Afghanistan: Save the Children, pronti a riprendere operazioni prima dell’inverno. Senza aiuti umanitari decine di migliaia di bambini potrebbero morire di fame
L’Organizzazione sottolinea la necessità di una risposta urgente per evitare che la crisi peggiori con l’arrivo dell’inverno e il gelo colpisca bambini e famiglie sfollate, già allo stremo
“È cruciale riprendere le operazioni per evitare un disastro in futuro. I bambini soffrono la fame, non vanno a scuola e l’inverno sta arrivando: è necessaria un’azione urgente” cosi Hassan Noor, direttore regionale di Save the Children in Asia, annuncia la volontà dell’Organizzazione di voler riprendere alcuni dei suoi interventi salvavita e servizi nutrizionali nel Paese prima dell’arrivo dell’inverno, soprattutto alla luce delle crescenti preoccupazioni per la devastante crisi umanitaria in corso in Afghanistan. La recente escalation di violenze in Afghanistan ha infatti costretto Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – a sospendere le attività nel paese a metà agosto ma l’Organizzazione si dice ora fiduciosa di poter tornare presto al lavoro.
“Anche prima di questa crisi, gli aiuti umanitari all’Afghanistan non erano sufficienti e milioni di persone avevano un disperato bisogno di aiuti salvavita. Ora la situazione è molto, molto peggiorata. Da quando la violenza è aumentata, sempre più bambini soffrono la fame e vivono all’aperto senza riparo, cibo o cure mediche. Le famiglie che cercano di mettersi in salvo affrontano orrori inimmaginabili e i bambini sono traumatizzati. Save the Children è presente in Afghanistan da oltre 40 anni e non ci fermeremo ora. In questo momento, dove possiamo, stiamo fornendo aiuti cruciali alle famiglie sfollate e siamo fiduciosi che alcuni membri del nostro staff in prima linea, donne e uomini, riprenderanno presto a lavorare. Ma per salvare più vite, abbiamo urgente bisogno che i governi agiscano subito” sottolinea Hassan Noor.
Già prima della presa di potere dei talebani – sottolinea l’Organizzazione – l’Afghanistan era paralizzato da fame e povertà ed era il secondo paese al mondo per numero di persone che soffrono la fame dopo che una combinazione di Covid-19, conflitti e siccità ha portato a una crisi alimentare senza precedenti. A giugno, l’Afghanistan è ufficialmente caduto in una grave siccità, la seconda in quattro anni, portando circa 14 milioni di persone, oltre un terzo della popolazione, a soffrire la fame. Tra questi, due milioni di bambini dipendono dagli aiuti alimentari e si prevede che quest’anno la metà dei bambini con meno di cinque anni soffrirà di malnutrizione acuta.
La risposta umanitaria in Afghanistan è gravemente sottofinanziata e i bisogni della popolazione stanno aumentando. Senza un aiuto urgente decine di migliaia di bambini potrebbero morire a causa di malnutrizione e malattie soprattutto in vista dell’inverno durante il quale le temperature raggiungono anche i -16°C, con notti gelide e nevicate frequenti.
Save the Children è un’organizzazione indipendente, imparziale e politicamente neutrale che opera in Afghanistan dal 1976 con interventi salvavita per i bambini e le loro famiglie in tutto il Paese che ha ora dovuto sospendere temporaneamente. L’Organizzazione ha fornito servizi sanitari, di accesso all’educazione e protezione dell’infanzia, di nutrizione e sussistenza, raggiungendo oltre 1,6 milioni di afghani nel 2020.