TROPPI SPECIALISTI, TROPPI SACCENTI, TROPPI TITOLI DI STUDIO PRIVI DI VALORE, CON LE CONSEGUENZE CHE VEDIAMO OGNI GIORNO !
Di questo passo il mondo non potrà andar avanti se non destabilizzando e soverchiando gradualmente la vita di uno rispetto all’altro: in sintesi, si materializza il concetto secondo il quale il detto “mors tua, vita mea” trova perfetta applicazione. Realtà questa a cui assistiamo tutti i santi giorni in quasi tutti i contesti sociali, ambito nel quale soltanto pochi decenni fa, specie a fine guerra, si avvertiva una certa, anche mutua e disinteressata socialità. Insomma, oggi l’uomo sta diventando insofferente e cattivo.
Non sono sociologo e quindi parlo a sensazione dal piedistallo della mia tanta età, tuttavia ho netta l’impressione, meglio convinzione, che la scuola, dagli anni 60-70 in poi, sia talmente scaduta di valore, università comprese, da falsificare anche il quoziente di preparazione di chi è uscito con diploma dalle scuole superiori o con laurea dalle università.
Di certo, tanto per fare un esempio, un ragioniere degli anni 60-70, aveva una preparazione, non dico superiore, ma sicuramente più solida di un laureato di oggi in economia e commercio in quanto ogni materia doveva essere bene metabolizzata tanto da considerare un diploma una vera e propria conquista. Oggi non è così. La scuola e le università sfornano diplomati e laureati, senza offesa per qualcuno, che non possono essere additati ad esempio per imparare, tant’è che, l’inserimento di questi nel mondo lavorativo, ha finito per determinare scompiglio istituzionale, politico, sociale, professionale, ma anche etico, in quasi tutte le realtà nelle quali necessita giocoforza una presenza “fisica”. Non è necessario citare degli esempi chiarificatori, atteso che medici, politici, giornalisti, religiosi e quant’altro, ce lo dimostrano negativamente tutti i santi giorni, ferma restando qualche rara eccezione.
Oggi siamo tutti specialisti, il medico di base, tanto per citarne uno, serve solo per le ricette che prescrive avvalendosi del pc, anche per… conoscere il nome della medicina e, quando reputa necessario, dirotta il paziente allo specialista che, alla fin fine, risulta competente (uso una metafora forzata e risibile per farmi capire meglio, posto che ci sia qualcuno che non l’abbia ancora capito) per la gamba destra e non per la gamba sinistra… per cui se uno ha male sia ad un ginocchio che alla pancia, deve essere dirottato da due specialisti diversi…
Esiste infatti un esercito di specialisti in materia sanitaria che, per avere visibilità e quindi apparire sui media, o sulle etichette dei loro studi professionali, finiscono per spaventare la gente, la quale, essendo a digiuno di medicina, finisce a sua volta per ammalarsi davvero a seguito di patologie psicosomatiche di cui ha sentito parlare dagli specialisti senza conoscerne, per precarietà culturale, se serie o superficiali.
E’ sufficiente poi accendere il telefonino per leggere sui social come una miriade di specialisti ogni giorno si scaglino contro la medicina ufficiale allo scopo di far vendere prodotti segnalati da qualche azienda farmaceutica. Non ho ancora capito, anche perché nella fattispecie non si tratta di libera concorrenza o libertà di espressione, non ci sia ancora stato qualcuno della medicina ufficiale che non abbia preso posizione denunciando offerte che potrebbero avere anche conseguenze letali ! Ieri, ho scritto su questo giornale, dopo averlo letto sui social, che le case farmaceutiche stanno pigliando per il sedere i malati per continuar a vendere i loro prodotti che, ormai obsoleti e sostituibili tranquillamente con altri naturali a costi inferiori, non avrebbero ormai nessuna efficacia rispetto ad altri. E queste dichiarazioni vengono addirittura sottoscritte da primari medici !
Purtroppo, questa nostra società è malata all’ultimo stadio. Per sopravvivere è in atto un continuo revanscismo sociale-economico che alla fine si scontrerà con i parametri anche fisiologici.
Chi potrà fronteggiare questa situazione è soltanto la scuola, intesa dalla elementari agli atenei universitari, ma ciò non potrà avvenire in tempi brevi in quanto, fintantoché non sarà spazzato via quell’alone patologico che tuttora esiste dopo gli scontri studenteschi del ‘68, (io ero iscritto a legge a Padova, ma dovetti rinunciare non solo perché lavoravo già in banca, ma perchè avevo anche paura), sarà difficile ripristinare serietà, capacità, competenza ed etica, requisiti tutti indispensabili per dar vita ad un Paese normale che oggi assolutamente non è !
Ma forse due generazioni non basteranno !
Arnaldo De Porti
Belluno Feltre