Dopo la pubblicazione dell’EP d’esordio “Era Questione di Tempo” ed il successo ottenuto con l’intenso brano “Essere umano”, i Tes, band lodigiana emblema delle nuove formazioni indie-pop nazionali, tornano a stupire, riconfermando versatilità, talento e sensibilità autorale con “Berlino” (Pako Music Records/Visory Records), il loro nuovo singolo.
Saltare sul primo treno per la Città dei cento villaggi con l’intenzione insita nella mente e nel cuore di lasciarsi alle spalle una relazione complessa, tuffandosi a capofitto nel potere terapeutico della musica e della compagnia degli amici di sempre: questa l’idea di partenza del protagonista del racconto; idea che però, a pochi istanti dal suo arrivo nella capitale teutonica, viene annientata, surclassata da una tempesta emotiva di flashback e sentimenti che si insediano, si annidano tra le sfumature di un antidoto che, in fin dei conti, si rivela inerte, sterile, un vano placebo incapace di medicare quelle ferite invisibili, eppure così concretamente percettibili, che ci bruciano dentro – «c’è un vinile che suona con i tuoi occhi dentro» -.
«Spesso – dichiara la band – consideriamo i viaggi come rimedi alle nostre sofferenze, convinti del fatto che attraverso i volti e le esperienze che questi ci offrono riusciremo a cestinare i nostri problemi e le nostre ansie. Ma la verità è un’altra: non conta tanto il luogo che ci ospiterà, quanto lo stato d’animo e la serenità con cui affronteremo la nostra partenza. A che serve cambiare il cielo sopra la tua testa se ancora ti porti addosso le tue sofferenze?»
In un faccia a faccia con se stessi e le proprie emozioni, a più di mille kilometri di asfalto e ricordi, tra disincanto e desiderio – «ora sono lontano e tu da sola a Milano, siamo sempre più distanti da quel che vogliamo» -, malinconia e speranza si intrecciano in un groviglio di riflessione e battiti, facendo giungere alla conclusione che essere «partito per dimenticare anni di rimpianti e dolori» ha poco senso in una Berlino in cui «pure i muri assorbono mille colori» e che l’unica soluzione per sanare un’anima scalfita sia affrontare un altro viaggio, questa volta, mano nella mano e cuore nel cuore – «con te stavolta al mio fianco» -, senza pensare al domani, ma assaporando ogni attimo del momento presente – «quanto è bello abbracciarti e poterti baciare, non curandoci del freddo che ci fa congelare»- , perché infondo, «tutto quel che serve ci cammina intorno» e porta alla consapevolezza che «il suono di un’orchestra batte di gran lunga un assolo».
Il brano, scritto dagli stessi Tes (Andrea Ciaramella, Francesco Delmiglio e Mirko Candura) e prodotto da Filippo Ferrari di XLR Solution, è accompagnato dal videoclip ufficiale, diretto da Tihana Jana Vukic ed evidenzia l’ecletticità della band lombarda, che attraverso l’azzeccato contrasto tra sonorità ricercate e testi diretti – il tutto impreziosito da grafiche accattivanti, di grande impatto, curate da Laura Cella -, continua a farsi spazio nella scena indie-pop italiana con un’impronta stilistica unica, personalissima e fortemente riconoscibile.
Biografia.
I Tes, acronimo di Tutti esageratamente stronzi, sono una band, composta da Andrea Ciaramella, Francesco Delmiglio e Mirko Candura, formatasi a Lodi nel 2015, nata dall’esperienza acquisita in seguito a numerosi live dai retaggi cantautorali incentrati sulla scena indipendente locale e regionale, tra cui la doppia partecipazione, in qualità di headliner, alla rassegna “Lodi Al Sole”. Nel 2018, pubblicano loro prima release, “Canto di protesta”, seguita, l’anno successivo, da “Chissà perché” e, nel 2020, dall’EP d’esordio “Era Questione di Tempo”. Nello stesso anno, grazie alla partecipazione all’illustre bando “Break The Wall” promosso dalla S.I.A.E. in partnership con il Circolo ARCI Bellezza, i Tes danno vita ad “Essere umano”, brano che li consacra ufficialmente al panorama indie-pop nazionale. Versatili, ambiziosi, dotati di un’incredibile capacità di scrittura, esecuzione ed espressione, i Tes sono l’emblema delle nuove formazioni musicali indie-pop, in grado di catturare pubblico e critica sin dal primo ascolto.