Appello di Foti e Tancredi (Attiva Sicilia) alla Commissione Paritetica Stato – Regione: “Faccia in modo che si acceleri l’iter per la piena applicazione dell’Autonomia Siciliana”
“Siamo convinti che oggi si è consumato un passaggio fondamentale che ci porta nella direzione della piena affermazione del principio dell’Autonomia. L’audizione All’Assemblea Regionale della Commissione Paritetica ci consente di avere finalmente quella interlocuzione istituzionale indispensabile affinché la Sicilia abbia riconosciuto i suoi diritti che derivano dalla Costituzione”.
La vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Angela Foti, e il deputato Sergio Tancredi (Attiva Sicilia) dopo aver partecipato all’audizione, hanno consegnato ai membri della Commissione Paritetica, Enrico La Loggia, Bruno Alicata, Raffaele Bonsignore e Felice Giuffrè un documento in cui sono espresse le criticità sinora incontrate nell’iter istituzionale che ha frenato l’applicazione totale del principio dell’Autonomia.
“La Commissione è composta da siciliani che conoscono le dinamiche politiche regionali e nazionali. Abbiamo chiesto loro un intervento urgente e risolutivo rispetto alla grave situazione economico-finanziaria in cui versa la nostra regione, per di più aggravata dalla significativa riduzione delle entrate di circa 300 milioni di euro.
La crisi economica generata dalla pandemia Covid-19 ha reso più evidente ed esasperato ciò che, in generale, per le regioni del Mezzogiorno è sempre stata una storica e tragica realtà, il nodo che nessun governo ha mai affrontato con la dovuta efficacia.
Una crisi, tra l’altro, che ha colpito la Sicilia in una fase di sostanziale stagnazione. Le analisi di medio-lungo periodo evidenziano una performance economica regionale deludente nel confronto europeo, soprattutto in ragione di una peggiore dinamica della produttività e dell’occupazione.
Ad aggravare la già precaria condizione dell’Isola, come rilevato dall’aggiornamento sull’economia siciliana pubblicato da Banca d’Italia nel mese di novembre 2020, gli effetti della pandemia e le conseguenze drammaticamente evidenti in tutti i settori dell’economia.
In particolare, i ricavi delle imprese si sono ridotti, in misura molto intensa per una quota rilevante degli operatori e i risultati reddituali attesi per l’esercizio corrente sono nettamente peggiori rispetto a quelli dell’anno scorso. Mentre, riguardo al sostegno alle minori entrate regionali imputabili alla pandemia, in Italia il Governo centrale si è limitato a stanziare per le Regioni circa 6 miliardi euro, in misura inferiore rispetto a quanto avvenuto in altri Stati europei”.
“Non è un mistero – aggiungono Foti e Tancredi – che si parli spesso di un’Italia a più velocità e a ciò si aggiunge che per troppi anni le difficoltà economico-finanziarie della Regione Siciliana sono state gestite attraverso soluzioni tampone, utili solo a fronteggiare le emergenze del momento. E’ giunto il tempo di invertire la tendenza, oggi più che mai le conseguenze del Covid-19 ci obbligano ad impiegare tempo e risorse nel migliore dei modi, senza procrastinare interventi risolutivi e strutturali e per tale ragione chiediamo con forza che venga portata a compimento l’annosa questione della mancata attuazione dello Statuto Siciliano.
La perdurante mancata piena applicazione dello Statuto Siciliano, infatti, riapre la dolorosa e ben più articolata vicenda che riguarda il divario tra Nord e Sud. Una diseguaglianza irrisolta che sembra celare la riluttanza dello Stato a riconoscere nei fatti ciò che è ampiamente riconosciuto della Costituzione Italiana e dai Trattati europei ovvero quel principio di coesione territoriale utile a rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti, nonché a garantire uno sviluppo omogeneo e armonioso su tutto il Paese. Un’Italia unita e libera deve poggiarsi sui dettami di equità e di pari opportunità tra zone diverse non solo morfologicamente ma ancor di più sotto il profilo socio economico”.
Nel documento gli esponenti di Attiva Sicilia hanno, inoltre, sottolineato la lista dei torti. “Le entrate pro-capite della Regione Siciliana sono nettamente più basse rispetto alle Regioni a Statuto Speciale, ovvero al pari delle Regioni a Statuto ordinario, nonostante le maggiori funzioni trasferite. Il contributo alla finanza pubblica è eccessivo, secondo solo alla Lombardia, che ha però quasi il doppio delle entrate. Ciò per evidenziare soltanto i punti più eclatanti che rappresentano uno sfregio ad ogni criterio di giusta ripartizione delle risorse. Ma potremmo aggiungere, per citare altre tematiche storiche irrisolte, la questione delle accise sui prodotti energetici immessi in consumo nel territorio regionale o l’applicazione dei principi comunitari relativi all’insularità e alla fiscalità di sviluppo”.
“L’appello che rivolgiamo a tutta la Commissione – concludono Foti e Tancredi – è di far sì che questa vicenda abbia la conclusione sperata in un tempo definito, che si possano nel più breve tempo calendarizzare i lavori e si eviti che la burocrazia possa costituire un alibi a copertura di eventuali mancanze della politica. La piena applicazione dell’Autonomia oggi rappresenta la vera àncora di salvezza della Sicilia, il presupposto per potere progettare uno sviluppo sostenibile, la speranza per le migliaia di giovani che intendono fornire il loro contributo alla crescita socio culturale dell’Isola”.