SOMMARIO: VACCINI ED INFORMAZIONE – IL BUONSENSO DI DE LUCA – MONOPATTINI KILLER – IPOCRISIA ATOMICA – RIFLESSIONE POST KABUL
Ai lettori!
Visto che d’estate non si devono disturbare troppo i lettori, come ogni anno IL PUNTO si prende ancora un po’ di relax e per settembre uscirà ancora ogni dieci giorni circa anziché settimanalmente riprendendo l’uscita periodica del venerdì a partire dal numero del 1 ottobre .
VACCINI E INFORMAZIONE
Ho ricevuto molte critiche per aver scritto che credo indispensabile estendere la platea dei vaccinati al massimo possibile ed alcuni – sdegnati – hanno sospeso per protesta, cancellandosi, la lettura delle mie note. Padronissimi, anche se mi dispiace: siamo arrivati al punto che esprimere con pacatezza un parere equivale essere “al soldo” (!?!?) delle multinazionali farmaceutiche che (se qualcuno ha un po’ di memoria) ho attaccato per mesi da queste pagine, compreso l’atteggiamento dell’Europa e dei governi succubi che hanno siglato contratti più o meno misteriosi con questi centri di potere che possono controllare la salute del pianeta con profitti immensi..
Quello che voglio ribadire con forza è che – proprio per uscire dalle interpretazioni, polemiche pro/no vax e su tutte le speculazioni politiche che ci stanno dietro – sarebbe ora che ogni giorno fossero forniti dei dati CERTI (e verificabili) su:
a) quanti siano quotidianamente i ricoverati divisi tra vaccinati e non vaccinati, quanti i morti delle due categorie e quanti i rispettivi contagiati
b) quanti siano i casi di conseguenze gravi su vaccinati per patologie conseguenti al vaccino in totale e in percentuale sulle vaccinazioni effettuate.
Tutto qui: quattro numeri e basta che credo potrebbero chiarire gran parte dei dubbi di chi – nella babele delle reciproche accuse – non capisce più se sia conveniente o meno vaccinarsi, cosa che credo sia necessaria
POSSIBILE CHE QUESTI DATI COSI’ SEMPLICI NON POSSONO ESSERE PRESENTATI CON CHIAREZZA ALL’OPINIONE PUBBLICA?
Altre sono poi le questioni che si continuano a non chiarire a cominciare dalle spese della protezione civile nell’emergenza, un rendiconto sulla fine che hanno fatto i fondi delle sottoscrizioni, gli sprechi per i banchi a rotelle o gli acquisti di milioni di mascherine cinesi. Su questo perché tutti non chiedono trasparenza?
IL BUONSENSO DI DE LUCA
Spesso mi chiedo se il governatore della Campania Vincenzo De Luca sia una macchietta che fa il verso a Crozza (e viceversa) o se – nella sua unicità – abbia il grande merito di parlare senza peli sulla lingua dicendo apertamente quello che pensa, fregandosene di spararle grosse anche contro il PD (suo partito) e chiunque sia al governo .
Propendo per la seconda ipotesi: come non ritrovarsi con le (sagge) parole di de Luca che al Festival dell’Unità di Bologna (il giornale è morto, ma i suoi festival restano) è sbottato «Certo che dobbiamo difendere i diritti, ma il il Ddl Zan così com’è non lo avrei votato. Ma davvero pensate che alle elementari facciamo la giornata di riflessione sull’omotransfobia? Ma andate al diavolo!…». Preferisco un De Luca sfrontato ma diretto ai maneggi di Letta che arzigogola e poi – pur segretario del PD – preferisce candidarsi a Siena alla Camera addirittura senza il simbolo del suo partito per paura che la gente altrimenti non lo voti ricordando i rapporti incestuosi PD-Monte dei Paschi: quanta ipocrisia! Solo per questi calcoli elettorali (e la vergogna di quanto il MPS sia costato agli italiani) Letta meriterebbe una solenne trombatura. Intanto, però, dopo mesi di polemiche proprio la legge ZAN è sparita dal periscopio politico, esattamente un minuto dopo che il PS si è scoperto in minoranza parlamentare in argomento. Meglio tardi che mai.
MONOPATTINI KILLER
C’è voluto l’ennesimo morto a Sesto San Giovanni (il quinto dell’anno) per sollevare il problema della pericolosità dei monopattini sia per chi li usa (servirebbe almeno il casco) che per chi se li vede spuntare da ogni parte e circolare di notte senza fari o fanalino posteriore. E’ un bel problema nato dalla forsennata volontà “ecologica” di moltiplicarne l’uso (con relativi contributi green) senza una normativa chiara del codice della strada. Meglio la vecchia bicicletta (che se non è elettrica non consuma e fa anche meglio alla salute) che non il business – pericoloso – dei monopattini-spider che oltretutto poi vengono abbandonati ovunque in giro per le strade.
IPOCRISIA ATOMICA
Il ministro Roberto Cingolani si è lasciato scappare una “gaffe”…atomica, ovvero ha affermato che si stanno sviluppando studi per una nuova energia atomica “pulita” di quarta generazione che potrebbe in futuro dare garanzie ecologicamente più serie che non le attuali fonti per produrre energia elettrica quella che – ricordiamocelo – viene spacciata per “green” ma è sostanzialmente prodotta bruciando idrocarburi.
Apriti o cielo: fuoco incrociato da ecologisti DOC & C. al cui udito il solo sentire la parola “atomica” crea immediate allergie e dirompenti crisi di nervi.
Immediatamente, da buon Don Abbondio, il ministro ha rinculato sul solito “non mi avete capito”.
