Il team del karate azzurro per le Olimpiadi di Tokyo tra emozione e senso di responsabilità

Il team del karate azzurro per le Olimpiadi di Tokyo tra emozione e senso di responsabilità
Roma, 21 giugno 2021 – Come ormai sappiamo, dopo l’ultimo tassello del Preolimpico di Parigi, la squadra che rappresenterà l’Italia del karate alle Olimpiadi di Tokyo 2020 è completa. I nostri alfieri saranno Viviana Bottaro e Mattia Busato per il kata individuale femminile e maschile, il capitano Luigi Busà (-75 kg), Angelo Crescenzo (-67 kg) e, ultimo innesto, Silvia Semeraro (+61 kg) per il kumite. Cinque atleti dal palmarès di altissimo livello internazionale che, insieme, contano 3 ori, 3 argenti e 4 bronzi ai Campionati del Mondo e 7 ori, 7 argenti e 15 bronzi ai Campionati Europei.

“La Federazione Italiana è molto soddisfatta per i cinque atleti qualificati alle Olimpiadi – ha commentato il Consigliere Federale Davide Benetello – Tutta la Direzione Tecnica Nazionale ha lavorato intensamente e con ottimi risultati in questi tre anni. Sappiamo che le Olimpiadi saranno una gara molto difficile perché ci sono gli atleti migliori al mondo ma sappiamo anche che i nostri cinque sono assolutamente fra i migliori al mondo nelle rispettive categorie.”

Silvia Semeraro è stata l’ultima azzurra ad aggiungersi al team olimpico, grazie alla splendida gara disputata a Parigi che ha commentato, a caldo, così: “È una grandissima emozione, sono ancora incredula, sto ancora sognando e voglio continuare a sognare. Questo è solo l’inizio e spero di portare a casa una bella medaglia da Tokyo. È lì che tireremo le somme. Spero non sia l’ultima partecipazione del karate alle Olimpiadi, ma il fatto che sia la prima volta mi ha sicuramente dato ancora più stimoli per dare tutto e andarmi a prendere questa partecipazione. Voglio ringraziare tutti, la Federazione e tutto lo staff della nazionale, il mio gruppo sportivo, la Polizia di Stato Fiamme Oro, che mi supporta sempre e tutte le persone che hanno sempre creduto in me.”

Gli altri quattro, invece, si sono ufficialmente qualificati già da tempo grazie alla posizione nel ranking mondiale. È stato un percorso lungo, difficile e pieno di ostacoli, come ci hanno raccontato, ed ora la concentrazione, l’emozione e il senso di responsabilità sono fortissimi. Ascoltiamo, dunque, le loro parole.

Viviana Bottaro: “Il metodo di qualificazione era veramente devastante: una ranking ristretta e un torneo di qualificazione secco, che è sempre un terno al lotto. C’è un po’ il rammarico perché in ogni categoria ci sono atleti fortissimi che meriterebbero le Olimpiadi. Noi cinque, però, siamo una bella squadra e ne sono molto orgogliosa. Per quanto riguarda la preparazione, ci aspettano giorni molto intensi e io sono molto emozionata. Non vedo l’ora di attraversare questo periodo preolimpico e siamo tutti gasati.

La mia aspettativa è di godermi quel giorno, fare bene e divertirmi. Per noi del karate è un’occasione unica nel vero senso della parola. Mi sento la responsabilità di rappresentare la nazionale e tutto il movimento del karate. Ho la fortuna e il privilegio di partecipare, cosa che i campioni prima di me non hanno potuto fare. In base alle nostre qualità abbiamo tutti, sicuramente, la possibilità di fare bene e di fare medaglia. Quel giorno sarà magico e mi auguro di dare tutta me stessa al meglio”.

Mattia Busato: “È stata sicuramente una lunga attesa, le gare in questo percorso sono state davvero tante e ho utilizzato questo tempo per aggrapparmi il più possibile alle mie sicurezze. So che se riesco a fare ciò che ho in mente verrà fuori una grande gara. Siamo in cinque, conosco bene tutti e cinque, tutti dei grandi lavoratori, molto umili ma anche molto eclettici, secondo me se ne vedranno delle belle. Questi quattro anni sono stati pieni di difficoltà, ma insieme alla Federazione e al gruppo sportivo dell’Esercito nel quale sono cresciuto, rimanendoci vicini, siamo riusciti a risolvere tutti i problemi e conquistare la qualificazione”.

Angelo Crescenzo: “Gli allenamenti si stanno intensificando sempre di più. Nulla si può lasciare al caso. Allo stesso tempo, questi giorni in cui ho commentato le finali del torneo olimpico tante emozioni mi hanno stimolato e l’atmosfera olimpica già si sentiva. Sono emozionatissimo e non vedo l’ora di partire. Cinque atleti su otto è l’ennesima dimostrazione della forza, a livello internazionale, dell’Italia in questo sport. Sono sicuro che ognuno di noi può aspirare alla medaglia se non, addirittura, alla medaglia d’oro. Abbiamo tutti palmarès molto importanti, ci stiamo molto vicini, ci sentiamo spesso e stiamo tutti lavorando al meglio. Partiremo anche in raduno così da poter lavorare insieme come abbiamo sempre fatto in questo percorso di qualificazione e sono certo che l’Italia si farà valere come può e deve. Vorrei ringraziare tantissime persone con cui ho condiviso questo percorso. Tra le più importanti, da un lato sicuramente la Federazione, tutto lo staff e il mio coach Nello Maestri che mi ha seguito in quest’ultima parte di qualificazione; dall’altra parte l’Esercito e la mia società Shirai Club S. Valentino che ogni giorno ha contribuito a portare avanti questo progetto. Inoltre, un ringraziamento speciale ad una persona che mi è stata costantemente vicino, il capitano Luigi Busà, con cui ho condiviso tutto il percorso a partire da Berlino 2018, vivendo insieme sia le sconfitte che le vittorie. Una persona come lui, con la sua storia, mi ha aiutato sicuramente tanto”.

