Lettera al commissario per il Piano di rientro Guido Longo

Lettera al commissario per il Piano di rientro Guido Longo

Egregio commissario,

all’ospedale di Cosenza i medici hanno proclamato lo stato di agitazione. Dopo un anno e mezzo di pandemia che ha messo in risalto le piaghe della sanità regionale, la Calabria necessita di aiuti concreti e ‘pulizia’ in ogni suo settore. La sanità regionale è stata gestita finora da diversi commissari ad Acta e da sub commissari che hanno occupato poltrone e ricevuto consistenti compensi per riequilibrare i conti e migliorare l’offerta sanitaria. Ma, mentre i compensi sono stati regolarmente percepiti dai componenti della struttura commissariale, la contabilità e i servizi sanitari sono enormemente peggiorati, basti pensare alle pessime condizioni in cui versano gli ospedali calabresi e la rete territoriale, alla carenza atavica di personale sanitario e alla mancata attuazione del piano Covid.

 E se lo sfacelo, vissuto sulla pelle dei calabresi, è sotto gli occhi di tutti, lo stesso non può dirsi dell’operato dei vari commissari, di cui non è dato sapere ciò che hanno fatto in questi anni, a parte una marea di Decreti senza precedenti. Nessuno è a conoscenza, infatti, della reale consistenza del disavanzo sanitario dal 2010 ad oggi: pare non esistano carte ufficiali che lo certifichino, pare che i bilanci siano fermi al 2014, pare che nessuno se ne sia accorto fino a qualche mese fa, quando la Corte dei Conti ha dichiarato che non esiste un prospetto contabile degli ultimi sei anni. Possibile che nessuno sapesse tra commissari, consiglieri, assessori, dirigenti, presidenti di regione? Perché non si sono mai posti il problema della mancanza dei bilanci?

Occorre, poi, ricordare anche le verifiche del Tavolo Adduce e i controlli periodici dell’advisor Kpmg, ben retribuito dai calabresi, di cui non si è mai avuta alcuna notizia. Kpmg, infatti, avrebbe dovuto controllare nello specifico l’Asp di Reggio Calabria, ma è dovuta arrivare la Guardia di Finanza per aprire un’inchiesta. Ora è sciolta per mafia, ma ci chiediamo cosa abbia fatto l’advisor in tutti questi anni.

 

Per questi motivi, vorremmo delle risposte alle domande che le poniamo: Chi ha fatto cosa? A quanto ammonta oggi il debito sanitario? A quanto ammontava nel momento in cui la sanità calabrese è stata commissariata? Quanti milioni sono giunti in Calabria in questi anni per la sanità? Quanto è stato realmente speso e come? Quante risorse sono confluite nella sanità privata? Perché si decise di sopprimere 18 ospedali per sostituirli con tre grandi nuove strutture da realizzare in project financing con aziende lombarde? Quali le commistioni tra la sanità e le organizzazioni criminali? Saranno mai identificati e puniti i responsabili di questo disastro?

 

Comitato Nuovi Orizzonti

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