PROFIT FARM: LA PRIMA PIATTAFORMA DI LENDING CROWDFUNDING DEDICATA A CREDITI CHIUDE LA SESTA OPERAZIONE IN 24 ORE

PROFIT FARM: LA PRIMA PIATTAFORMA DI LENDING CROWDFUNDING DEDICATA A CREDITI CHIUDE LA SESTA OPERAZIONE IN 24 ORE

 

A soli sei mesi dall’ingresso sul mercato, Profit Farm si conferma un’opportunità sicura per piccoli e grandi risparmiatori, per imprese e organizzazioni creditrici che possono rendere liquidi più rapidamente i propri risparmi

PROSSIMA OPERAZIONE DEL VALORE DI 50.000 EURO PREVISTA PER IL 25 DI OTTOBRE

04 ottobre 2021. Si è conclusa in sole 24 ore la sesta operazione di Profit Farm, la prima piattaforma di lending crowdfunding dedicata a crediti nata con l’obiettivo di offrire rendimenti fino all’8% annuo[1], aprendo ai privati il mercato dei crediti esigibili e non ancora riscossi, da sempre riservato ai soli investitori istituzionali.

Nello specifico, l’operazione Niagara 2, del valore di circa 50.000 euro, ha riguardato la cessione di crediti fiscali, nuovo segmento dei crediti che Profit Farm sta presidiando accanto a quelli esigibili dalla Pubblica Amministrazione e altri soggetti privati ugualmente solvibili.

Cristiano Augusto Tofani, Presidente e Co-Fondatore di Profit Farm ha sottolineato: “La cessione dei crediti fiscali inizia a conquistare una parte rilevante nell’ambito del più ampio mercato della compravendita dei crediti. Questa la ragione per cui abbiamo scelto di operare anche in questo ambito, coerentemente al desiderio di offrire una concreta opportunità ai micro e grandi risparmiatori di impiegare il proprio denaro maturando rendite particolarmente alte attraverso il finanziamento di operazioni di acquisto e incasso di crediti esigibili verso la Pubblica Amministrazione e altri soggetti privati ugualmente solvibili, anche con piccoli capitali”.

La prossima operazione Magnolia3, relativa a un credito nei confronti della PA e del valore di 50.000 euro è prevista per il 25 di ottobre.

Quella offerta da Profit Farm è un’opportunità confermata anche dai numeri. In Italia il volume d’affari della cessione di crediti, esistenti o futuri, ha raggiunto, nel 2020 (Banca Ifis) l’importo complessivo di 228 miliardi di euro, il 42%, pari a circa 95 miliardi di euro, è costituito da crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione centrale e, secondo le elaborazioni effettuate dagli analisti di Profit Farm 1,9 miliardi di euro sono riferibili a crediti fiscali.

La start up fintech nasce grazie all’iniziativa di un team di professionisti con una importante e comprovata esperienza nella gestione di crediti deteriorati e da una intuizione dell’Avvocato Cristiano Augusto Tofani (Presidente e co-founder di Profit Farm), che ha al suo attivo un track record di gestione di oltre 1.700 posizioni di crediti deteriorati, avendo peraltro svolto anche il ruolo di advisor in molteplici operazioni di cartolarizzazione.

La visione alla base del progetto è quella di mettere in moto la liquidità del Paese: Profit Farm offre infatti, da un lato, ai risparmiatori un’opportunità alternativa e interessante di impiego dei risparmi fermi sui conti correnti, dall’altro a imprese e organizzazioni di rientrare il prima possibile del proprio credito (giuridicamente certo ed esigibile) rimettendo in circolazione liquidità a beneficio dell’economia reale, svolgendo, di fatto, anche una funzione “sociale” e di “acceleratore” per la ripresa economica.

Due aspetti destinati a generare valore in un contesto complesso come quello attuale in cui i risparmiatori faticano a trovare un’offerta in grado di garantire anche la minima remunerazione e le imprese hanno bisogno di liquidità per ripartire.

 

COME FUNZIONA PROFIT FARM

I risparmiatori possono “prestare”, tramite la piattaforma Profit Farm, capitali destinati all’acquisto di crediti di fatto “blindati” (perché ad esempio assistiti da una sentenza definitiva o altro titolo sostanzialmente equipollente) vantati da società ed enti nei confronti della Pubblica Amministrazione (centrale o locale) o altri soggetti privati ugualmente solvibili. Elemento fondante del modello proposto è che l’impiego del capitale per queste operazioni ha un profilo di rischio bassissimo a fronte di una rendita addirittura maggiore rispetto a quella attesa per operazioni ben più rischiose. Le posizioni di credito vengono infatti selezionate da Profit Farm, all’esito di una approfondita due diligence anche sul cedente, esclusivamente tra quelle che lo Stato, o il privato solvibile, è tenuto a saldare a breve termine (generalmente entro 12/24 mesi), essendosi già chiuso il relativo iter giudiziario con una sentenza inoppugnabile (o altro titolo definitivo equipollente) a favore del creditore. Un iter che prevede che al creditore debba essere versato non solo il capitale ma anche l’interesse moratorio legale dell’8% annuo che la piattaforma, all’incasso del credito, riconosce interamente ai risparmiatori (i “Lenders”) che hanno finanziato l’operazione.

I risparmiatori che desiderano diventare Lenders possono selezionare l’operazione da finanziare tra quelle presentate sulla piattaforma in modo semplice, dettagliato e trasparente, prestando importi a scelta a partire da appena 500 Euro. Per ciascuna proposta di finanziamento vengono esplicitamente evidenziati il periodo di sottoscrizione, il presumibile tempo di incasso ed il tasso di rendimento riconosciuto, che viene quindi stabilito con precisione.

Profit Farm introduce peraltro un processo innovativo diretto ad abbattere sia i rischi di impresa tipici delle piattaforme di equity crowfunding, sia quelli relativi alla solvibilità del credito normalmente connessi alla gestione degli NPL. Da un lato, infatti, il risparmiatore/Lender non acquista, come avviene tipicamente nelle piattaforme di equity crowfunding, quote della società che propone un proprio progetto da finanziare ma effettua un semplice prestito a una società che gestisce esclusivamente l’incasso di uno specifico credito, con garanzia reale diretta a valere sullo stesso, la cui riscossione il Lender intende finanziare. D’altro lato, i tipici rischi di solvibilità connessi alla gestione dei crediti “scaduti” sono di fatto sotto controllo, essendo il debitore lo Stato, attraverso una Pubblica Amministrazione, o altro soggetto privato selezionato tra quelli ad elevato rating di solvibilità.

 

 

[1] La normativa in tema di ritardati pagamenti (D.Lgs. 231/2002 poi modificato dal D.Lgs 192/2012) – in attuazione di una direttiva comunitaria (direttiva 2000/35/CE poi sostituita e rafforzata dalla direttiva 2011/7/UE) – impone a tutti i debitori, ivi inclusa la P.A., di corrispondere, oltre all’importo dovuto in linea capitale, anche gli interessi moratori legali al tasso BCE (oggi pari a 0) oltre ad uno spread di 8 punti percentuali. Il rendimento al prestatore può quindi oggi arrivare fino all’8%.

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