IMMIGRATI: AUMENTA LA XENOFOBIA IN ITALIA
Secondo ricerca Spot and Web (https://www.spotandweb.it/news/837022/immigrati-aumenta-la-xenofobia-in-italia.html#gref) i più amati sono i filippini
Purtroppo un singolo fatto di cronaca a volte getta una luce negativa su un’intera incolpevole comunità. Lo rivela una ricerca secondo cui sono i pakistani gli stranieri dei quali, del tutto irrazionalmente, si ha più paura in Italia, seguiti dagli arabi, in particolar modo marocchini, tunisini ed egiziani. È questo il risultato di uno studio effettuato dalla testata online Spot and Web (https://www.spotandweb.it/news/837022/immigrati-aumenta-la-xenofobia-in-italia.html#gref) su un campione di 650 uomini e donne italiani tra i 18 e 55 anni. Un dato inquietante se si considera che appena il 10% degli italiani è informato sul contributo che queste comunità danno al Pil del Paese, espletando lavori che nessuno intende più fare. Dopo le vicende della giovane Saman Abbas, di origine pakistana, scomparsa dopo aver rifiutato un matrimonio forzato, sembra quindi essersi pericolosamente acuito da parte dei nostri connazionali un certo senso di xenofobia nei confronti dei pakistani che vivono nel nostro Paese. E quali sono le principali cause di questa paura? La “diversità religiosa” (51% delle preferenze), “diversità culturale” (49%), “presunto maltrattamento delle donne” (44%), “stile di vita e alimentazione diversi” (31%), “presunto maltrattamento dei gay” (17%).
Proprio su questa delicata tematica, l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, specifica: «Si può senz’altro confermare che la violenza domestica non ha ceti o livelli di istruzione preferenziali, bensì è trasversale, ossia riguarda ogni genere di ambito sociale ed economico. Secondo i dati Istat 2019, per il reato di “stalking” gli stranieri denunciati sono 2.409, per la violenza sessuale sono 2.079; gli italiani denunciati sono invece 12.951 per gli atti persecutori, mentre per le violenze sessuali si parla di 2.903 persone. Passando alle vittime, le straniere dai 14 anni in su che hanno denunciato atti persecutori nel 2019 sono 1.587, quelle che hanno denunciato violenza sessuale sono 1.124, mentre le italiane che hanno denunciato “stalking” sono 14.224 e le italiane che hanno denunciato stupri 3.206. Come si può notare, i reati a sfondo sessuale denunciati sono in misura percentualmente e sensibilmente superiore nell’ambito delle comunità straniere rispetto a quelle italiane».
Tanti pregiudizi si traducono poi in dichiarazioni molto discutibili. Solo il 43% degli italiani pensa che si possa convivere con etnie diverse, il 33% ritiene che dovrebbero tornare a casa loro e un consistente 13% sostiene che bisogna distinguere tra etnie e nazionalità.
Ma da chi si apprendono le informazioni negative che originano pregiudizi grossolani sugli immigrati? In primis dai social network (72%), poi dalle relazioni sociali con amici, conoscenti, parenti o colleghi (57%), dalla tv (47%), dalla radio (38%) e dai giornali (19%).
Un italiano su tre, inoltre, non li vorrebbe avere come ‘vicini di casa’ per diversità socio-culturali, stili di vita e abitudini alimentari (il 21% sostiene di non tollerare gli odori della cucina di alcune etnie).
Elisabetta Aldrovandi commenta: «Più che di etnia si dovrebbe parlare di cultura. Le radici dei nostri comportamenti, infatti, sono in relazione con la tradizione culturale di appartenenza, con la struttura sociale, con il sesso della persona e con il suo processo di socializzazione, come la famiglia, la scuola, i mezzi di comunicazione. È ovvio che laddove vi siano contesti sociali in cui la donna non viene considerata in modo paritario rispetto all’uomo, ma come una sorta di oggetto da possedere invece che una persona da amare, condotte violente e prevaricatrici trovano terreno fertile. D’altronde, non è neppure semplice riconoscersi vittima di violenza, poiché la violenza subita presuppone il percepirsi come persona avente diritti e dignità. Le donne che hanno subito violenza, invece, provano vergogna, si considerano inadeguate e incapaci di reagire. La violenza è, infatti, un attacco all’integrità fisica e psichica della donna che produce pesanti effetti e conseguenze e rappresenta un grave fattore di rischio per la salute mentale».
Ci sono però anche quelli che fanno breccia nel cuore degli italiani grazie ad atteggiamenti ritenuti tendenzialmente più cordiali e disponibili. Sempre secondo la ricerca di Spot and Web, il popolo più amato è quello filippino (44%), considerato il più integrato soprattutto per via del lavoro. Seconda posizione per i sudamericani (39%), anche loro apprezzati per la notevole disponibilità al lavoro; terzi i cinesi (35%), comunità amata/odiata ma che comunque riscuote più favori che critiche; nonostante spesso siano accomunati ai pakistani, anche gli indiani hanno una buona reputazione (28%) e precedono i neri africani (24%), presenti in questa classifica per via di un legame molto stretto creatosi negli anni con questa comunità, ormai da tanto tempo inserita nel nostro Paese e nella nostra cultura.
La ricerca evidenzia quindi una consistente diffusione di pregiudizi e una scarsa conoscenza di quanto gli stranieri siano importanti per il nostro Paese. Pregiudizi talmente radicati che un intervistato su tre si augura di “non avere uno straniero come vicino di casa” e uno su quattro “di non volersi integrare con gli immigrati”.