Ma possibile che non si possa mai affrontare con serietà la realtà, ovvero che il “niet” all’energia atomica in Italia è dovuta all’esito di un referendum condizionato, tenuto 35 ANNI FA , UN MESE DOPO il disastro di Cernobyl con una opinione pubblica esasperata ed angosciata e quando nessuno sapeva che quel disastro non fu dovuto non all’energia atomica in sè ma agli scriteriati operatori tecnici sovietici che non avevano correttamente condotto una centrale facendola esplodere ed alle responsabilità dei vertici del regime comunista che avevano avuto paura di informare l’opinione pubblica?
Certo che produrre energia atomica può essere potenzialmente pericoloso, ma trovo assurdo che il nostro paese importi dalla Francia l’energia elettrica “nucleare” (pagandola ben cara) e questo non scandalizzi nessuno, quasi che se mai si guastasse una centrale francese a due passi dal nostro confine i guai non arriverebbero anche in Italia.
Con meno ipocrisia di dovrebbe approfondire seriamente la dipendenza del nostro paese dall’energia atomica altrui, ma anche sugli studi che si stanno portando avanti nel mondo per fonti energetiche veramente alternative, compresa – a ben determinate condizioni – la produzione di energia atomica civile.
INTANTO SOLO IN QUESTI GIORNI UN AUMENTO SPECULATIVO DEL PETROLIO HA FATTO RINCARARE TUTTI I CARBURANTI E ADDIRITTURA DEL 15% LA BOLLETTA ELETTRICA.
QUESTE COSE, PERO’, NON LE SUSSURRA NESSUNO…
AFGHANISTAN: DOPO SLOGAN E PAROLE…
L’Afghanistan è già passato tra le notizie di terza pagina dopo un’alluvione di parole che dovevano soprattutto coprire l’incredibile figuraccia degli USA e di un Occidente incapace di programmare perfino un rilascio annunciato.
Visto il “successo” (!!) della fuga, il presidente Joe Biden – alla sua prima grave crisi internazionale – ha avuto un fortissimo ridimensionamento di immagine, con molti media americani che si stanno chiedendo come sia mai stato possibile dare una così grave prova di inefficienza militare e di intelligence.
Il nuovo primo ministro afghano – ben inserito nelle liste dei terroristi ricercati a livello mondiale – la dice lunga sulla credibilità del suo governo e del risultato politico della fuga statunitense.
Allo stesso modo molte delle dichiarazioni pubbliche italiane appaiono viziate dalla stessa inconcludenza e fumosità, giungendo a volte ai limiti del grottesco mascherando con un cumulo di frasi fatte la gravità della situazione, senza peraltro dare chiarezze o prendere concreti impegni sul futuro.
Da Kabul l’Italia ha evacuato oltre 4.000 persone grazie al fondamentale impegno dell’aereonautica militare (su 170.000 uscite complessive, non certo una percentuale particolarmente significativa, né la più alta in Europa visto che la Gran Bretagna da sola ha messo in salvo 18.000 persone) ma non è assolutamente vero che in Afghanistan non siano rimasti – abbandonati – migliaia di afghani che avevano collaborato con l’Italia e adesso rischiano la vita.
Sperando che nei criteri per la scelta dei “collaborazionisti” meritevoli di sbarcare a Fiumicino non si siano usati anche altri criteri meno nobili tipicamente locali (leggi corruzione per gli inserimenti nelle liste) resta il fatto che il grosso di chi aveva creduto nella presenza occidentale e specificatamente italiana è stato abbandonato, soprattutto nell’area di Herat da cui non giungono notizie certe, ma che difficilmente possono essere positive visto che i pochi contatti ancora aperti sostengono che da giorni siano in corso delle autentiche cacce all’uomo .
Di Maio – celebrando a Fiumicino l’ultimo arrivo di un aereo da Kabul – ha dichiarato (circondato da una turba di militari pieni di nastrini e stellette) “Abbiamo riportato a casa tutti, non abbiamo abbandonato il popolo afghano, le donne afghane, i bambini afghani: non lasceremo indietro nessuno” ma è evidente che si sia trattata solo di una boutade o al più una pia speranza, se non una dichiarazione meramente ipocrita.
Quel “non lasciare indietro nessuno” è poi una frase già abusata sul piano economico e per il Covid: provi il ministro a spiegare che cosa farà concretamente l’Italia – ad esempio – per l’incerto destino delle 250 donne giudici afghane che erano state formate anche nel nostro paese e che sono letteralmente sparite con l’arrivo dei talebani.
Va ricordato che la Sharia non prevede un ruolo giudicante per le donne e che il ripristino delle procedure giuridiche islamiche cancella gli stessi nuovi codici – elaborati in Italia – che erano entrati in vigore nel 2018 e ripristinando quindi le differenze di genere oltre che fustigazioni, torture, lapidazioni ed altre pene corporali. La stessa ombra torna sulle donne afghane che in questi anni avevano scelto quelle professioni liberali incompatibili con l’Islam, ma anche per quelle che semplicemente avevano voluto studiare all’estero od avevano rifiutato di accondiscendere a nozze forzate. Mentre i talebani coprono con lo spray i cartelli pubblicitari “blasfemi” e viene perfino vietata la musica perché non prevista dall’Islam ortodosso, l’unica cosa che appare chiara è appunto il ritorno di questo paese al medioevo sociale, culturale e religioso.
In concreto (e la colpa non è stata certamente solo di Di Maio) non siamo mai stati capaci di massimizzare la nostra ventennale – e costosa – presenza nel paese da cui ce ne siamo scappati in poche ore, tra l’altro abbandonando ambasciata e caserme e richiamando tra i primi anche l’ambasciatore Vittorio Sandalli.
Anche questa, piaccia o meno, è stata davvero una gran brutta figura.
Un saluto a tutti MARCO ZACCHERA