IL LAVORO OGGI: TRA REALTA’ E SFIDE AL CAMBIAMENTO

IL LAVORO OGGI: TRA REALTA’ E SFIDE AL CAMBIAMENTO

Dal Congresso Nazionale di UGL COMUNICAZIONI il dibattito sulle maggiori aziende del settore della comunicazione dalla RAI a POSTE ITALIANE

di Mira Carpineta

La settimana scorsa, dal 14 al 16 settembre 21 si è svolto a Pomezia il Congresso straordinario di UGL COMUNICAZIONI, la sigla in cui sono confluite tutte le rappresentanza sindacali UGL dei diversi settori della Comunicazione, da Poste Italiane a RAI, SIAE, CINECITTA’ e altri. Salvatore Muscarella, già Segretario nazionale di Poste,  è stato nominato a capo dell’organizzazione.

La tre giorni dei lavori ha visto numerosi interventi  che hanno focalizzato l’attenzione sulla necessità di strutturare un nuovo modello sindacale, adeguato alle importanti trasformazioni in atto nel settore, soprattutto dopo il drammatico periodo pandemico vissuto.

“ Il nuovo mondo che si sta materializzando – ha dichiarato il Segretario Salvatore Muscarella nella sua relazione introduttiva – dopo i profondi cambiamenti che hanno messo in discussione tutti gli ambiti della vita sociale, dalle relazioni alle libertà fondamentali, necessità di una seria discussione per rimodulare modelli di lavoro e di sindacato. A chi afferma che il sindacato non sia oggi più necessario, va detto che, se possibile,  le esigenze sono invece moltiplicate,  con l’avvento  – in questo particolare periodo, forzato – dell’utilizzo di nuove tecnologie, nuove tipologie di lavoro, nuovi paradigmi sono quindi indispensabili.  Deve trovare finalmente  compimento – ha proseguito Muscarella – quell’articolo 46 della Costituzione, ad oggi  praticamente disatteso, nonostante la profonda modernità dei suoi contenuti e la puntualità e sensibilità delle parole usate dal legislatore: elevazione sociale, armonia, esigenze della produzione ma soprattutto diritto a collaborare”.

Occorre,  secondo il Segretario, restituire voce al mondo del lavoro, anche con una legge sulla rappresentanza sindacale, che inneschi una riforma strutturale in un ambito, quello lavorativo appunto, in costante disgregazione e polverizzazione.

Una cultura manageriale ferma agli anni 80 e basata essenzialmente sul risultato a tutti i costi,  mostra inesorabilmente la sua obsolescenza concettuale, laddove alla ricostruzione,  non solo in termini economici, deve essere affiancata alla libertà di espressione nel lavoro, il recupero della sua dignità e la sua qualità come bussola.

“Insomma il punto non è solo creare più occupazione – ha ribadito Muscarella – ma se essa sarà in grado di affrontare un cambio di paradigma che generi  dosi di libertà “

Nell’analisi dei singoli settori che compongono la federazione UGL, sono emersi i nodi che affliggono il mondo della comunicazione. Sulla RAI “ non c’è investimento o riconoscimento economico che possa superare il contenuto di una saggia e proficua messa a regime de capitale umano – dichiara il segretario – I tre anni trascorsi in sostanziale immobilismo, fra ipotetici piani industriali mai realmente avviati, i soliti balletti di nomine nelle direzioni, le gravi responsabilità nell’aver perso le sfide sul lavoro agile (smartworking) e postazione condivisa (desk sharing), ricorso incontrollato ad appalti e inutili collaborazioni, hanno avuto come effetto il proliferare di inaccettabili fenomeni di dequalificazione e demansionamento dei  lavoratori. Per non parlare del grave ritardo tecnologico che affligge le sedi e i centri di produzione. “

Sul tavolo congressuale sono giunte anche le problematiche che soprattutto negli ultimi due anni hanno investito il mondo dello spettacolo, del cinema, in tutte le loro declinazioni e di cui la UGL si fa carico per la discussione nei vari ambiti di competenza.

Infine il punto su Poste Italiane, tra le più grandi aziende  del Paese,  su cui verte il lavoro del sindacato . Il Segretario ha tenuto a rimarcare il ruolo svolto dai suoi lavoratori durante la pandemia: “ Da sempre si è parlato di sanità, istruzione, trasporti, industria, grande distribuzione, spettacolo, ma nessuno ha mosso un minimo di considerazione, rispetto, riconoscenza ai lavoratori di Poste Italiane che ogni giorno hanno continuato ad assicurare i servizi aziendali, in zona rossa o bianca, con i suoi sportelli e i suoi portalettere – ha continuato il Segretario –  Un’azienda che anche quest’anno è stata capace di portare  casa utili da capogiro, elargire premi senza alcuna considerazione di merito, di accreditarsi come eccellenza internazionale, ma allo stesso tempo incapace di dare a questi lavoratori il riconoscimento più schietto, quello della verità”

La UGL rimprovera a Poste Italiane il ritardo  nel fornire ai propri dipendenti i necessari dispositivi per la salute “ se non dopo asprissime lotte sindacali” ma non solo. Le denunce spaziano dalle condizioni di lavoro degli sportellisti “ trattati come piccioni viaggiatori, oggetto di continui distacchi. Direttori chiamati a gestire con notevole carenza di personale”. Il settore Mercato Privati di Poste italiane, stressato dal management per il raggiungimento degli obiettivi finanziari, risente ancora della buona reputazione di un’azienda storicamente considerata un perno sociale, ma che in realtà si traduce in mancate erogazioni di servizi universali.

La spinta tecnologica avviata dalla pandemia ha posto l’accento sulla necessità di sviluppare il settore tecnologico e digitale che improvvisatosi per ovviare all’emergenza ne ha mostrato le carenze strutturali. I risultati nonostante ciò sono stati positivi nella risposta del personale sia dal punto di vista organizzativo che lavorativo,ma ciò che si è creato occorre che venga organizzato, codificato con regole precise, riconosciuto in modo chiaro anche dal punto di vista contrattuale.

Se l’obiezione aziendale sul recapito, infine, si fonda sul “calo dei volumi” della corrispondenza, questo  secondo il sindacato è solo un espediente per giustificare una carenza di politiche attive che si basa ormai essenzialmente su contratti a tempo determinato, pochissime stabilizzazioni, a fronte di una massiccia politica di esodi.” Il personale di Poste Italiane  – conclude Muscarella – è passato infatti , solo nel periodo 2018 – 2020, da circa 134.360 dipendenti a 113.847, con una perdita di circa 20.000 unità. Eppure i risultati economici dichiarati dall’Amministratore Delegato Matteo Del Fante prevedono un incremento del fatturato a 12, 5 miliardi nel 2024. Un’amministrazione in perenne riorganizzazione che invece contrae incessantemente la forza lavoro e i servizi di distribuzione. “

 

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