Allestimento del futuro

Allestimento del futuro

lorenzo merlo

Ci si accanisce contro la parte avversa, ma stiamo dedicando energia e attenzione al punto sbagliato dello spettacolo.

 

Ora ne parlano anche i media con emme maiuscola (per fatturato, non certo per qualità dell’informazione).

Le elementari domande che il popolo dei cosiddetti complottisti, poi novax, adesso terroristi, pone da sempre, sono ascese nelle camere alte dove si farebbe la “vera informazione”.

Il monito del vaccino come unico rimedio è divenuto istituzionale ai massimi livelli. In bocca al Presidente della Repubblica è risuonato come la rescissione dell’ultimo lembo nervoso tra persone qualunque e lo Stato.

È un fatto che alza il livello di uno scontro che i criminalizzati non hanno mai avuto nei sentimenti, quantomeno nei confronti del cosiddetto vaccino, né della malattia da Sars-Cov2.

Il livello sale anche nei salotti delle tv. È sorprendente sentire politici che affermano che “con la vaccinazione non si muore più”. Di pari valore è assistere all’assenza nelle loro bocche dell’esistenza di efficaci cure domiciliari.

L’attrito tra le parti ha fatto scintille individuali o quasi. Qualcuno che non ha i mezzi per alzare il proprio livello di tolleranza, né quelli per riconoscere la controproducenza dei gesti di forza, forse tantomeno quelli per comprimere e annientare il proprio livello di alienazione nei confronti di politici, istituzione e informazione, ha ceduto alla pressione. Un fatto più emblematico – per chi vuol capire e non solo condannare e strumentalizzare – per urlare la propria condizione di indegno di ascolto, tutt’altro che diretto contro qualcuno in quanto tale.

Nel clima di incertezza prossimo ai due anni di età, la paura tam-tam, dirige il gregge nella direzione desiderata dai nostri Signori del Nuovo ordine. Verso la flessibilità, verso la permanenza e crescita della precarietà, verso una riduzione dello stato sociale, verso l’oppiaceo reddito di cittadinanza, verso uno scientismo mai tanto politicizzato, verso quindi l’accettazione della gestione del nostro corpo.

Le nanotecnologie avanzano e si ode l’entusiasmo della ola che genera. Promesse di benessere, prevenzione e lunga vita ammaliano gli adoratori di questo progresso e eccitano i giovani scienziati a credersi in cima al razzo che guida il mondo.

Intanto anche altro viene a galla. Ciò che prima era ristretta informazione complottista, sta uscendo dalle carbonaie. La verità sulla sfilata dei mezzi dell’esercito convocati a Bergamo per la longa, mediatica, gran parata del trasporto delle bare di morti da Covid19 (o uccisi dalle cure?) è ora nota a più persone di quanto non lo sia stato finora. La censura aveva soppresso chi all’epoca del gran pavese scientifico-istituzionale aveva fatto presente come in effetti stessero le cose. Nuove testimonianze, su canali non censurabili, rispolverano quella menzogna giornalistica e di Stato.

Vista la quantità di contraddizioni e bugie finora messe in scena al teatro del Covid, nello spettacolo politico-istituzionale-mediatico pare incomprensibile, privo di un canovaccio conduttore. E lo è se ci si dedica a considerare le singole battute, i singoli ruoli. Ma diviene più lineare se si ipotizza una occulta cabina di regia.

Per chi comanda – privati più potenti di stati – la condizione sociale e la questione demografica non sono gestibili con le buone. Tantomeno con le cattive. La terza via è quella subdola e occulta. Come realizzare giustizia sociale se la politica è corrotta, più che dalle mazzette, dalla sua sottomissione al neoliberismo, al mito del progresso digitale? Come in piena evoluzione tecnologica ridurre la disoccupazione? Come impedire al mondo di figliare? Come ridurre realmente il tasso di inquinamento?

Serve produrre una classe sociale nutrita a bromuro, a valori edonistici e individualistici affinché quella produttiva possa seguitare a planare sulle teste dei pària. Serve creare ubbidienza e conflitto tra miserabili. Serve diluire le identità individuali e sociali, affinché restino quelle delle pubblicità. Serve allontanare lo spirito degli uomini dalla natura, una volta di più, e questa volta definitivamente. Serve creare persone smarrite di tutto pronte all’arma bianca o contro il prossimo, il solo nemico che gli è permesse scorgere nella nebbia del suo piccolo mondo dello spettacolo. Serve inoculare grafene e altro per disfare il prodotto delle politiche predatorie e avide che ci hanno condotto dove ci troviamo: per ridurre la popolazione del mondo.

E lo spettacolo al teatro del Covid19 non è che robetta d’avanguardia rispetto a ciò che le nanotecnologie potranno fare sugli uomini.

E se in questo fine anno si dovessero verificare un numero consistente di decessi, quanto detto non sarà più solo un’ipotesi.

Intanto, l’allestimento del futuro ci sta scivolando come acqua tra le dita.

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