Il primo giorno del Raduno Mondiale Iran Libero 2021

Il primo giorno del Raduno Mondiale Iran Libero 2021

Raduno online di iraniani da 50.000 località in 105 Paesi, con manifestazioni in 17 Paesi

Maryam Rajavi: Installare Raisi come presidente è un segno che il regime è all’atto finale, ha paura di una rivolta, si trincera e intensifica le epurazioni interne

Discorso di Janez Janša, Primo Ministro della Slovenia

Discorsi del Segretario di Stato (2018-2021) Michael R. Pompeo  e di 30 legislatori degli Stati Uniti, fra i quali i senatori Menendez, Cruz, Blunt, Cardin e i membri della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy e Hakeem Jeffries

Maryam Rajavi: Khamenei, Ebrahim Raisi e altri responsabili del massacro del 1988 dovrebbero essere processati per crimini contro l’umanità e genocidio. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU deve istituire questo processo.

Il regime iraniano non abbandonerà mai il suo progetto di ottenere bombe atomiche, esportare il terrorismo e provocare guerre. Per preservare pace e sicurezza, questo regime deve essere sottoposto a sanzioni internazionali secondo il Titolo VII della Carta delle Nazioni Unite, e la lotta del popolo iraniano per il cambio di regime, per la libertà e l’eguaglianza deve essere riconosciuta.

 

Sabato 10 luglio 2021 si è svolta la prima delle tre giornate del Raduno Mondiale Iran Libero 2021 con la partecipazione di iraniani e sostenitori della resistenza da più di 50.000 località in 105 Paesi e la presenza di migliaia di membri dei Mujahedin-e Khalq (MEK/OMPI) ad Ashraf 3 in Albania. Da Sydney alle Hawaii, i partecipanti sono stati contemporaneamente online con una differenza di 20 fusi orari.

Nel suo discorso del primo giorno del Raduno, la signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha affermato che l’insediamento [da parte di Khamenei] di Ebrahim Raisi, uno degli autori del massacro del 1988 di 30.000 prigionieri politici, ha segnato la più grande sconfitta e un grande disonore nella storia del regime clericale. È stata una mossa frettolosa verso l’epurazione e l’eliminazione delle fazioni interne con l’obiettivo di consolidare il potere nella sua fase finale. Solo la paura del regime per le rivolte e il declino politico del leader supremo possono spiegare l’ascesa di Raisi, lo scagnozzo del massacro del 1988.

La signora Rajavi ha aggiunto: “La nostra volontà e quella del nostro popolo possono essere riassunte in queste tre parole: libertà, democrazia e uguaglianza. Alla comunità internazionale chiediamo di riconoscere la lotta del popolo iraniano per rovesciare questo regime e di riconoscere questi tre concetti. Vogliamo che siano consegnati alla giustizia il leader supremo dei mullah, Ali Khamenei, il suo presidente Ebrahim Raisi, il suo capo della magistratura Gholam-Hossein Mohseni Eje’i e altri responsabili del massacro del 1988 con l’accusa di avere commesso crimini contro l’umanità e genocidio. Esortiamo il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a predisporre il perseguimento internazionale di Raisi come responsabile di crimini contro l’umanità e ad impedire la sua presenza alla prossima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il regime dei mullah non rinuncerà mai all’acquisizione di armi nucleari, all’esportazione del terrorismo e a provocare guerre nella regione. Pertanto, in quanto principale minaccia alla pace e alla sicurezza, deve essere soggetto a sanzioni internazionali ai sensi del Titolo VII della Carta delle Nazioni Unite”.

La presidente-eletta del CNRI ha notato che il regime clericale è in una situazione di stallo: uno scagnozzo è a capo del ramo esecutivo; un boia e famigerato torturatore di nome Eje’i è a capo del ramo giudiziario e un mullah assetato di sangue è al timone dell’intero regime. In effetti, la squadra di cannibali è ora al completo. La combinazione parla da sé e non servono altre prove per indicare che il regime è nella sua fase finale. Pertanto, nel prossimo periodo, l’ostilità e l’inimicizia tra il regime iraniano e la società si intensificheranno più che mai, così come il deposto Shah ricorse alla dichiarazione della legge marziale e alla nomina del generale Gholamreza Az’hari come primo ministro, ma ottenne un esito contrario alle sue aspettative.

La signora Rajavi ha affermato: “La nostra risorsa è la ribellione, la rivolta dell’esercito di giovani che sono scesi in piazza nel novembre 2019. E la nostra forza proviene da una rete nazionale di Unità di Resistenza che hanno lavorato incessantemente tutti i giorni dell’anno, e nel 2020 hanno raddoppiato il numero delle loro attività e operazioni rispetto all’anno precedente per rompere la maledizione della repressione”.

Ha aggiunto: “La Resistenza iraniana difende con un piano chiaro il diritto all’autonomia per tutte le minoranze etniche oppresse nel quadro dell’unità e dell’integrità territoriale dell’Iran, e alza la bandiera di giuste relazioni basate sul rispetto dell’indipendenza, della sovranità nazionale e dei reciproci interessi con i suoi vicini e con il mondo”.

Simultaneamente al Raduno, migliaia di iraniani hanno manifestato alla Porta di Brandeburgo di Berlino e in altre 16 capitali e altre città, tra le quali Parigi, Washington, Londra, Amsterdam, Stoccolma, Oslo, Vienna, Roma e Ginevra. Tutte le manifestazioni erano collegate in diretta con il Raduno.

Hanno tenuto discorsi al Raduno Janez Janša, Primo Ministro della Slovenia, Mike Pompeo, Segretario di Stato degli Stati Uniti fino al gennaio 2021, Donna Brazile, presidente del Comitato Nazionale Democratico degli Stati Uniti nel 2016-2017, Stephen Harper, ex Primo Ministro del Canada (2006-2015), Franco Frattini, ex Ministro degli Esteri dell’Italia (2008-2011), Pandeli Majko, già Primo Ministro dell’Albania, Amb. Giulio Terzi gia ministro degli esteri dell’Italia ( 2011-2013 ) decine di legislatori di primo piano degli Stati Uniti sia del Partito Democratico che del Partito Repubblicano, fra i quali i senatori Robert Menendez, Ted Cruz, Roy Blunt, Ben Cardin e i membri della Camera dei Rappresentanti Kevin McCarthy e Hakeem Jeffries, il generale James Jones, consigliere per la Sicurezza nazionale del Presidente Obama, e diversi ex ministri europei, fra i quali ex ministri degli Esteri di Francia e Polonia ed ex ministri della Difesa di Regno Unito e Francia, nonché il leader del Partito Popolare Europeo, il maggiore in Europa.

 

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)

10 luglio 2021

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