Un vero e proprio “black-out” dei voli potrebbe avvenire in caso di mancato accordo sulla Brexit tra Regno Unito e l'Unione Europea. È quanto ipotizza il governo britannico nelle sue ultime comunicazioni: in caso di un “no-deal” i collegamenti aerei tra il Vecchio Continente e la Gran Bretagna s'interromperebbero di colpo. Il motivo? Le licenze aeree europee non sarebbero più valide e le compagnie dovrebbero procurarsi di volta in volta i permessi per poter operare nei singoli Paesi. «Se la Gran Bretagna lasciasse l'Unione Europea nel marzo 2019 senza nessun accordo in corso, le compagnie autorizzate europee e britanniche perderebbero il diritto automatico di operare senza la richiesta di un permesso anticipato». In caso di “no-deal” potrebbero essere toccate anche le compagnie statunitensi che si appoggiano su partner britannici. «Non sarebbe nell'interesse di nessun paese europeo o del Regno Unito di restringere la scelta delle destinazioni che potrebbero essere servite». Londra ha fatto sapere, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che garantirà unilateralmente il permesso alle compagnie europee di atterrare negli aeroporti britannici, e spera che gli Stati europei facciano lo stesso.
Lecce, 24 settembre 2018
Un vero e proprio “black-out” dei voli potrebbe avvenire in caso di mancato accordo sulla Brexit tra Regno Unito e l'Unione Europea. È quanto ipotizza il governo britannico nelle sue ultime comunicazioni: in caso di un “no-deal” i collegamenti aerei tra il Vecchio Continente e la Gran Bretagna s'interromperebbero di colpo. Il motivo? Le licenze aeree europee non sarebbero più valide e le compagnie dovrebbero procurarsi di volta in volta i permessi per poter operare nei singoli Paesi. «Se la Gran Bretagna lasciasse l'Unione Europea nel marzo 2019 senza nessun accordo in corso, le compagnie autorizzate europee e britanniche perderebbero il diritto automatico di operare senza la richiesta di un permesso anticipato». In caso di “no-deal” potrebbero essere toccate anche le compagnie statunitensi che si appoggiano su partner britannici. «Non sarebbe nell'interesse di nessun paese europeo o del Regno Unito di restringere la scelta delle destinazioni che potrebbero essere servite». Londra ha fatto sapere, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che garantirà unilateralmente il permesso alle compagnie europee di atterrare negli aeroporti britannici, e spera che gli Stati europei facciano lo stesso.
Lecce, 24 settembre 2018