Fondazione Adolfo Pini
presenta
Elisabetta Benassi
Lady and Gentlemen
a cura di Gabi Scardi
dal 14 settembre al 17 dicembre 2021
OPENING | lunedì 13 settembre 2021, dalle 18.30
Fondazione Adolfo Pini
Corso Garibaldi 2, Milano
Milano, 7 settembre 2021. Dal 14 settembre 2021 la Fondazione Adolfo Pini presenta la mostra personale di Elisabetta Benassi, Lady and Gentlemen, a cura di Gabi Scardi.
La mostra, appositamente concepita per gli spazi della Fondazione Adolfo Pini, comprende una serie di oggetti, alcuni dei quali prelevati dalla realtà, altri ricreati sulla base dei suoi ritrovamenti di archivio; tutti interpretati come fulcri di un più ampio intreccio di riferimenti storici e culturali. Attraverso di essi Elisabetta Benassi fa riferimento all’attività internazionale di una figura oggi dimenticata, il gallerista Luciano Anselmino, animatore dell’ambiente italiano, e milanese in particolare, negli stessi anni in cui, con il passaggio del palazzo milanese di Corso Garibaldi da Renzo Bongiovanni Radice a Adolfo Pini, si predisponeva la nascita della Fondazione Adolfo Pini.
Tramite queste opere, veri e propri concentrati di senso, Elisabetta Benassi allude all’idea di lascito, di trasmissione dell’esperienza e di valore da conservare; da sottrarre al deterioramento per assicurarne un possibile futuro utilizzo.
Fondazione Adolfo Pini
presenta
Freya Moffat
Denizen
a cura di Marco Meneguzzo
16 settembre – 12 novembre 2021
OPENING | mercoledì 15 settembre 2021, dalle 18.30
Fondazione Adolfo Pini
Corso Garibaldi 2 – Milano
Milano, 7 settembre 2021. Dal 16 settembre al 12 novembre 2021, la Fondazione Adolfo Pini presenta Denizen, mostra personale di Freya Moffat (Londra, 1994) vincitrice dell’edizione 2021 del Premio Fondazione Adolfo Pini – ReA! Fair, a cura di Marco Meneguzzo.
I lavori presentati dall’artista per questa mostra rappresentano una comunità. Vogliono offrire una versione diversa del mondo che conosciamo, allo stesso tempo familiare e inquietante. Freya Moffat ha realizzato gli abitanti di questa comunità, vestendoli con camicie da ufficio spiegazzate o gonne a matita, come i pendolari di città. Una mostra che è un invito a guardare alle nostre comunità e agli spazi che abitiamo, riflettendo sull’ansia sociale e la claustrofobia che le caratterizzano, ma allo stesso tempo, rimandando a un senso di giocosità irriverente e abbandono.