«Nell’ambito della legge di Bilancio ho proposto specifici emendamenti, tramite i colleghi senatori Crucioli e Angrisani, di L’Alternativa, perché i medici del 118, della Continuità assistenziale, della Medicina dei servizi e della specialistica ambulatoriale interna siano inquadrati con lo stesso status, gli stessi diritti, la stessa retribuzione e la stessa pensione dei loro colleghi che lavorano a tempo indeterminato in ospedale. Soltanto così si possono rinforzare gli organici dell’emergenza-urgenza e del Territorio, in Calabria ridotti all’osso per causa di politiche miopi e irresponsabili». Lo afferma, in una nota, il deputato di L’Alternativa Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità, il quale aggiunge: «La legislatura corrente volge al termine. Perciò non avremo più altre occasioni per risolvere il problema della carenza di medici nel 118, nelle Guardie mediche e nei Distretti sanitari, che colpisce in particolare la Calabria, i cui Lea sono a terra, spesso al punto da dover pregare o ricorrere ai viaggi della speranza. Bisogna smetterla con la mortificazione dei sanitari, che peraltro per legge non possono essere sottoposti a stress lavorativo, causa di rischi per la sicurezza delle cure». «Anche per questo, visto che con ingiustificabile ritardo il governo ha inviato alle Camere la legge di Bilancio, al Senato – prosegue il parlamentare di L’Alternativa – ho fatto presentare miei emendamenti che prevedono l’immediata anticipazione di 30 dei primi 60 milioni che toccano alla sanità calabrese, al fine di assumere subito nuovi medici, infermieri e Oss. Inoltre – conclude Sapia – ho fatto inserire altri miei emendamenti perché lo Stato assicuri alla Calabria risorse finanziarie e professionali adeguate, sia per la gestione del Piano di rientro che per la tutela della salute».