Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura) – Sul Caravaggio contenuto nello studiolo del cardinale Francesco Maria del Monte

In merito alla vendita mediante asta giudiziaria, fissata a gennaio 2022, del Casino dell’Aurora o Villa Aurora Ludovisi di Roma, comprensiva dello studiolo del cardinale Francesco Maria del Monte che conserverebbe l’unico affresco di Michelangelo Merisi da Caravaggio (in realtà un olio su muratura intonacata), stimato nella CTU del Tribunale ben 310 milioni di euro, mentre all’immobile è stato assegnato un valore di circa 34,5 milioni, ho presentato una interrogazione a Franceschini sottoscritta anche dai colleghi senatori Angrisani, Granato e Lannutti e pubblicata dal Senato con data 10 novembre 2021. Com’è noto, il Ministero della Cultura (MiC) ha facoltà di esercitare il diritto di prelazione ex art. 60 del D. Lgs. 42/2004, acquistando il Casino dell’Aurora allo stesso prezzo della migliore offerta privata, ma molti dubbi sono stati espressi sul metodo adottato per la stima, poiché il giudice, nel procedimento di divisione giudiziale tra gli eredi del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, mancato nel 2018, non si è avvalso della facoltà di affidare la vendita ad un soggetto specializzato nel settore (come consentito dall’art. 532 c.p.c. qualora i beni pignorati abbiano un carattere particolare, come in questo caso), né ha coinvolto il MiC, titolare dei diritti di tutela, ma ha seguito la procedura ordinaria e ha diviso, in sede di stima, ciò che per natura e vincolo non avrebbe dovuto esserlo, dal momento che l’immobile e la presunta pittura caravaggesca sono inseparabili. Alla stima della seconda, peraltro, non è stato applicato alcun coefficiente di abbattimento, nonostante ricorressero i presupposti, e il perito ha usato il metodo delle transazioni comparabili adottando, però, quale parametro, non un dato reale ma “un’opinione”, come l’ha definita Gloria Gatti, sottolineando anche altre decisioni opinabili. In ipotesi, dunque, per le modalità scelte (vendita telematica asincrona e non pubblicizzata su alcuna testata specializzata nel settore artistico) potrebbero configurarsi un danno finanziario al privato, con il rischio che il compendio resti invenduto e alla prossima asta il suo valore sia ribassato del 20%, ma anche un danno erariale, perché in presenza, invece, di un’offerta valida, qualora lo Stato eserciti la prelazione, sarà costretto a sborsare una cifra potenzialmente sovradimensionata. Tanto premesso, abbiamo chiesto a Franceschini di spiegare “quanti e quali vincoli gravino sul Casino dell’Aurora e sui manufatti in esso contenuti (opere d’arte, arredi e accessori), a quando risalgano e se siano stati aggiornati di recente, e quando, o in vista del passaggio di proprietà che sarà sancito dall’asta; se di detti beni esista, singolarmente, un’adeguata documentazione fotografica; quale sia la stima complessiva dei beni oggetto dei citati provvedimenti di vincolo e quale il valore attribuito, nel merito, alla pittura caravaggesca e agli affreschi del Guercino raffiguranti l’Aurora e la Fama; a quando risalga e a quanto ammonti l’ultima tassa di successione pagata per il Casino dell’Aurora precedentemente alla morte del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi e a quanto corrisponda la cifra se rivalutata ad oggi”.

 

Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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