Vaccino. Reazioni avverse tabù in tv

Vaccino. Reazioni avverse tabù in tv
Non riesco a capire la disinvoltura di giornalisti e politici nell’auspicare l’obbligo per tutti, della vaccinazione contro il Covid. La disinvoltura sconcertante nel voler trattare la persone adulte che non vogliono vaccinarsi, come se fossero bambini, magari anche un po’ deficienti. Conduttori televisivi se n’escono con titoli: “Obbligo sì, obbligo no”, non rendendosi conto che è come dire democrazia sì, democrazia no.  I più moderati, i non accaniti (Daniele Capezzone, ad esempio) contro chi non vuole vaccinarsi, dicono che non bisogna per l’appunto accanirsi, ma dialogare con le persone che rifiutano la vaccinazione, che bisogna spiegare, far capire. Il che significa sempre trattarli un po’ come bambini, magari un po’ deficienti. Gli adulti, quelli intelligenti che hanno capito tutto, devono spiegare agli stupidelli che vaccinarsi è una necessità. Ed ovviamente nessuno, soprattutto in televisione, ma anche sulla maggior parte dei quotidiani, osa parlare delle migliaia di casi di reazioni avverse al vaccino in Italia. Di questo è proibito parlare o si ha paura a parlare. A settembre cominceranno le trasmissioni di Massimo Giletti e Mario Giordano. Speriamo ne parlino loro. Altri argomenti quasi tabù sono le terapie domiciliari, e la prevenzione contro il Covid. Non conviene parlarne.
Renato Pierri

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