Afghanistan: Save the Children lancia una petizione per chiedere al premier Draghi di farsi portavoce con i paesi del G20 perché ci siano subito più aiuti per i bambini che rischiano di morire e un’adeguata protezione per quelli in pericolo
L’Organizzazione invita tutti a leggere, firmare e diffondere la petizione per chiedere che tutti i minori a rischio nel Paese possano ricevere subito gli aiuti di cui hanno disperatamente bisogno e che siano protetti nei paesi in cui sono sfollati.
La metà dei bambini in Afghanistan ha urgente bisogno di sostegno umanitario, 1 su 16 muore prima del suo quinto compleanno e negli ultimi mesi centinaia di migliaia sono stati costretti a fuggire dalle proprie case.
Mentre la situazione sta ulteriormente peggiorando, gli aiuti umanitari all’Afghanistan sono fortemente inadeguati per poter salvare e proteggere la vita di milioni di bambini che in questo momento stanno soffrendo la fame estrema, senza un riparo, cibo o cure mediche, e dovranno affrontare l’inverno con temperature che raggiungono -16°C, notti gelide e nevicate frequenti.
L’insufficienza dei fondi messi a disposizione dalla comunità internazionale e le difficoltà nella ripresa operativa degli aiuti umanitari nel Paese sono due ostacoli che devono essere superati urgentemente con la collaborazione di tutte le parti coinvolte.
Questo l’obiettivo della petizione lanciata oggi da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro-, per mobilitare l’opinione pubblica e chiedere al Primo Ministro Draghi di farsi portavoce presso i paesi del G20 perché riconoscano la priorità assoluta dell’emergenza umanitaria nella loro azione politica, diplomatica e organizzativa delle prossime settimane, cruciali per il futuro della popolazione più vulnerabile e dei più piccoli.
“Sotto i riflettori del mondo c’è un’intera generazione di minori afgani che non ha visto altro che guerra e violenza, ed è esposta al rischio reale di morire di fame o di malattie impossibili da curare se non con gli aiuti umanitari. Con questa petizione, che chiediamo a tutti di firmare e di diffondere con ogni mezzo, chiediamo di aumentare gli aiuti umanitari e assicurare tutto ciò che serve perché possano raggiungere rapidamente i bambini all’interno del territorio afghano che ne hanno disperatamente bisogno, ma anche di sostenere i bambini e le famiglie in fuga dall’Afghanistan creando percorsi sicuri e legali per raggiungere paesi in cui possano essere protetti e avere la possibilità di costruire il loro futuro. Save the Children non ha abbandonato il Paese e ha urgenza di poter riprendere in sicurezza tutti i suoi interventi salvavita cruciali, ed è pronta ad attivarsi nei paesi in cui opera e che potranno essere un rifugio per i minori afgani sfollati. Dobbiamo però agire insieme con forza e determinazione ora, prima che i riflettori si spengano, e i bambini dell’Afghanistan possano essere dimenticati dal mondo” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia.
Si può accedere e firmare la petizione per assicurare ai bambini afgani l’aiuto umanitario di cui hanno urgente bisogno alla pagina: https://www.savethechildren.it/petizioneafghanistan
La petizione è promossa anche da The Post Internazionale (TPI). Si tratta quindi dell’avvio di una partnership di Save the Children Italia con la testata in occasione del lancio della nuova rivista settimanale, da venerdì 17 settembre nelle edicole con inchieste e approfondimenti, storie inedite, reportage dal mondo, grande spazio alla cultura con alcuni tra i più importanti intellettuali italiani, ma soprattutto difesa dei diritti e protezione dei minori che vivono in aree di conflitto in tutto il mondo (cliccare qui per ulteriori info).
Save the Children è un’organizzazione indipendente, imparziale e politicamente neutrale che opera in Afghanistan dal 1976 con interventi salvavita per i bambini e le loro famiglie in tutto il Paese. Con i suoi interventi, temporaneamente sospesi, l’Organizzazione ha raggiunto nel 2020 1,6 milioni di persone con servizi sanitari, di nutrizione e sussistenza, di accesso all’educazione e protezione dell’infanzia, raggiungendo oltre 1,6 milioni di afgani.