Libri: le dipendenze, la libertà e un’analisi sociale in “Chi paga il riscatto di Cappuccetto Rosso…”, di Barbara Appiano

Libri: le dipendenze, la libertà e un’analisi sociale in “Chi paga il riscatto di Cappuccetto Rosso…”, di Barbara Appiano

Roma, 25 settembre 2021 – Le dipendenze da droghe e farmaci, la libertà e un’analisi sociale tagliente sono i protagonisti del libro “Chi paga il riscatto di Cappuccetto Rosso, ostaggio dell’anonima “Boschi in quarantena” e sorvegliata dal Covid messo in libertà sulla parola“. L’autrice è Barbara Appiano, famosa per essere prolifica nella produzione di libri intrisi di poesia (si destreggia tra prosa, poesia e saggistica mantenendo sempre alta la qualità della scrittura), che spaziano nel sociale, ambiente, etica e filosofia della scienza.

I protagonisti di questa ultima fatica dell’autrice sono Cappuccetto Rosso, il bosco di Rogoredo situato nell’hinterland milanese e famoso per essere il centro di spaccio più frequentato del Nord Italia, il lupo cattivo che agisce sotto le smentite spoglie della droga declinata nelle sue varie forme, eroina, cocaina e pastiglie varie.

A parlare nel libro è la droga in prima persona, che terrà letteralmente in ostaggio il lettore dall’inizio alla fine della lettura. Cento pagine di saliscendi tra ironia, sarcasmo e lucidità intellettuale che per l’autrice, abile nel gioco delle parole, è sinonimo di denuncia sociale, coerente e fedele al messaggio di allarme che vuole dare attraverso una scrittura che non è condizionata, come la stessa autrisce spiega.

“Io sono libera e tale resterò fino all’ultimo giorno della mia esistenza, perché la libertà non è negoziabile, non essendo un prodotto di largo consumo come un’aspirapolvere o l’ultimo modello di smartphone, ma un valore o meglio un bene  universale come matrice della nostra umanità perduta che stenta a ritrovarsi”.

 

Barbara Appiano insieme alle droghe protagoniste con Cappuccetto Rosso di questa fuga dalla realtà, luogo in cui anche gli alberi si ribellano e rivendicano il loro jus soli di produttori di ossigeno, inserisce altro fenomeno ipnotico dilagante conosciuto  come Covid-19.

Il Covid entra così “a tampone teso” dentro la narrazione, insistendo per farsi assumere come attore protagonista di una storia dove anche gli alberi secolari e non di Rogoredo, relativi altri boschi disseminati in tutta Italia, temono di più il degrado di tale fenomeno non meno pericoloso di un incendio cosi detto boschivo.

Il libro fa parte di una nuova collana inaugurata dall’autrice dal nome molto originale “Sono un libro non sono un hot dog”, in partnership con il quotidiano online “Il Corriere dello Spettacolo“, fondato e diretto dal giornalista e scrittore Stefano Duranti Poccetti, che ne ha scritto la prefazione.

Questa la prefazione del libro di Stefano Duranti Pocetti, giornalista e direttore de “Il Corriere dello Spettacolo”.

Cappuccetto Rosso nel mondo delle dipendenze

“Con questo libro, Barbara Appiano, come al solito, dà luogo a una creativa e approfondita analisi sociale, facendolo attraverso personaggi della fantasia. In questo caso quelli che appaiono sono Cappuccetto Rosso e il Lupo, in un contesto in cui viene indagata la problematica della dipendenza da droghe, che sfocia in un’altra dipendenza, per certi versi più grave, vale a dire quella della pericolosa abitudine della perdita della libertà, che ci viene sottratta nel nome di una certa giustizia promulgata dai vertici. Ma quella giustizia è realmente una giustizia adatta per tutti?

Cappuccetto Rosso è stata presa in ostaggio, da chi? Da coloro che le vogliono togliere la libertà nel nome del progresso e del “bene comune”, cercando di plasmare i suoi puri valori, affinché la bambina possa essere assoggettata alla massa, quella massa completamente presa dall’estirpare il Covid e che per farlo trova una sola strada: quella della vaccinazione.

E non è la stessa ossessione per la vaccinazione a diventare dipendenza? Una dipendenza dai consigli del medico, che decide la strada da seguire. Insomma, noi apparteniamo prima alla medicina che a noi stessi? Prima alla medicina che a Dio? Ecco che vengono naturali tali quesiti, leggendo questo libro, che descrive perfettamente una società annientatrice dell’indole.

Dunque, ricapitolando: esiste la tossicodipendenza e non solo dalle droghe comuni, ma anche dalle “droghe buone”, quelle che vogliono iniettarci per il cosiddetto “bene comune”. Dicono che sono indispensabili e non importa se ci sarà qualche morto, perché quel morto sarà sacrificato in modo onorevole al “bene comune”. Ed ecco che così nasce un’altra pericolosa dipendenza, quella per la medicina, che non nasce ora coi vaccini, dopo anni di aspirine che vengono raccomandate per qualsivoglia evenienza. Questi farmaci non creano forse dipendenza e assuefazione? Certo, ma sono per il “bene comune” e dunque possono essere presi, perché no, anche con leggerezza.

Come al solito, i brevi testi di Barbara sono densi di significati sociali e anche filosofici e questo è molto stimolante, perché da ogni lettura è possibile estrapolare molteplici punti di vista, uscendo dalla lettura di questi volumi con tante domande, tanti ragionamenti interessanti. Ne usciamo anche con un po’ di amarezza, dato che l’autrice delinea una realtà corrotta, dove gli interessi materiali predominano sulla spiritualità e suoi valori. Gli unici modi per fuoriuscire da questo fango in cui siamo rimasti impantanati sono la scoperta di noi stessi e la credenza in Dio“.

Della postfazione della Prof.ssa Francisetti Brolin Sonia :

In un mondo colpito dalla pandemia, come anestetizzato da una quarantena infinita, Barbara Appiano ci propone una versione alternativa di Cappuccetto Rosso, in cui il lupo cattivo è rappresentato dalla malinconia o meglio dalla noia rispetto alla vita.

Con toni alla Montale, quasi a farci toccare il mal di vivere di un’intera generazione, la Cappuccetto Rosso moderna non arrossisce, né va mai a dormire, bensì cerca continuamente di essere sveglia, di mantenersi sul pezzo, secondo il gergo giovanile. Nell’ansia di essere sempre su di giri, la scrittrice mostra bene il ripetersi di una pellicola uguale a se stessa, nella smania di nuove dipendenze, per non sentire il peso di una realtà troppo vuota rispetto agli standard dei video alla moda.

La prima parte del testo si sofferma sulla droga, sapientemente evocata con immagini icastiche che raffigurano il bosco di Rogoredo. Se la boscaglia è il luogo dell’incontro con il lupo cattivo, nella narrazione di Barbara Appiano, dal tono visionario post-strutturalistico, la natura incontaminata è associata alla siringa, alla ricerca smaniosa di una dose, al braccio con il

laccio emostatico verso un nuovo trip con lo sguardo sognante verso la vita, nonché verso la morte, come se la sfida di ogni limite fosse l’unico modo per sentire davvero qualcosa.

L’eroina assume i tratti di una matrigna chimica, creata in un laboratorio per una generazione che ha dimenticato il timido

rossore delle gote. Viene così accostata alla cocaina, la polvere bianca che ha sostituito il buon odore di borotalco delle nostre nonne.

In un mondo ovattato emerge dunque un’altra forma di dipendenza, cioè l’utilizzo spasmodico di internet, con cellulari, computer e tablet perennemente connessi sui social, come se lo slogan life is now di una nota compagnia telefonica fosse diventato il mantra di una gioventù incapace di disconnettersi per guardare il paesaggio o parlare con un amico, senza

cercare soltanto una posa da esibire su facebook.

