre pensa ai giovani italiani, pensi anche a quelli Nativi Americani, che nelle scuole americane lottano per eliminare le mascotte, i loghi e le immagini che si riferiscono al loro popolo in modo stereotipato; pensi e rifletta sul fatto che molti di loro tornano a casa, nelle proprie famiglie, vergognandosi di essere indiani perchè presi in giro da una cultura che li vede e rappresenta così; pensi e rifletta a come devono essere felici nel sapere che adesso, grazie al suo impegno, anche i giovani italiani sapranno fare tesoro di queste rappresentazioni degne della Hollywood di John Waine, come e meglio di quanto non lo facessero prima, vista l’assoluta ignoranza e indifferenza che esiste nei confronti di questi popoli. Augh caro Ministro, forse si aspetta che i giovani Nativi Americani la ringrazino? Siamo certi che non lo faranno, e, ci permetta, nemmeno noi lo facciamo. Ci sentiamo piuttosto sconfortati dal fatto che tale insensibilità sia propria di un rappresentante del governo italiano, siamo avvezzi alle campagne pubblicitarie stupide, ripetitive nel rappresentare gli Indiani Americani in questi contesti, ma nuovi al fatto che ad avvallarle sia addirittura un Ministro del nostro governo. Ma tant’è, l’idea che questi popoli non esistano, che siano “invisibili”, che su di essi si possa liberamente fare qualunque cosa, deve essere davvero vasta e stratosferica. Non ci aspettiamo che lei chieda scusa, che ammetta di non aver considerato e pensato che tutto questo possa essere importante, anche se per uomini, donne e bambini così distanti da lei, e dal nostro mondo, certo sarebbe doveroso da parte sua farlo. Il danno, ormai, lo ha già fatto, pensando a questa gente per come li ha voluti rappresentare. Pubblicamente, e in modo democratico, lasceremo che siano gli italiani, quelli almeno che hanno più sensibilità di quanto non ne abbia dimostrata lei, a cercare di farle capire il suo errore, invitandoli a scriverle con garbo le rispettive opinioni. E non si stupisca se arriveranno anche email da oltre oceano, ci penseremo noi a informare i Nativi Americani di come sono essi sono visti dai nostri rappresentanti di governo, nella speranza che, magari, possano educarla ad un maggiore rispetto per loro. Non sappiamo se lei leggerà questa email, o le altre che arriveranno, essendo giovane speriamo però che abbia responsabilità per le proprie azioni e voglia di dialogare pubblicamente con i suoi cittadini, se vorrà comunque risponderci, eludendo le nostre aspettative negative in tal senso, sappia che può farlo, sarebbe, almeno questa, cosa gradita.

Nativi Americani.it, Blog d’informazione sui popoli Nativi Americani

La risposta del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni al nostro articolo / lettera “Lo scivolone del Ministro…”

Caro Alessandro, mi sento in dovere di fornirti una risposta, dopo aver letto la tua lettera di protesta contro l’immagine utilizzata per la campagna di prevenzione e contrasto delle stragi del sabato sera, “Operazione Naso Rosso”. Come forse saprai, gli incidenti stradali continuano ad essere la prima causa di morte per i giovani sotto i trent’anni. Evidentemente le strategie adottate nel corso degli anni passati si sono rivelate insufficienti. Personalmente, ed insieme ad altri, mi sono posta il problema di come intervenire sul problema con soluzioni nuove, capaci di entrare positivamente nell’immaginario giovanile. E non affidandoci alle solite ramanzine più o meno severe, più o meno scioccanti, rivolte ai giovani attraversospot televisivi e cartelloni pubblicitari. Per riuscirci, con una certa dose di umiltà, abbiamo cercato di individuare le strategie migliori adottate anche nel resto del mondo per affrontare lo stesso problema. Tra queste, abbiamo notato che in Canada da
molti anni era stato attivato con successo un programma denominato “Red Nose (Naso Rosso)”. Praticamente, si tratta di un servizio di riaccompagno a casa delle persone che dopo aver bevuto troppo, o essersi drogate, guidando un auto, metterebbero a rischio la vita di se stessi e di coloro che dovessero incrociare la loro strada. Questo per farti capire l’inizio del percorso logico che ci ha portato a quel logo e a quel nome. Il servizio di riaccompagno a casa dei ragazzi con l’ausilio di volontari presenti sul posto, lo abbiamo affiancato ad una serie di altre strategie. Tra le varie, intendiamo ridefinire la figura del cosiddetto “buttafuori”, facendolo passare attraverso un corso obbligatorio gestito dall’Istituto Superiore di Sanità e trasformandolo così da energumeno che butta la gente ubriaca in mezzo alla strada, ad operatore sociale in grado di assistere i ragazzi ed eventualmente di affidarli ai volontari per il riaccompagno a casa. In buona sostanza, abbiamo deciso
di intervenire sulle cosiddette stragi del sabato sera non preoccupandoci unicamente del tratto di strada che collega le discoteche alle abitazioni dei ragazzi, ma scegliendo di essere presenti dentro le discoteche e quindi prima che i ragazzi simettano al volante di un auto per tornare a casa.
Questo progetto lo abbiamo chiamato Operazione Naso Rosso, mutuando il nome dal programma canadese, dopo di ché ci siamo preoccupati di renderlo accattivante dal punto di vista grafico e simbolico per i giovani italiani. Per fare questo, abbiamo cercato una figura positiva, con il senso della tribù, che si offrisse di aiutare una generazione che pensa sia fico sfasciarsi di alcool o di droghe, prima di sfasciarsi con la propria auto.
Ed ecco il nostro capo indiano, che non è affatto ubriaco, anzi, ha una espressione fiera sul volto, magari un po’ incazzata, ma rassicurante, che si prende cura dei ragazzi italiani riaccompagnandoli a casa personalmente. L’intento non era certo quello di avvalorare l’uguaglianza indiani = ubriachi. E’ piuttosto il contrario. Il grande capo indiano che campeggia nel logo è quello che ti suggerisce di comportarti con prudenza e che – se proprio non hai voglia di ascoltare le sue sagge parole – “ti accompagna a casa” quando non sei in grado di guidare. Come dimostrano anche i grandi totem con la scritta “Ti accompagna Naso Rosso” che individuano nei locali che aderiscono all’iniziativa il punto di contatto tra i ragazzi e i volontari. Per cercare di essere più chiara ti invio in allegato l’immagine che è stampata su ogni banchetto che identifica l’Operazione Naso Rosso. Mi dispiace molto che ci sia stata questa incomprensione, e non ti nego di avere avuto un tuffo al cuore leggendo la tua lettera.
Come vedi non ho voluto cavarmela con due righe formali scritte da un collaboratore. Perché ammiro la tua battaglia civile e culturale, ne subisco il fascino e l’importanza fin da quando ero ragazzina.
Caro Alessandro, casomai fossi riuscita anche solo parzialmente a farti cambiare idea, casomai tu lo volessi, considerami a disposizione perqualunque campagna o iniziativa in difesa dei nativi americani, tu voglia intraprendere in futuro.
Giorgia Meloni
Nativi

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