Vi fidate di KimIong-un? E di Aliyev?
La Corea del Nord, nella speciale classifica di reporter senza frontiere sulla libertà di informazione nel mondo (Freedom press index) si colloca al 180° posto su 180 nazioni.
Non c’è che dire, un bel primato. Non deve essere piacevole vivere in un Paese privo di democrazia, dove vige una sola informazione a senso unico. Tutti ad applaudire freneticamente il caro leader. Vi fidereste voi della propaganda di regime? Certo che no…
Non vediamo dunque le ragioni per le quali ci dovremmo fidare di quanto dichiara il regime di IlhamAliyev, il cui Paese – nella citata classifica internazionale – occupa il 168° posto, solo dodici scalini sotto quello di Kim Jong-un.
La propaganda azera, come abbiamo avuto modo di scrivere già altre volte, accusa la piccola Armenia di tutti i possibili crimini. Non è da meno l’ultimo intervento di tale GazanfarPashayev che reclama la consegna delle mappe dei campi minati del Nagorno Karabakh e imputa all’Armenia persino la prima guerra degli anni Novanta che, come è noto, fu anche essa scatenata dagli azeri poco refrattari al rispetto del diritto internazionale e del dialogo.
Secondo consolidata prassi, la propaganda azera scaglia il sasso e poi accusa il nemico. Distrugge monumenti, chiese e opere d’arte armene e poi incolpa gli avversari. Cattura duecento soldati e civili armeni dopo la tregua del 9 novembre e li chiama “terroristi e sabotatori” mandandoli a processo a Baku; invade territori della repubblica di Armenia violando il confine di uno Stato membro ONU.
Ma, non pago di tutto ciò, poi incolpa gli armeni per la mancata consegna di mappe dei campi minati che probabilmente neppure esistono perché in quei territori si è combattuta nove mesi fa una guerra con tutto quel che ne è conseguito.
Cominciassero gli azeri a consegnare i prigionieri di guerra illegalmente detenuti invece di fare la morale all’Armenia e al mondo.
Consiglio per la comunità armena di Roma