La vita mostrata sui social network  diventata una sorta di droga perenne nel periodo del lockdown, quando, chiusi in casa, abbiamo cercato un anestetico ai nostri sentimenti malati.

Barbara Appiano sottolinea bene come il Covid abbia tristemente enfatizzato le nostre dipendenze; rispetto all’immagine di chi a Roma cerca Tivoli e a Tivoli cerca Roma, per dirla con Orazio, la pandemia ha eliminato ogni possibilità di evadere da noi stessi, mostrandoci la fragilità della malinconia di fronte a un tramonto in solitudine, osservato da una finestra

troppo stretta.

A quanti si sono sentiti piccoli nelle loro stanzette, a quanti hanno urlato dai balconi, a quanti hanno cercato una via di fuga in una società distrutta dalla pandemia, il libro di Barbara Appiano non presenta una soluzione, perché è impossibile guarire l’uomo dal mal di vivere, ma evidenzia quanto ciascuno di noi si senta solo nella vita di fronte a eventi traumatici, come

l’emergenza sanitaria che ha colpito l’umanità.

Se avvertiamo il peso della solitudine, se inseguiamo un’emozione forte per non pensare, l’unica possibilità è riscoprire la “social catena” della Ginestra leopardiana. Forse non è ancora arrivato il momento, ma dalla cenere il fiore risolleverà lo stelo; infatti la Cappuccetto Rosso del 2021 è pronta ad avere la meglio sul lupo, come in ogni fiaba tradizionale”.

Riguardo Barbara Appiano

Barbara Appiano è un fervente fenomeno letterario, in continuo movimento, con all’attivo ben 28 libri, con molti altri ancora in preparazione.

È definita la cantrice del disagio del sociale a difesa della natura, della conservazione dei beni monumentali artistici, a difesi dei pazienti psichiatrici , i suoi libri sono degli esseri viventi che parlano di inquinamento del mare , della devastazione del terremoto di Amatrice -terremoto del 24 agosto 2016- in particolare di Saletta frazione di Amatrice, del disagio mentale, della problematica sulla maternità surrogata o meglio conosciuta come “utero in affitto”, dell’ossessione dell’abuso della chirurgia plastica ,della sindrome da attaccamento simbiotico con il nostro smartphone, piuttosto che il fenomeno del bullismo e ancora il problema delle discariche abusive e dell’inquinamento con il pericolo dell’estinzione degli animali,oltre al tematica del recupero ambientale e alla conservazione dei beni artistici monumentali italiani.

L’artista ha rappresentato l’Italia alla London book fair, alla fiera del Libro di New York così come alla fiera di Guadalajara (Messico), Mosca, Torino, Modena ,Bordighera, al salone della cultura di Milano e alla fiera del libro di Roma e si considera una lavoratrice socialmente utile, a paga sindacale pari allo zero.

I suoi libri mantengono una ricerca senza sosta della bellezza e della verità, spaziando nell’ambito sociale e contemporaneo, nella conservazione dei beni artistici e monumentali italiani, in  difesa della natura e delle  specie a rischio di estinzione e in difesa dei  disabili psichiatrici e della  malattia  mentale.

Barbara Appiano collabora con varie istituzioni nazionali e internazionali quali Il MuMa, Il Museo del Mare di Milazzo, l’ Associazione Nazionale dei Familiari dei Pazienti Psichiatrici “Abbraccialo x me”, e ancora “Amici per sempre”, un’associazione fondata dal medico chirurgo primario ospedale di Desio Dott. Dario Maggioni, con il progetto internazionale per la salvaguardia della fauna selvatica africana a rischio di estinzione quali elefanti e rinoceronti Pengo Life Project.

La Appiano collabora inoltre con il Gruppo Donatori Sangue della Presidenza del Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi, il Comitato  RicostruiamoSaletta.org per la ricostruzione del borgo Saletta, frazione di Amatrice, devastata dal terremoto del 24 agosto 2016, con il Centro Cardiologico Monzino per la ricerca cardiovascolare, con l’Istituto Oncologico Europeo per la ricerca oncologica.

