IL PUNTO   n. 829 del  17 SETTEMBRE   2021 di MARCO ZACCHERA

A RICHIESTA DI MOLTI LETTORI CON QUESTA SETTIMANA “IL PUNTO” RIPRENDE ANTICIPATAMENTE LE SUE PUBBLICAZIONI CON CADENZA SETTIMANALE,  DI NORMA IL VENERDI’.

RICORDO CHE IL CONTENUTO DEI PEZZI E’ LIBERAMENTE RIPRODUCIBILE,  MA E’ SEMPRE GRADITA L’INDICAZIONE DELLA FONTE.

UN PARTICOLARE GRAZIE AI LETTORI CHE VORRANNO INVIARMI INDIRIZZI MAIL DI LORO CONOSCENTI PER ALLARGARE LA PLATEA DEGLI AMICI DE “IL PUNTO” :   PIU’ SIAMO, PIU’ CONTIAMO !

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SOMMARIO: – CARO NO VAX – LIBERTA’ – CROCEFISSO DEMOCRATICO – I COSTI DELL’ENERGIA – LO SCIPPO DELL’ASSESSORA

 

CARO NO VAX

Caro “No Vax” non pretendo di convincerti, ma vorrei farti leggere i messaggi che ricevo da tante parti del mondo, dove i vaccini in pratica ancora non ci sono.

Dal Nicaragua allo Sri Lanka, dall’India alla Cambogia, girando il mondo ho conosciuto tante persone e spesso sono rimasto in contatto con loro. Tutti quelli che vivevano di turismo da quasi due anni sono alla fame perché non arriva più nessuno. Non solo i proprietari o i dipendenti degli hotel, ma i piccoli commercianti, gli autisti, gli artigiani, le guide, i tour operator: è stata la loro completa rovina economica, ma anche quella fisica perchè non ci si può vaccinare, quindi non si può di fatto ancora circolare, i prezzi degli alimentari sono alle stelle, i mercati vuoti.

Si vaccinerebbero al volo, se potessero, per cercare almeno di andare a lavorare da qualche parte.

Quando ti lamenti tanto per la presunta mancanza di libertà, pensa per un attimo a chi questa libertà non ce l’ha, ma nel senso che neppure volendo può essere vaccinato. Il vaccino è cosa da mondo dei “ricchi”, gli altri muoiono e basta…  Anche per il Covid si allarga il divario economico nel mondo.

 

LIBERTA’ INFORMATICA

Nel caos dei decreti, delle dichiarazioni e delle polemiche su vaccinazioni e greenpass si continua ad invocare la “libertà” del non vaccinarsi. Non concordo, ma mi chiedo quante altre “libertà” siano allora violate ogni giorno sulle quali nessuno però mai obietta qualcosa.

Per esempio invoco la libertà dalla schiavitù che sono diventate   APP – PIN – SPID – PASSWORD ecc.

Fino a prova contraria non mi risulta che non sia un obbligo costituzionale ad essere dotati, per esempio, di un telefonino evoluto. Certamente , mala “semplificazione informatica” può essere util INVOCO LA LIBERTA’ DI AVERE SEMPRE E COMUNQUE ANCHE LA POSSIBILITA’ DI ACCEDERE AI SERVIZI PUBBLICI SENZA DISPORRE DI QUESTA APPARECCHATURE.

Milioni di anziani non sono esperti in queste cose, non hanno dimestichezza con i codici e troppe volte anche il Covid è preso a scusa per NON DARE SERVIZI AI CITTADINI. Come una volta gli analfabeti perdevano di fatto i loro diritti, così oggi i “semi-analfabeti informatici” sono emarginati.

 

CROCEFISSO DEMOCRATICO

E’ stata molto interessante la sentenza della Cassazione sull’esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche che non sarà più obbligo, ma frutto di una decisione a maggioranza “variabile” degli utenti, equiparandolo ad altri simboli religiosi sul piano della parità e della laicità dello stato.

Non entro nel garbuglio giuridico dal quale i Supremi Giudici riescono ad uscire con una sentenza più o meno pilatesca che può essere interpretata in modo diversi e contrapposti, resta il fatto che è un esempio in più per sottolineare come la demolizione della autocoscienza di appartenenza prosegua a pieno ritmo.

Alla fine non si nega l’esposizione di un crocefisso che un docente musulmano aveva contestato, ma si permette che nell’aula ci siano anche altri simboli religiosi per accontentare tutti. Un principio democratico, ma che sottolinea come di fatto il nostro paese è sempre pronto a rinunciare alla propria identità storica in nome della democrazia, ma non impone agli altri di uniformarsi. E’ un bene?

In una piazza della mia città da un paio di mesi è visibile spesso una famiglia musulmana “integralista” composta da un gruppo di donne circondate da una nidiata di figli che ostentano un burqua nero integrale dal quale traspaiono solo gli occhi. Nessuno si permette di contestare il loro abbigliamento, ma perché non si dovrebbe chiedere l’esposizione almeno del volto e non solo per motivi di sicurezza?

A quali pressioni sono forse sottoposte quelle donne per andare in giro vestite così? Condividono la scelta, oppure è stata a loro imposta? Se l’abbigliamento è imposto, una società laica non dovrebbe “liberarle” ? Le democratico-femministe locali non risultano in merito interessate alla questione.