Luigi Busà, il cui curriculum parla da solo, è rimasto di poche parole. Poche, sì, ma molto determinate: “Abbiamo tutti grandi possibilità di fare bene. Non voglio dire altro, ci vediamo sul tatami di Tokyo dal 5 al 7 agosto”.

Insomma, la carica è tanta e le speranze di fare bene possono diventare una realtà, vista la forza e la determinazione dei nostri campioni. Un pensiero, da parte di tutta la squadra e di tutti noi, va agli azzurri che non sono riusciti per un soffio a conquistare quella che sarebbe stata una meritata partecipazione ai Giochi. Lo facciamo con le parole di Davide Benetello: “Purtroppo, Sara Cardin, Laura Pasqua e Michele Martina non sono riusciti a qualificarsi. Il Preolimpico è una gara davvero complicata e tutti avrebbero meritato un pass, sia per l’impegno che per la qualità tecnica dimostrata durante tutto il percorso. I numeri del karate sono molto limitati per Tokyo e, probabilmente, in altri sport avrebbero preso il pass molto più facilmente. Ma questo è lo sport e queste sono le regole del momento. Tramite la rappresentanza continentale e le wild card, destinate ai piccoli comitati olimpici nazionali, dunque di certo non a noi, non ci sono più possibilità. Il team è al completo. Sicuramente gli atleti che non si sono qualificati hanno un focus per Dubai perché il Campionato del Mondo è dietro l’angolo, è importantissimo e ci teniamo ad avere una nazionale competitiva. Le Olimpiadi sono purtroppo dedicate a una piccola schiera ma il Campionato del Mondo darà serenità anche agli altri che avranno un appuntamento importante. Le selezioni sono aperte e lavoriamo già per mantenere alta l’attenzione anche per Dubai”.

Tornando alle Olimpiadi, ora inizia la preparazione dei nostri cinque alfieri, come ci ha raccontato, in chiusura, ancora Davide Benetello: “A livello di preparazione, ci sarà sicuramente un periodo di lavoro in Italia, bisogna decidere se a Ostia o in qualche località montana dove il clima ci permette di stare più freschi e stressare meno il fisico, per poi andare a Gotenba. Qui ci sarà una delegazione italiana più ampia perché, chiaramente, gli atleti qualificati hanno bisogno degli sparring. Poi soltanto Luigi, Mattia, Viviana, Silvia e Angelo andranno al villaggio olimpico di Tokyo, poco prima del loro ingresso al Nippon Budokan”.
Italia d’oro con Savita Russo a Parenzo e Carolina Costa a Warwick

La medaglia d’oro di Savita Russo (57), quella d’argento di Eleonora Giusti (70) ed i quinti posti di Gaia Stella e Stefania Solina (57) hanno arricchito il palmares dell’Italia nella seconda giornata dell’European Cadet Cup a Parenzo (369 atleti, 27 nazioni), concludendo la manifestazione al secondo posto nel medagliere per nazioni.

Qui il REPORT della prima giornata ed i RISULTATI COMPLETI.

“È una squadra che fa ben sperare -ha commentato per lo staff tecnico Alessandro Comi- abbiamo conquistato la bellezza di 10 medaglie che con 7 quinti posti significano diciassette atleti nel final block di questa “prima” del circuito internazionale cadetti.

Ripartiamo da dove ci eravamo fermati 16 mesi fa: da una parte la consapevolezza che i nostri settori giovanili godano di ottima salute, dall’altra la certezza che si possa fare anche meglio e questo al netto delle difficoltà che questi mesi di stop ci hanno lasciato.

Ripartire non è stato affatto facile per i ragazzi che abbiamo visto sul tatami: rimettersi in gioco a questo livello non è scontato e non sempre sono riusciti ad esprimersi come avrebbero voluto, consci di non essere ancora al meglio dopo il lungo periodo senza gare; d’altro canto questa ripartenza non è stata facile nemmeno per i club, né per le famiglie: la nostra Commissione è consapevole degli sforzi che ciascuno sta facendo per permettere a questi ragazzi di dare il massimo e di raggiungere i propri obiettivi, è pertanto doveroso un ringraziamento a tutti loro a cui vanno i  meriti di questi ottimi risultati.

Insieme all’ottima prestazione, rientriamo in Italia con l’entusiasmo che solo atleti di questa età sanno regalare: hanno affrontato con responsabilità ed ironia la fatica delle restrizioni dovute ai regolamenti anti-Covid, trasformando i limiti nella possibilità di essere una squadra compatta dentro e fuori il tatami.

Il percorso di avvicinamento ai Campionati Europei che si svolgeranno a Riga tra due mesi prosegue con le tappe di Teplice e Bucarest nel mese di luglio”.

E se i cadetti si sentono ampiamente soddisfatti, è gioia vera e propria quella provata da Carolina Costa a Warwick, in occasione del Grand Prix dell’International Blind Sports Federation, ultima opportunità per ottenere punteggio per la classifica mondiale che qualifica ai Giochi Paralimpici a Tokyo. L’impegno e le capacità di Carolina Costa e dello staff azzurro sono stati premiati della medaglia d’oro nella categoria +78 kg.

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