Il No disperato

Giacomo Leopardi poeta e filosofo della crisi: nell'anno del bicentenario dell'Infinito, la casa editrice maceratese rende omaggio al genio di Recanati pubblicando un breve saggio che collega il pessimismo leopardiano al disagio dell'uomo contemporaneo, in un percorso umano e letterario che da personale si fa universale.

Scrive Giacomo Leopardi nello Zibaldone il 23 luglio 1827: “Cangiando spesse volte il luogo della mia dimora, e fermandomi dove più dove meno o mesi o anni, m’avvidi che io non mi trovava mai contento, mai nel mio centro, mai naturalizzato in luogo alcuno”. Mai nel mio centro: l’espressione perfetta, e assolutamente attuale, dello scollamento tra l’individuo e il mondo in cui vive e in cui non riesce a trovare se stesso. Il primo sintomo della crisi.
Mario Elisei, recanatese doc e studioso dell’opera e del pensiero di Leopardi, collabora, fin dalla sua costituzione, all’attività del Centro Culturale Giacomo Leopardi di Recanati. In questo breve saggio, Il no disperato, affronta senza alcun timore reverenziale nei confronti della sconfinata critica che lo precede un tema già analizzato e approfondito da una moltitudine di studiosi: il pessimismo leopardiano. L’originalità di questo suo lavoro consiste nel rintracciare nel Leopardi poeta, ma soprattutto nel Leopardi filosofo l’estrema attualità della crisi dell’essere umano, una crisi personale che il genio rende universale «grazie alla sua potenza poetica, letteraria e filosofica».
Il poeta, che Elisei fa parlare al lettore in prima persona attraverso le numerose citazioni presenti nel libro, resta in ogni pagina il protagonista assoluto. Per Leopardi, filosofo materialista, «l’immaginazione e le illusioni sono valori da preservare (l’amore, la virtù, la gloria, la religione), i soli che possono rendere “la vita cosa viva e non morta”». Le illusioni, che sono così reali, danno piacere, ma scompaiono “all’apparir del vero”. E “le magnifiche sorti e progressive”, la scienza, il progresso, il benessere, su cui l’uomo da sempre confida e che Egli criticava, non hanno evitato le grandi catastrofi e tragedie, non hanno liberato l’uomo contemporaneo, che si ritrova sempre più solo, carico di dubbi, incapace di reagire alle difficoltà.
Tutto ciò Leopardi l’ha vissuto e raccolto su di sé, culturalmente, psicologicamente e fisicamente, ed è questo il viaggio umano e letterario che Mario Elisei compie attraverso soprattutto gli scritti del Leopardi filosofo, che pongono l’essere umano oggi di fronte ai propri disagi e gli forniscono gli strumenti per ricercarne l’origine.
Ma il finale, grazie proprio ad alcuni versi dello Zibaldone, insinua un interrogativo inaspettato sul pessimismo leopardiano e lascia sorprendentemente aperto uno spiraglio alla rinascita di una speranza: “Noi speriamo sempre e in ciascun momento della nostra vita. Ogni momento è un pensiero, e così ogni momento è in certo modo un atto di desiderio, e altresì un atto di speranza…”.

Mario Elisei, Il no disperato, Postfazione di Ignacio Carbajosa, collana Altrove, pagg. 138, euro 13.00, ISBN 978-88-98094-54-7

Ufficio stampa Liberilibri
Maria Stefania Gelsomini
Giornalista, responsabile comunicazione e promozione
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