Ho presentato, ed è stata pubblicata dal Senato il 6 ottobre (Atto 4-06087; https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Sindisp/0/1313942/index.html), una interrogazione ai Ministri dell’Interno e della Cultura perché all’inizio di agosto, a Scisciano (NA), è stato demolito lo storico complesso edilizio rurale denominato Casale De Falco, con l’avallo dell’Amministrazione Comunale e prima che la Soprintendenza competente portasse a termine la (tardiva) istruttoria per la verifica dell’interesse culturale ex art. 12 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. A Scisciano, dunque, dove il 64,46% delle abitazioni sono abusive, si continua a consumare suolo, a distruggere le superstiti testimonianze del patrimonio culturale, ad autorizzare lottizzazioni spacciandole per riqualificazione e rigenerazione urbana. In luogo del Casale De Falco, ad esempio, sorgeranno 40 appartamenti e 80 box auto che, alterando il principio di un ordinato ed equilibrato assetto territoriale e determinando uno sfregio permanente al paesaggio rurale e urbano, avranno un severo impatto sul carico urbanistico. Ho chiesto, perciò, in particolare al Ministro dell’Interno, “se non ritenga necessario avviare un approfondito esame sull’attività edilizia nel comune di Scisciano… verificando se sia stata garantita la conformità dei progetti presentati alle previsioni degli strumenti urbanistici, ai regolamenti edilizi e alla disciplina urbanistico-edilizia vigente e se siano stati assicurati l’imparzialità, il principio di buona amministrazione, il soddisfacimento dell’interesse pubblico”, E ancora: “se non intenda fare chiarezza su eventuali responsabilità, correlazioni e collusioni di membri del collegio amministrativo in veste di portatori, nella vicenda edificatoria, di interessi personali diretti o indiretti, in contrasto reale e potenziale con gli interessi del Comune, così come è stato denunciato dalla stampa locale”. In fine: “se sia stata ben mantenuta la distinzione tra le funzioni, competenze e responsabilità degli organi politici e di quelle proprie dei dirigenti delle rispettive amministrazioni” e “se ritenga che i soggetti politici coinvolti nella vicenda edificatoria siano idonei ad adempiere imparzialmente i doveri connessi all’esercizio dell’incarico loro affidato o piuttosto essi non rientrino nell’ipotesi di incompatibilità prevista dall’art. 63, comma 1, n. 2, del decreto legislativo n. 265 del 2000”.
Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto) – Commissione Cultura