Ma il vero quesito che pongo è come si possa volere  l’ “integrazione” se si preferiscono (e permettono) comportamenti di assoluta spaccatura con l’ambiente e con la comunità. Consentendo quegli abiti visibilmente intorno a quelle donne si costruisce un muro, non i ponti che vengo sempre invocati.

Questo atteggiamento è proprio curioso: noi dobbiamo spossessarci dell’identità per “aprirci”, gli altri possono restare “chiusi” e nessuno li critica, anzi, viene criticato – e magari definito razzista – chi (come me) solleva il problema

Tutte queste domande si concretizzano poi in tutta una serie di paradossi mentre ci facciamo sempre molti scrupoli di “politicamente corretto” , ma con i media che non chiedono mai agli altri di avere verso i nostri costumi un minimo di reciprocità.

Vale soprattutto nei confronti del mondo musulmano verso il quale i vertici della Chiesa cattolica sembrano vivere una condizione di inferiorità psicologica incredibile ed ingiustificata. Ribadisco: non si deve odiare nessuno, tantomeno il “diverso”, ma perché non si deve avere il “coraggio dell’appartenenza” denunciando anche i soprusi altrui verso i cristiani in una infinità di circostanze, così come le assurdità di tanti comportamenti islamici integralisti?

Non basta condannare il kamikaze di turno o genericamente la violenza visto che le comunità islamiche anche italiane tacciono sempre sulle questioni scostanti. Avete forse sentito qualche iman italiano condannare quanto è avvenuto in Afghanistan o la discriminazione delle donne, la loro separazione nelle scuole o il nuovo avvento della sharia?

Sia questo allora anche un modestissimo  “post” anche per Papa Francesco che è giustamente attentissimo ai Rom e ai rifugiati, ma su questi temi e sulla persecuzione contro i cristiani nelle aree islamiche o in Cina  – purtroppo – sembra sorvolare.

 

I COSTI DELL’ENERGIA

Aumenta il costo dell’energia (soprattutto il gas) e il conseguente travaso sulle bollette diventa sensibile. Forse è però il sistema migliore per capire come anche questi siano gli effetti della tanto decantata “transizione ecologica” di cui l’Europa si riempie la bocca e si svuota le tasche.

A tutti piace il green, che i ghiacciai che non si sciolgano così i poveri orsi bianchi non avranno più stress, ma poi – alla prova dei fatti –  l’ambiente viene violentato e sprecato nella maniera più stupida, assurda, inutile e con un disastro ambientale forsennato cui il mondo assiste impassibile.

Nessuno si chiede come mai i costi delle materie prime salgano alle stelle, quali siano le geo-politiche che ci stanno dietro con una Cina che sta acquistando, sfruttando e poi distruggendo tutto, come un enorme formicaio sostanzialmente senza regole eternamente affamato di tutto (soprattutto di energia), ma senza minimamente avere quella consapevolezza ecologica che purtroppo è solo di una piccola parte del mondo.

Insisterò invano, ma resta folle non voler studiare più a fondo i potenziali sviluppi dell’energia nucleare civile, così come l’energia elettrica non è “green” di per sé, ma dipende da come viene prodotta. Si devono mettere regole certe e per tutti a livello mondiale perché l’Amazzonia non è solo un bene brasiliano, così come l’Africa non può diventare un deserto cinese.

In un bilancio mondiale non ha senso spendere risorse per ridurre emissioni dove già sono controllate e limitate se poi si lascia continuare ad inquinare senza tregua in altre parti del mondo con risultati generali devastanti. Vale per l’energia, la pesca, l’acqua, le materie prime. Se non si fanno rispettare delle regole generali di risparmio ed utilizzo ottimale il mondo non vivrà di demagogia e bei discorsi. Chi controlla e  controllerà il mercato dell’energia come sempre controlla e controllerà il mondo, sia dal punto di vista economico che politico.

 

LO SCIPPO ALL’ASSESSORA

L’assessore alle politiche culturali di Torino, Francesca Leon, è stata scippata sotto casa e l’episodio ha meritato qualche pezzetto di cronaca data la notorietà del personaggio. Solidarietà all’assessora, ovviamente, sottolineando però che per lei si è trovato spazio in cronaca, mentre non si parla mai dei tanti scippi “normali” che a migliaia si ripropongono quotidianamente nelle nostre città.

Scippi, furti, violenze, danneggiamenti, degrado, sporcizia, spaccio: se ne parla poco in campagna elettorale, eppure le città che vanno al voto hanno tanti quartieri dove la legalità è solo formale, con aree intere che sono in mano alla delinquenza, spesso “etnica” o “interetnica”. A New York ai primi del ‘900 la chiamavano “mafia italiana”, ma noi della “mafia nigeriana” imperante in Italia sappiamo poco o nulla e neppure fa figo parlarne.

Il danno fisico ed economico e la mancanza di sicurezza quotidiana per i “cittadini semplici” non fanno infatti mai notizia, anzi, disturbano il mondo progressista.

La Leon – quella scippata – ha molto insistito in passato sui pregi dei “quartieri multietnici”, che sono poi sono quelli conciati come troppe volte abbiamo tutti sotto gli occhi. Chissà se, subendo di persona la violenza proprio da un immigrato, non si sia chiesta se certe politiche “progressiste” non abbiano contribuito a portare le città a questo generale degrado.

Probabilmente in pubblico non lo ammetterà mai, ma io credo che dentro di sé un po’ ci abbia pensato…

 

Un saluto a tutti                                                                                  MARCO ZACCHERA

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