“E un angelo prese una freccia e la scagliò in direzione del Vaticano. Chiesi al Signore il significato: Figlio mio, la visione simboleggia che vi sarà una grande perdita di fede e verranno portati alla luce molti scandali…”
Di tanto in tanto ripenso alla sostituzione di Paparatzy con il gesuita Bergoglio. Quando il fatto avvenne se ne dissero di belle… ed ancora le polemiche imperversano, soprattutto dopo la giravolta globalista del sostituto, messo lì apposta…
Ma poi mi chiedo chi me lo fa fare di occuparmi degli scandaletti vaticani? In fondo si tratta di “affari” e di “giochi di potere” interni ad una istituzione, sedicente religiosa, che non ha alcuna veste di spiritualità, una aggregazione pretesca che è in realtà apparato finanziario. Vescovi, cardinali, papa (e antipapi stile mons. Viganò), tutti si sbracciano a dire cose su cose. Sull’amarezza del pontefice (sia il dimissionato che l’attuale), sui cardinali e vescovi infedeli, sul nemico esterno e su quello interno, sui cambi di gestione nella fede, sulle lusinghe d’oltre oceano (leggi dal fondo del Mediterraneo), sulla pedofilia, sulla lotta fra clan, sullo sfregamento tra banche…
Il fatto vero è che ormai la religione in tutte queste faccende vaticane non c’entra più nulla. Il vaticano è una società per azioni, che combatte per mantenere almeno una particina nella spartizione della ricchezza mondiale. Ben inteso si tratta di una ricchezza “virtuale” in quanto ormai il senso stesso di ricchezza è obsoleto… Forse sarebbe meglio usare il termine “capacità di controllo delle masse”.
In questo gioco il vaticano è decisamente perdente, ha dovuto recedere di fronte ai diritti accampati dai “fratelli maggiori”, di fronte ai potentati economici dei Rothschild, della Goldman Sachs, dei Mordecai vari… Ormai le diatribe son solo sui numeri. Ed i più grandi miscredenti, coloro che professano intimamente l’apostasia, sono tutti lì riuniti, in quella casa romana, con i loro berretti rossi e viola in testa.
In fondo mi dispiace, in fondo provo compassione per la figura di quel povero Cristo messo in croce per ottenere il risultato di secoli e secoli di prevaricazioni e persecuzioni contro l’umanità e la natura, tutto compiuto a suo nome dai suoi “rappresentanti” in terra.
Povero Cristo innocente, sì, e povera Roma imbrogliata due volte, la prima volta quando vendette la sua dignità politica affidandosi al cristianesimo, nel tentativo di continuare la sua missione universale, la seconda volta (adesso) in cui il marciume accumulato nei secoli prende a traboccare inesorabilmente trascinando con sé l’ultima parvenza di onore.
Roma…
Scriveva Federico Nietzsche: “E’ col trionfo “ecumenico” cristiano (sventura dell’umanità, degli animali, del mondo) che si è realizzata una globale inversione dei valori. Tutto ciò che nel mondo pagano, tra i nostri padri contadini politeisti, era percepito in maniera retta, pulita, veritiera, si è velato e capovolto. Mai un antico avrebbe dato, per esempio, nome di “amore” all’odio o viceversa. La nera pretaglia sfruttatrice è proprio questo che impose, urbi et orbi. Così, per almeno mille anni essa torturò in nome del bene…”
Paolo D’Arpini