PROGETTO P.I.T.E.R. HA ADERITO AL PATTO EDUCATIVO PER LA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI

PROGETTO P.I.T.E.R. HA ADERITO AL PATTO EDUCATIVO PER LA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI, 

INIZIATIVA LANCIATA DALL’ARCIVESCOVO MIMMO BATTAGLIA, PER BAMBINI, RAGAZZI E GIOVANI

  

Il progetto P.I.T.E.R. attivo nel rione Sanità di Napoli ha aderito al Patto Educativo per la Città Metropolitana di Napoli. Si tratta di un’iniziativa lanciata dall’Arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, affinché bambini, ragazzi e giovani possano essere rimessi al centro delle politiche educative e del dibattito cittadino. Esso nasce dalla constatazione che, a Napoli, la piaga della camorra e il vuoto di senso di tanti giovani è dovuto ad una mancata attenzione all’educazione e ai ragazzi, un’omissione che per l‘arcivescovo della città partenopea mette in discussione il futuro dell’intera comunità cittadina. Ecco che per aiutare a sostenere la popolazione giovanile serve un percorso condiviso capace di creare rete tra istituzioni, chiesa, mondo del terzo settore, dell’associazionismo e del volontariato, “a chi è già risorsa e a quanti sono sensibili all’urgenza di farsi carico di questo bisogno”.

Da parte del progetto P.I.T.E.R. l’adesione a questo Patto educativo è stata suggellata da una lettera inviata all’arcivescovo Battaglia, alla quale lo stesso ha dato riscontro, dove si legge: “Come operatori del sociale -nell’ambito del progetto P.I.T.E.R., Percorsi di Inclusione e Innovazione Territoriale ed Empowerment, P.O.N. Legalità prototipale fortemente voluto dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Napoli- rispondiamo al suo appello accorato per la protezione dei minori di Napoli, perché sentiamo forte l’esigenza di un intervento sinergico che possa davvero garantire una protezione per tutti i figli di questo Paese. E il titolo che ha voluto dare a questo appello è significativo per esprimere il sentimento provato dagli operatori del Terzo settore che svolgono questo lavoro con dedizione e competenza, ma anche con senso utopico di voler davvero cambiare le cose. Ecco perché noi del progetto P.I.T.E.R. sentiamo forte il dovere di dare il nostro supporto a favore di questo tentativo di cambiamento, attraverso un competente e qualificato staff composto da diverse professionalità: un’èquipe di 28 educatori, un’èquipe multidisciplinare dove operano assistenti sociali, psicologi, mediatori familiari e interculturali, uno staff di esperti tecnici di laboratorio e uno staff di coordinamento esperto in ambito di progetti di emergenza e per il supporto psicosociale di famiglie vulnerabili. In questo progetto le cooperative sociali Cooperativa San Francesco e Consorzio Luna che gestiscono il P.I.T.E.R. hanno voluto affiancarsi a un’associazione che spesso lavora nell’ombra (Un popolo in Cammino per Genny Vive), nata dal dolore di due genitori che hanno perso un figlio in una piazza pubblica, per colpa di un proiettile vagante e per colpa della prepotenza di comportamenti mafiosi e criminali che fanno sciacallaggio sulle vulnerabilità socio-economiche, offrendo un’alternativa poco sana ai ragazzi di Napoli. Ed è proprio grazie al lavoro con l’associazione in memoria di Genny Cesarano che a fine novembre presenteremo un piano di intervento per la protezione dei minori su strada e per lanciare un’iniziativa per garantire un percorso formativo alternativo ad alcuni ragazzi”.

“Aderendo all’appello dell’arcivescovo di Napoli, con una nostra lettera -afferma Paolo Ragusa, Coordinatore Area Minori (Cooperativa “San Francesco” s.c.s.)- abbiamo presentato le iniziative ed illustrato il percorso iniziato con ‘Un popolo in Cammino per Genny Vive’ che hanno come fine ultimo la protezione dei minori su strada. La nostra iniziativa nasce dall’individuazione delle dinamiche di esclusione e dall’analisi dei fattori di rischio che ostacolano il sano processo di sviluppo educativo dei bambini e dei ragazzi”.

“Abbiamo deciso ­di rispondere all’appello dell’arcivescovo Battaglia e di offrire il  nostro contributo –sottolinea Simona Planu, project manager del progetto P.I.T.E.R.-, perché siamo stanchi di sentirci dire che un minore ormai ha il proprio destino già scritto e che nessuno può farci nulla.”

 

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