In questi giorni i media nazionali e internazionali trattano unicamente due argomenti: vaccini e calcio.

In questi giorni i media nazionali e internazionali trattano unicamente due argomenti: vaccini e calcio. Tutto il resto, come ad esempio i disagi psichici collettivi provocati da quasi due anni di  lockdown, le migliaia di piccole aziende costrette a chiudere, la massiccia immigrazione dell’Africa sul territorio europeo, o peggio ancora, gli effetti collaterali dei “vaccini” sperimentali sulla popolazione, sembrano quasi non esistere. Le due gettonatissime focalizzazioni mediatiche, vengono sciorinate alle masse senza apparente correlazione. In realtà, il calcio dato in pasto al popolino frustrato, funge da ammortizzatore sociale ad una situazione economica finanziaria e “psicologica” che rischia di diventare esplosiva. L’uomo, spiegano l’antropologia e l’etologia, è un animale sociale che necessita, se non gratificato, di scaricare frustrazioni, istinti, bisogni repressi e sensi di impotenza. Necessità che, se non soddisfatte, generano rabbia e violenza.  Non a caso, le società primitive si erano dotate di efficienti ammortizzatori sociali ludici, in grado di canalizzare frustrazioni e angosce collettive. Nell’impero romano con i gladiatori e i cristiani sbranati. Nei tempi “pandemici” con una certa tolleranza per la prostituzione, per le droghe leggere, l’alcool, il gioco d’azzardo e principalmente con il Dio calcio. Divinità sportiva seconda solo all’oracolo  massimo sanitario Sua Santità Vaccino anticovid-19.

Gianni Toffali

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