Già 800 morti nel Mediterraneo!

 “ Già 800 morti nel Mediterraneo! Non è possibile rimanere impassibili senza trovare immediate soluzioni,” scrive Abbati, presidente dell’AITEF, ai Presidenti on. dott.ssa Ursula von der Leyen, on. dott. David Sassoli, prof. Mario Draghi e ai Ministri                                          on. le Luigi De Maio  e on. Andrea  Orlando.                                                                                                                                                                   

Signora Presidente ha dichiarato al Parlamento Europeo: «Il Mediterraneo è diventato una delle frontiere più letali al mondo. In mare c’è l’obbligo di salvare le vite. Nei nostri trattati e nelle nostre convenzioni c’è l’obbligo legale e morale di rispettare la dignità di ogni singolo essere vivente. L’Unione europea deve difendere questi valori, dobbiamo salvare le vite, dobbiamo ridurre l’immigrazione irregolare, dobbiamo lottare contro i trafficanti e gli scafisti, dobbiamo tutelare il diritto all’asilo e dobbiamo migliorare la condizione dei profughi per esempio attraverso i corridoi umanitari. Proporrò un nuovo patto che comprenda anche una riforma di Dublino e un rafforzamento delle guardie di confine e la guardia costiera……»”

Ancora: «Voglio più giustizia e equità per i giovani. Il nostro compito è realizzare i loro obiettivi.»

Condividiamo e auspichiamo l’attuazione e  provvedimenti immediati!

Non aggiungo altro. continua Abbati Trascrivo quanto dichiarato dal Presidente Mattarella a Parigi.

“La politica migratoria rimane un vulnus recato alla coscienza europea. Alla pandemia abbiamo saputo dare una risposta comune, alla crisi economica altrettanto. Alle migrazioni, ovvero al tema che in grande misura oggi interpella i nostri valori, al tema che più di altri mette in gioco la nostra capacità geopolitica e la nostra visione del mondo, non siamo ancora riusciti a dare una risposta adeguata, efficace e comune.

I flussi migratori vanno regolati e governati, affinché siano rispettosi delle comunità di accoglienza e dei migranti, cancellando l’odioso traffico che criminali senza scrupoli hanno imbastito sulla loro pelle. La pressione che avvertiamo – in tutto il mondo e non soltanto alle frontiere d’Europa – è il risultato delle grandi differenze nella distribuzione del benessere tra i continenti, dell’ampia diversità dei tassi demografici, dell’impatto dei cambiamenti climatici; ma è anche il prodotto di decenni di omissioni, conflitti, diseguaglianze.

In una frase: del mondo che abbiamo contribuito come europei a plasmare e del quale rechiamo ampia responsabilità. Donne, bambini, uomini in fuga, difficilmente possono essere individuati come un nemico. Già all’epoca della Seconda guerra mondiale l’indifferenza, se non la aperta ostilità verso i profughi che bussavano alle frontiere, caratterizzò una stagione che sarebbe stata segnata da crimini efferati, dei quali l’umanità non deve perdere il ricordo.

Da lì nacque la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, con validità, appunto, universale. Essa chiede a tutti i protagonisti della vita internazionale di rispettarli e, prima di essere rigorosi nel reclamarne il rispetto da parte degli altri Stati, di onorarne per primi i principi, a partire dai diritti dei migranti.

Dotarsi di una politica dell’immigrazione e dell’asilo all’altezza dei valori che sono alla base del progetto di integrazione europea costituisce un obiettivo primario per la stabilità e per la stessa coesione dell’Unione oltre che per poterci confrontare con i Paesi della regione in maniera credibile.

Se vogliamo che questa nostra Europa continui ad assicurare prosperità e benessere dobbiamo provvederci di una strategia dell’accoglienza – sostenibile ma concreta – in sintonia con le complesse sfide dell’oggi.

Abbiamo bisogno di una politica dell’immigrazione che proietti stabilità intorno a noi, che contribuisca a riassorbire le tensioni e a dare una spinta allo sviluppo dei nostri vicini, in particolare per quanto riguarda il Continente africano, che già da tempo dovrebbe essere visto – prima di ogni altra considerazione – come un partner per l’Unione…..

Signori Presidenti e Ministri sono bambini, donne, giovani che scappano in cerca di un lavoro, una nuova patria…. invece trovano la morte.  Siamo colpevoli!

E’ urgente decidere: programmi di accoglienza e formazione in Africa.

Attrezzare, con l’aiuto dell’Onu, punti di accoglienza e
organizzare corsi di formazione e garantire a chi li frequenta l’ingresso in Europa, a chiamata!
                                                                                                                                       

Da tempo questa Associazione ha invitato il Ministero del Lavoro (e le Regioni) a organizzare corsi di formazione sia in Africa sia in Italia.

L’Europa dovrebbe indicare i bisogni priorità e predisporre dei corsi che i Ministeri del lavoro devono organizzare.

Non diamo indicazioni anche se è scontata quella dell’agricoltura in considerazione che esistono centinaia di ettari abbandonati alcuni di proprietà pubblica; non è l’unico settore da incentivare.

Un aspetto fondamentale: dobbiamo convincere gli Europei: accogliere è solidarietà e una grande opportunità.

L’Europa deve organizzare corsi e invitare gli Stati ad accogliere i giovani che hanno seguito i corsi.

C’è bisogno di manodopera, ci sono borghi abbandonati e terre incolte!

Vedere tanti immigrati ospiti che circolano senza fare nulla è un errore da correggere, vanno impegnati nelle tante strutture pubbliche ove vi è carenza del personale, per ridurre la protesta  e accelerare l’integrazione

L’Aitef suggerisce che gli immigrati che ricevono somme o aiuti a qualsiasi titolo debbano assicurare una prestazione lavorativa.      

È immorale ed antieducativo elargire somme a coloro che vengono in Italia e non fanno nulla per la Comunità. E’ indispensabile imporre una prestazione lavorativa!

Per equità e non solo bisogna ricordarsi degli Italiani indigenti!

La situazione attuale è una vergogna!  

Insensibilità e disprezzo del valore della vita!  Non possiamo assistere e continuare a rinviare e registrare naufragi e morti!  Finora solo campi di accoglienza per svernare!

Disastri annunciati!!                                                                                         

Non si può rinviare più la soluzione va trovata presto!     

E’ indispensabile, fermare i viaggi della morte, organizzati da pregiudicati  e assassini!

E’ ora di bloccarli, fermarli e punirli!

Infine un appello: attuare la macroregione europea del Mediterraneo  pensata  già nel 2010, non è stata ancora attuata; nella risoluzione del Parlamento europeo del giugno 2012 si auspicava la realizzazione anche per ridurre l’esodo dei migranti.

Sono trascorsi  nove anni! Peccato!                                         

L’AITEF insieme all’Aiccre Puglia, all’Associazione Europea del Mediterraneo, all’MFE della Puglia  operano da anni per sollecitare l’attuazione delle Macroregioni Europee del Mediterraneo molto utile anche per consolidare i rapporti di amicizia, solidarietà e uscire dalla crisi e per costruire l’Europa dei popoli.

Invano. Tutto fermo; da anni sono state effettuate le altre 4 Macroregioni pur chiesta da tanti Paesi, ben 43, sin dal 2008,. Peccato!      

Perché attendere ancora? Conclude Abbati AITEF

Il Mediterraneo ritornerà un mare che unisce, portatore di pace e solidarietà e l’Europa protagonista!

Confido molto nella Sua iniziativa e dell’Europa!

Con preghiera di diffusione grazie Cordiali saluti

Giuseppe Abbati

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