Roma, 20 nov – “Si vorrebbe assegnare al MES, l'ex fondo europeo salva-Stati, il compito di valutare la sostenibilità dei debiti pubblici dei Paesi dell’eurozona e giudicare la loro situazione macroeconomica e finanziaria. Questo rappresenta una sovrapposizione evidente con le funzioni attribuite dai trattati e dalla legislazione europea alla Commissione che ci pone su un terreno pericolosissimo, perché così si rafforza la dimensione intergovernativa a detrimento del ruolo sovranazionale delle istituzioni dell’Unione, avvantaggiando i Paesi che hanno più voti, cioè Germania e Francia. Scorrendo le modifiche proposte, emerge inoltre un ruolo rafforzato del Direttore generale del MES, nominato dal Consiglio dei Governatori a maggioranza qualificata e dell'80 per cento dei voti, il che dà potere di veto sia alla Germania sia alla Francia. Per Parigi e Berlino, il MES dovrebbe concedere prestiti solo a Paesi finanziariamente virtuosi in momentanea difficoltà – le stesse Francia e Germania – o che accettano una ristrutturazione del debito secondi i parametri del Fiscal Compact. Quindi l’Italia sarebbe automaticamente esclusa dal supporto del MES a meno di non adottare politiche di austerity e di macelleria sociale che ricordano quelle imposte dall'FMI nei Paesi in via di sviluppo. Non occorre aggiungere altro per giustificare la necessità di un vertice di governo sul MES come chiesto da Luigi Di Maio”.
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