In Italia urlo da Nord a Sud il 16 giugno da parte di quanti affronteranno gli Esami di Maturità. Sì, hanno assunto altra impronta, lo sappiamo, ma mercoledì inizia ugualmente per tanti, ragazze e ragazzi, avvezzi tutti a prove di immagine, come la nostra società richiede, una prova di altro genere che dà ancora tensione. Viene a chiusura di un iter scolastico sbilanciato dai binari soliti, caratterizzato ancor più dalla condizione esistenziale di solitudine nel freno della normalità, di angoscia a causa di quell’infinitamente piccolo che ha sconvolto il mondo. E il mondo della giovinezza è apparso talora ancor più sconvolto dalle situazioni create dal Covid 19: è soprattutto la primavera della vita a possedere la ricchezza della vitalità. Noi non vogliamo lasciarci prendere dal ripetuto e sbandierato luogo comune di una giovinezza espressa nel nostro tempo da soggetti generalmente presi non da interessi positivi ma da devianze distruttive, da violenze gratuite: rappresenta, per buona sorte, una minoranza che solo per il rilievo che ha mette la maggioranza nell’ombra. Come una rondine, secondo l’antico adagio, non fa primavera, neppure una tempesta ce la sottrae, continuano ad essere sempre tanti i giorni di sole, così come i ragazzi e le ragazze che anelano di poter mettere a frutto le abilità della mente. Le quali, almeno quelle che riguardano la fluidità intellettiva, sono di grande consistenza, a quel che rilevano le neuroscienze, proprio nella fascia d’età della giovinezza. Vanno valorizzate offrendo a chi quelle abilità possiede la possibilità di mettere a frutto il potenziale, in taluni è anche oltre misura. La Scuola può fare molto non solo andando incontro ai soggetti cosiddetti ‘fragili’, che hanno diritto ad apprendere tutto quanto è nelle loro possibilità di apprendimento, anche potenziando le doti maggiori delle quali altri soggetti sono provvisti, e ciò per evitare che in un cammino cognitivo per loro poco incentivante e quindi scarsamente gratificante non vadano quelle scemando. Quanti sono nati nei primi anni di questo secolo, non meno problematico del precedente, stanno per affrontare gli Esami di Maturità, vale a dire la loro prima significativa prova. Avviene dopo un percorso scolastico negli ultimi due anni portato perlopiù avanti con una nuova forma di didattica, nel mentre vivevano anche un clima che proprio sereno non era, di chiusura a causa dell’incombente aggressione del virus. Nonostante ciò, si sono generalmente impegnati, altrettanto hanno fatto i docenti andando alla ricerca di varie strategie di comunicazione del sapere per suscitare interesse. Non hanno contato le ore di impegno: l’insegnamento è missione che non richiede di contarle. E diciamo che per quanti sosterranno gli Esami di Maturità non è il caso di fare raffronti con i maturandi ante ’68, con un mondo allora sotto ogni aspetto totalmente diverso. Il nuovo presenta peculiarità dalle quali si potranno trarre pure buoni frutti. Saranno validi non solo per i giovani anche per la terra di loro appartenenza, se si farà in modo che vengano prodotti qui, in una vigna da non lasciare inaridire per scarsità d’acqua, idest delle risorse necessarie a che le abilità della mente possano essere messe in opera e produrre frutto. Si inizi a meditare sul valore della conoscenza, della ricerca, sul bene che può produrre ricchezza. Intanto ai maturandi un ‘crepi il lupo’ in ogni senso!
Antonietta Benagiano