Riflessioni sulla scarsissima affluenza dei cittadini alle urne calabresi

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani ritiene importante proporre alcune riflessioni sulla scarsissima affluenza dei cittadini alle urne calabresi. In Calabria ha votato solo il 43,38%. Come avevamo segnalato, la situazione è veramente catastrofica: 6 cittadini su 10 non si sono espressi, rinunciando al loro diritto / dovere di voto nel silenzio generale. I media nazionali hanno archiviato un simile dato, a dire il vero sconfortante, come in linea con le tendenze regionali passate; conseguenzialmente il fatto che non si votasse prima e non si voti ora rientra perfettamente nella normalità del contesto. Non sappiamo se sia più deprimente il risultato in sé o una simile conclusione. Intanto in una delle aree più degradate e a criminalità più elevata non si vota. Le persone sono scoraggiate: non vedendo servizi, infrastrutture, possibilità di sviluppo economico non riescono più a sperare di poter cambiare le proprie sorti attraverso la democrazia indiretta.

In Calabria è stata uccisa la speranza e pare non importi a nessuno. Occorrerebbe un drastico cambiamento di rotta con interventi tangibili da parte della politica: provvedimenti tesi a fare uscire dalla ghettizzazione una regione isolata e tagliata fuori da tutti i processi di ristrutturazione e innovazione, irreversibilmente destinata allo spopolamento e all’emigrazione. Sarebbe necessaria la presenza sul territorio di una classe dirigente nei partiti preparata, strutturata, generosa, attenta, capace di intercettare la voglia di cambiamento e di rinascita che cova sotto cumuli di cenere e detriti determinati da delusioni politiche decennali. Non ci si può ricordare della Calabria solo in occasione del voto amministrativo / politico.  È inutile negare la correlazione stretta esistente tra astensionismo elettorale e sottosviluppo economico: la provincia di Crotone con il 39,28% è fanalino di coda preceduta da quella di Vibo Valentia con il 39,97% di elettori; mentre nella classifica stilata dal Sole24Ore le città calabresi si posizionano nella zona rossa.

Auspichiamo un vento di novità e maggiore sensibilità da parte di tutti gli attori sociali e politici.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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