Napoli: al Vomero continua la scomparsa delle attività storiche
Quartiere trasformato in un fast food a cielo aperto
“ Continua, senza sosta, la scomparsa dei più antichi negozi del Vomero, al cui posto, in molti casi, sono sorte attività per la somministrazione di cibi e bevande, che, con la presenza di gazebo, tavolini e sedie, hanno di fatto trasformato il quartiere collinare della Città, un tempo conosciuto come “quartiere dei broccoli” per la presenza di vasti appezzamenti di terreno, dove si coltivava questo ortaggio, in un vero e proprio fast food a cielo aperto “. A richiamare ancora una volta l’attenzione sul problema è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo segue i problemi del terziario commerciale, aggravati più di recente dalla pandemia.
“ Purtroppo, nel silenzio delle istituzioni preposte – prosegue Capodanno -, aziende che, in oltre mezzo secolo di vita, hanno reso famosi gli esercizi commerciali di tradizione del Vomero, continuano a scomparire. E l’elenco si aggiorna e si allunga continuamente con una preoccupante cadenza ravvicinata. Negli ultimi anni hanno chiuso il Bagaglino, Abet, Coppola, Daniele, il negozio di fiori Cimmino, nel solo tratto pedonalizzato di via Scarlatti, le librerie Guida in via Merliani e Loffredo in via Kerbaker. Per ricordarne solo alcune, tra le più rinomate e conosciute, ma l’elenco è molto più consistente “.
” L’ultimo esercizio storico che ha chiuso nei giorni scorsi è un negozio di abbigliamento in via Luca Giordano – sottolinea Capodanno -. Una trasformazione quella settore commerciale vomerese che ha subito un’improvvisa ed emblematica impennata a partire dall’inizio di questo secolo – sottolinea Capodanno -. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche tradizionali famiglie vomeresi, che si trasmettevano di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo, principalmente però a carattere gastronomico, con bar, gelaterie, pasticcerie, ristoranti e paninoteche. Una tendenza che non sembra arrestarsi, una trasformazione che meriterebbe certamente un’attenzione e un’analisi più approfondita da parte degli enti e degli uffici a tanto preposti “.
“ Non va meglio per le strutture culturali e di socializzazione, come le sale cinematografiche, a disposizione dei circa 120mila residenti della municipalità collinare, che comprende i quartiere del Vomero e dell’Arenella – puntualizza Capodanno – Infatti, agli inizi degli anni ’60, nell’ambito di quest’area si contavano ben dieci sale cinematografiche. Di queste, negli ultimi lustri, hanno chiuso i battenti oltre la metà. Sono scomparsi, l’Ideal in via Scarlatti, dove attualmente c’è il megastore Zara, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini, l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello, dove attualmente c’è un supermercato e, ultimo in ordine di tempo, il cinema Arcobaleno, mentre desta preoccupazione la sorte del cinema-teatro Acacia, chiuso oramai da quasi un anno “ .