“Il mancato accoglimento del mio ordine del giorno sui ricercatori italiani all’estero da parte del governo è davvero incomprensibile – ha dichiarato l’On. Marco Fedi (Partito Democratico) – soprattutto dopo che sul provvedimento, giunto all'esame dell’Aula parlamentare, è stata posta la questione di fiducia e, quindi, con una chiusura e una mancanza di coraggio da parte del governo e della maggioranza ad un confronto aperto sui contenuti di questo provvedimento che non condividiamo. Ora la stessa chiusura – prosegue l’On. Fedi – si manifesta sugli ordini del giorno presentati, in particolare su un ordine del giorno, rispetto al quale peraltro, nel dispositivo, noi abbiamo utilizzato la formulazione “a valutare la possibilità di”, quindi con un'ulteriore atteggiamento da parte dell'opposizione di apertura in un atto di indirizzo nei confronti del Governo. Atto di indirizzo che è volto a dare davvero un corso decisamente nuovo al tema della competitività del nostro sistema formativo e della ricerca in Italia. Ciò affinché davvero vi sia la possibilità di attrarre in Italia cervelli dal mondo, e quindi di essere un Paese competitivo che fa vera ricerca, anche coinvolgendo il sistema universitario”. L’On. Marco Fedi, a seguito del respingimento da parte del governo nell’ambito del dibattito sulla riforma universitaria dell’8 gennaio scorso, ha poi chiesto la votazione elettronica dei deputati presenti in aula che con 226 sì e 263 no hanno bocciato definitivamente il testo.
“Sono veramente deluso e amareggiato – afferma il deputato – dall’atteggiamento tenuto dal governo e dalla maggioranza parlamentare. Il governo – continua il parlamentare eletto all’estero – ha deciso di ignorare un argomento cruciale per il destino dell’internazionalizzazione e della ricerca scientifica del nostro sistema-Paese, come è quello dei nostri cervelli all’estero. La maggioranza parlamentare ha mostrato la stessa insensibilità respingendo un odg che mirava a censire e mettere in rete i nostri ricercatori e docenti fuori dall’Italia, permettendo di collaborare tra loro e con le nostre istituzioni accademiche e scientifiche, e che puntava a razionalizzare gli accordi bilaterali e multilaterali sulla ricerca e sul riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche”, ha concluso l’On. Fedi, garantendo tuttavia che egli ha intenzione di continuare a dare battaglia su questo tema, presentando a breve una proposta di legge che va nella stessa direzione dell’odg.
Nel testo si impegnava l’esecutivo a “valutare la possibilità di realizzare e mantenere costantemente aggiornata, attraverso l’impiego dei terminali diplomatico-consolari del Ministero degli Affari Esteri, una mappatura dei docenti universitari e ricercatori italiani residenti all’estero per ragioni di lavoro o di formazione”, e di mettere in piedi “un sistema di comunicazione e di interscambio tra le università e i centri di ricerca italiani” al fine di rafforzare il legame tra docenti e ricercatori in Italia all’estero. L’odg bocciato chiedeva inoltre di “integrare le collaborazioni esistenti attraverso la costituzione di joint-labs tra istituzioni italiane e straniere operanti nel campo della ricerca scientifica e ad incrementare il numero dei corsi universitari di dottorato in collaborazione internazionale”. Infine, l’atto presentato dagli On. Fedi e Bucchino proponeva di “ridefinire gli accordi multilaterali e bilaterali già esistenti in materia di ricerca scientifica”, creandone anche di nuovi, e di “realizzare un sistema del riconoscimento delle qualifiche e dei titoli posseduti o conseguiti all’estero”.