Sono migliaia i medici, gli avvocati, gli scienziati, i politici, i giornalisti e gli uomini di cultura che in Italia si sono schierati apertamente contro il vaccino e contro la tessera di nazista memoria, ipocritamente chiama grees pass. Eppure, a riprova che l’informazione non è libera, sulle TV pubbliche, sino a poche settimane fa, a dare voce ai 15 milioni di italiani che hanno rifiutato il siero sperimentale (il 25% della popolazione), non veniva invitata alcuna rappresentanza. Neppure uno degli 800 medici italiani che per poca trasparenza sulla composizione del vaccino (i brevetti ne impediscono l’analisi) e la loro mancata sperimentazione, si sono giustamente rifiutati di farsi vaccinare e soprattutto, per deontologia professionale, di vaccinare i pazienti ammaliati dalla propaganda mainstream. A rompere la passerella dei soliti quattro gatti in camice bianco, più innamorati dei riflettori che delle corsie d’ospedale, ha iniziato Mario Giordano, Massimo Cacciari e Carlo Freccero. Tutti con modalità proprie, dopo essersi scrollati di dosso gli schizzi di fango, o meglio la nomea di novax&complottisti inventata di sana pianta da chi al popolino squattrinato preferisce le più “vantaggiose” big pharma (vale a dire le aziende “filantrope” che nel giro di due anni hanno centuplicato le quotazioni in borsa) hanno accennato al grande reset. Le accuse di complottismo sono state respinte spiegando che non c’è nessun complotto e nessun bisogno di “prova inconfutabile” dato che il “Grande Reset” è il progetto ufficiale del Wef (World economic forum) ed è descritto minuziosamente dal suo stesso autore in due libri: “La quarta rivoluzione”, con prefazione di John Elkann e “Covid-19: The Great Reset” uscito agli albori della pandemia. Hanno inoltre specificato che questo autore non è un complottista qualunque, ma una personalità di spicco mondiale come Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo di quel World economic forum che raccoglie ogni anno le persone più importanti del mondo nel forum di Davos. Pochi segnali controcorrente, che però potrebbero costituire l’inizio della fine del più grande inganno mediatico della storia dell’informazione.
Gianni toffali