PROJECT ROOM #14. Rosa in mano | OPENING: venerdì 10 settembre 2021, dalle 11 alle 20, Milano

Fondazione Arnaldo Pomodoro

presenta

 

PROJECT ROOM #14

Rosa in mano Nevine Mahmoud, Margherita Raso con Derek MF Di Fabio

a cura di Eva Fabbris

 

10 settembre – 17 dicembre 2021

Ingresso libero.

L’accesso è consentito solamente con certificazioni verdi COVID-19,

a un massimo di 5 persone alla volta

 

 

Milano, 3 settembre 2021. Con la mostra Rosa in mano di Nevine Mahmoud e Margherita Raso con Derek MF Di Fabio, dal 10 settembre al 17 dicembre 2021 la Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta il secondo appuntamento del ciclo espositivo 2021 delle Project Room, progetto “osservatorio” dedicato ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale, affidato per quest’anno alla guest curator Eva Fabbris.

 

L’insieme dei lavori esposti è una danza di posizioni e di contatti fisici; tra presenze e assenze, tra interi e parti, Rosa in mano è una mostra in cui la scultura si offre come celebrazione della vitalità del corpo. Le opere riunite hanno una spiccata qualità tattile, finanche sensuale, che è manifesta nella scelta dei soggetti e radicata nella loro natura esecutiva.

 

Nevine Mahmoud (Londra, 1988 – vive e lavora a Los Angeles) e Margherita Raso (Lecco, 1991 – vive e lavora tra Basilea e Milano) radicano entrambe la loro pratica in un corpo a corpo con materiali e tecniche: opere scolpite o soffiate per l’una, lavori a telaio meccanico o manuale per l’altra.

Il risultato consiste per Mahmoud in oggetti a sé stanti, rappresentazioni spiccatamente sensuali di pezzi di corpi o di elementi naturali che si presentano come forme chiuse, mondi scultorei auto-riferiti. l tessuti di Raso si danno invece come opere che non hanno una forma prefissata e stabile: superfici di grande qualità tattile e visiva che occupano gli spazi pendendo dal soffitto, aggrappandosi alle pareti, appoggiandosi su superfici trovate. Il confronto tra le due artiste si espande grazie all’intervento di Derek MF Di Fabio (Milano, 1987 – vive e lavora tra Perdaxius e Berlino). Il lavoro di Di Fabio spesso consiste in workshop, il cui risultato finale è di relativa importanza oggettuale. La loro attenzione poetica è spostata sulle situazioni, su come si possano ascoltare e interpretare.

 

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