Manovra. Ulgiati, UGL: “Priorità alla riduzione strutturale del costo del lavoro”
“La legge di bilancio rappresenta il tassello fondamentale su cui dovrebbe poggiare la ripartenza del Paese. Tuttavia, se da un lato pesa il ritardo con il quale il testo è approdato in Parlamento, fattore che, inevitabilmente, finirà per contingentare i tempi del dibattito, dall’altro versante permangono alcune criticità sui contenuti stessi del disegno di legge che, in diversi casi, non si limitano ad indicare le coperture finanziarie.” Lo ha dichiarato Luigi Ulgiati, Vice Segretario Generale del Sindacato UGL, nel corso dell’Audizione presso le Commissioni riunite ‘Bilancio’ di Camera e Senato sulla Manovra finanziaria.
“Uno dei capitoli principali della Manovra – rileva Ulgiati – riguarda la riduzione della pressione fiscale. Come sindacato UGL, riteniamo che fra le priorità, dovrebbero trovare spazio la riduzione strutturale del costo del lavoro, la semplificazione dell’Irpef, compresa la parte relativa agli incrementi di reddito, e la revisione della tassazione indiretta, in particolare l’Iva sui beni di largo consumo e le accise sui prodotti energetici, che incidono fortemente sui redditi di famiglie e imprese. Occorre, inoltre, intervenire a tutela del risparmio previdenziale, e in difesa del potere d’acquisto degli stipendi e delle pensioni, garantendo un sostegno al sistema produttivo nazionale, attraverso il volano delle detrazioni e del credito di imposta.”
Prosegue il sindacalista: “L’ampio capitolo del lavoro e delle politiche sociali deve essere necessariamente affrontato secondo una logica complessiva che punti al rafforzamento delle pre-condizioni nelle quali operano gli enti locali: quindi, assunzioni, formazione, digitalizzazione. In tal senso, la vera partita è destinata a giocarsi nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, fermo restando che gli investimenti, da soli, non sono sufficienti, senza una adeguata progettualità. Per quanto riguarda il tema delle pensioni – conclude Ulgiati – il passaggio a Quota 102, con l’innalzamento dell’età anagrafica a 64 anni, è fortemente penalizzante e rischia di ingessare nuovamente l’intero sistema con pesanti ripercussioni pure sul versante dell’occupazione giovanile. In attesa di una riforma più equa, che poggi su Quota 41 e, più in generale, sulla libertà di scelta della persona, si potrebbe già adesso adottare una maggiore flessibilità sul requisito anagrafico, da bilanciare con l’altro requisito, quello contributivo”.