Afghanistan: Save the Children, più di 5 milioni di bambini a un passo dalla carestia. Ieri otto fratelli orfani tra i 18 mesi e gli 8 anni sono morti di fame.

Afghanistan: Save the Children, più di 5 milioni di bambini a un passo dalla carestia. Ieri otto fratelli orfani tra i 18 mesi e gli 8 anni sono morti di fame.

Con l’arrivo dell’inverno 14 milioni di bambini soffriranno livelli emergenziali di fame. Prezzi di grano, riso e olio più che raddoppiati. L’Organizzazione chiede più fondi ai governi donatori per far fronte alla crisi umanitaria nel Paese.

 

In Afghanistan più di 5 milioni di bambini sono a un passo dalla carestia e milioni di giovani vite sono a rischio dal momento che il Paese sta affrontando la peggiore crisi alimentare di sempre. L’inverno è alle porte e 22,8 milioni di persone, tra cui 14 milioni di bambini, saranno vittime di livelli emergenziali di insicurezza alimentare. Ieri a Kabul otto fratelli, 4 maschi e 4 femmine che avevano perso entrambi i genitori, sono morti di fame. Avevano tra i 18 mesi e gli 8 anni. Questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che ha analizzato i dati delle Nazioni Unite, secondo i quali in Afghanistan i bambini soffrono la fame ogni giorno di più e le persone che raggiungeranno livelli di fame di crisi o di emergenza aumenteranno del 35% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’impatto combinato di siccità, conflitti e collasso economico ha portato molte famiglie a una situazione critica che le costringe a ricorrere a misture drastiche pur di sopravvivere, vendendo quel poco che è rimasto loro per comprare cibo, mandando i figli a lavorare o dovendosi accontentare di solo pane. Dopo l’aumento dei prezzi, il costo di prodotti alimentari come olio, grano e riso sono aumentati del 55% lo scorso anno, rimanendo fuori dalla portata di molte famiglie che vivono con quasi niente dopo essere state sfollate dalle loro abitazioni o aver perso il lavoro.

“Non siamo in una buona situazione e quindi, in questi giorni, dobbiamo fare affidamento sugli aiuti. Qualche giorno fa abbiamo ricevuto un sacco di farina e abbiamo mangiato quello. Tutto è costoso, non possiamo più comprare farina e olio perché i prezzi sono troppi alti. Mangiamo solo una volta al giorno, a cena. A volte non abbiamo nemmeno quella e andiamo a dormire senza mangiare e la mattina beviamo un tè. Io e mio marito possiamo anche patire la fame ma siamo preoccupati per i nostri figli – piangono perché hanno fame, è una situazione molto difficile” racconta Zarghuna*, una donna di 35 anni. Lei e suo marito hanno sei figli di età compresa tra uno e 15 anni e tutta la famiglia ha ricevuto servizi nutrizionali salvavita da Save the Children. Suo figlio Abdullah*, di 8 anni ha detto: “Mangiamo pane e qualche volta riso, ma mai carne e frutta. Abbiamo molto meno cibo di prima e questo mi preoccupa. A volte, quando non abbiamo cibo, vado a dormire senza mangiare nulla”.

Anche prima dei recenti disordini politici, l’Afghanistan era il secondo paese al mondo per i livelli emergenziali di fame e si stima che entro quest’anno la metà dei bambini al di sotto dei 5 anni nel Paese è a rischio di malnutrizione acuta e avrà bisogno di trattamenti specifici per poter sopravvivere.

Gul Pari*, 35 anni, è madre di quattro figli: un bambino di 9 anni e tre bambine di 4, 7 e 8 anni. Il marito è operaio ma non riesce a trovare lavoro. “Vorrei che mio marito trovasse un lavoro, così avremmo del cibo per i nostri figli. Abbiamo dovuto ridurre il numero di pasti e la maggior parte delle volte mangiamo solo pane. Quando i bambini piangono perché hanno fame, cerco di trovare del riso o una o due patate da bollire”.

Le squadre sanitarie di Save the Children in Afghanistan stanno fornendo servizi sanitari e nutrizionali salvavita per bambini e madri incinte e in allattamento che soffrono di malnutrizione acuta e grave. L’Organizzazione sta inoltre offrendo consulenze sulle buone pratiche alimentari per proteggere, promuovere e supportare l’allattamento al seno e l’alimentazione complementare per fornire ai bambini cibi diversificati e nutrienti. A settembre i team di Save the Children hanno fornito servizi sanitari e nutrizionali a un totale di 3.527 persone, di cui 978 bambini.

“Sembra che per i bambini afghani non ci sia fine al dolore. Dopo decenni di guerre e sofferenze, ora affrontano la peggiore crisi alimentare dell’Afghanistan. La situazione è già critica – ogni giorno vediamo bambini piccoli nelle nostre cliniche con gravi livelli di malnutrizione perché non mangiano altro se non briciole di pane. Ma quando arriverà l’inverno vedremo bambini più affamati che mai” ha dichiarato Chris Nyamandi, Direttore Regionale di Save the Children in Afghanistan. “I bambini afghani hanno bisogno dell’aiuto di tutto il mondo per avere anche solo una possibilità di sopravvivere a questa crisi. Continueremo a fare tutto il possibile per fornire loro i servizi salvavita di cui hanno bisogno, ma affinché gli aiuti continuino abbiamo urgentemente bisogno che i governi aumentino gli aiuti al Paese”.

 

*Nomi cambiati per proteggere l’identità

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