Ha collaborato con la rivista cartacea internazionale per la cultura “Le Muse” recensendo diffusa in tutto il mondo, traducendo autori contemporanei con il Corriere dello Spettacolo, giornale per la cultura fondato dal dott. Stefano Duranti Poccetti. il cui logo è rappresentato in prima di copertina, con la prestigiosa rivista Il Borghese, e la testata Informazionecattolica.it.

Nel passato ha anche collaborato con Cosmpolitan con articoli di costume e società sulla sua città di origine Torino, oltre ad avere collaborato come marketing manager per la comunicazione industriale con le testate Automazione Oggi, Packging, Assemblaggio.

L’autrice è stata ospite in passato al Maurizio Costanzo Show, ha partecipato numerose volte alla trasmissione televisiva “Libri oggi” condotta dal  critico letterario  Dott. Andrea Menaglia sul Canale nazionale Italia 161, in cui ha presentato i suoi numerosi libri, oltre ad essere stata intervistata da  Radio Cusano Campus, Radio Onda Web di Napoli,  Radiodueminutiunlibro.it, mentre alcuni suoi racconti sono stati letti da Maria Cocozza del TG5 nella trasmissione  Arca di Noè come ad esempio nella puntata del 23 maggio 2021 con la presentazione del libro “Dighe e cascate finchè ci sarà sete illustrato dai disegni dei bambini della scuola primaria Carrubaro di Milazzo narra la storia tragica di un capodoglio chiamato Siso morto sulla spiagga di Milazzo per avere mangiato plastica (www.mediasetplay.mediaset.it/video/larcadinoe/il-can-piello_F310590001034C14).

Alcune copertine dei suoi libri quali “Da grande farò il pedofilo”, “Fuga in monopattino di un pellicano in stato di ebbrezza” e ” Bulli e atolli il mondo non è dei polli” verranno inseriti nel prestigioso catalogo “Arte in quarantena” Editoriale Giorgio Mondadori per l’edizione Premio Modigliani Festival di Spoleto che avrà la presentazione a Spoleto nel mese di Luglio, trattasi di un catalogo con note di Vittorio Sgarbi,Alessandro Meluzzi, Maria Rita Parsi Paolo Liguori e altri in quanto le copertine sono state considerate delle opere d’arte al pari di un disegno-bozzetto-dipinto.

L’autrice ha lavorato con lo  scrittore Domenico Rea (Premio Strega), è stata collaboratrice della rivista mensile Cosmopolitan  è stata nominata dal Ministero dei Beni Culturali “Lettrice d’eccezione”, per la sua attività di lettrice nelle scuole in era pre-covid con le quale collabora in particolare con gli alunni della scuola primaria Carrubaro di Milazzo, per l’illustrazione del libro “Dighe e cascate finchè ci sarà sete,” in partnership con il Museo del Mare di Milazzo, con gli alunni delle quinte classi della scuola primaria F.D’Assisi di Correggio (RE) per le illustrazioni interne del libro di con all’attivo ben 20 libri (e molti altri sono in preparazione).

I suoi libri mantengono una ricerca senza sosta della bellezza e della verità, spaziando nell’ambito sociale e contemporaneo, nella conservazione dei beni artistici e monumentali italiani, in difesa della natura e delle specie a rischio di estinzione e in difesa dei disabili psichiatrici e della malattia mentale.

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che ha ricevuto e letto i suoi libri si è congratulato con Barbara Appiano per la creatività finora espressa e per i temi che il medesimo Presidente condivide, quali difesa ambiente, diffusione dell’arte e impegno nel sociale.

Molti suoi libri hanno il patrocinio di diverse grandi istituzioni, il cui ricavato delle relative vendite viene donato in beneficienza alle associazioni interessate.

 

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