PAV – Parco Arte Vivente
presenta
PAV_HERBARIUM Andrea Caretto / Raffaella Spagna
una nuova installazione si aggiunge al Village Green,
la collezione permanente delle opere presenti nel parco del PAV
INAUGURAZIONE
giovedì 24 giugno 2021, ore 18.00
ingresso gratuito
PAV – Parco Arte Vivente
via Giordano Bruno 31, 10134, Torino | www.parcoartevivente.it
Giovedì 24 giugno 2021, alle ore 18, il PAV Parco Arte Vivente presenta PAV_Herbarium, nuova installazione di Andrea Caretto / Raffaella Spagna, che si aggiunge a Village Green, la collezione permanente delle opere presenti nel parco.
L’installazione si configura come uno spazio creato ad hoc per catalogare e conservare le specie botaniche raccolte attraverso pratiche collettive condotte dagli artisti sin dall’avvio del progetto PAV e, da allora, sempre in continuo aggiornamento.
Il processo di catalogazione delle piante pioniere avviato con Colonizzazione 01, azione collettiva di vita e lavoro in uno spazio interstiziale (2006), prosegue in ordine cronologico con Back&Forward_Colonizzazione 02, azione collettiva di vita e lavoro in uno spazio di resistenza (2013), entrambi workshop condotti dagli artisti. Per creare, lungo il tempo, una selezione ragionata dei materiali costitutivi dell’erbario, la raccolta delle varietà botaniche continua, sempre in forma di workshop partecipativi condotti da Caretto e Spagna, con altre tappe importanti. Come la realizzazione dell’installazione Libera Scuola del Giardino – nata nel 2015 con la partecipazione di myvillages/Wapke Feenstra – un orto-giardino dove vengono coltivate erbe officinali e aromatiche da trasformare in preparati e multipli d’arte numerati, e ancora con Epiderma (2016) ed Herbarium (2018), ennesime azioni collettive di raccolta delle specie vegetali presenti nel parco.
All’interno dello spazio dedicato a Pav_Herbarium il pubblico del PAV potrà avere accesso a 50 campioni vegetali selezionati fra le numerose specie di piante spontanee presenti nel parco, insieme a libri in consultazione ed una collezione di materiali naturali, oggetti e piccole sculture. Oltre alle specie esposte, l’installazione comprende anche un erbario digitale per approfondire in modo esaustivo la conoscenza delle specie sin qui catalogate.
La raccolta di piante, pressate ed essiccate, è organizzata rispettando i metodi di classificazione ed i codici classici della nomenclatura botanica. Ogni specie è identificata attraverso il suo nome scientifico latino. Ma è sufficiente sapere il nome di una pianta per poter dire di conoscerla? L’atto di nominazione è un modo per discernere e conferire identità all’Altro vegetale, ma di per sé non è sufficiente ad abbracciare la complessità del mondo delle piante.
Una galassia di significati trasversali espande la rigida griglia classificatoria dell’erbario a comprendere informazioni che rinviano a somiglianze formali ed associazioni analogiche, ma anche a simbiosi mutualistiche con altre specie, usi etnobotanici, ecc.; conoscenze che si depositeranno nel tempo sui fogli delle 50 tavole botaniche e nell’archivio digitale, attraverso un processo collettivo di costruzione di conoscenza che arricchirà nel tempo i contenuti dell’installazione.
La sua struttura è concepita come un organismo in crescita e trasformazione, predisposta per accogliere attività laboratoriali e formative, ma anche piccole esposizioni temporanee di altri artisti la cui ricerca interseca l’esplorazione del mondo vegetale.
L’ambiente dello spazio espositivo è stato predisposto dall’architetto Emanuele Cavallo, che ha applicato un isolante termico in canna palustre e rivestito le superfici con un intonaco in terra cruda al fine di creare il microclima adatto alla conservazione dei campioni naturali.
L’opera è un’importate formalizzazione della ricerca storica e naturalistica messa in atto dal PAV, con l’intento di diventare parte del patrimonio comune della collettività, oggetto di studio e approfondimento continuo.
L’installazione Pav_Herbarium è realizzata con il supporto del Ministero della Transizione Ecologica e Solidale francese, nell’ambito del progetto The Table and the Territory – food, sustainability and art projects in Europe co-finanziato dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea.