Educazione: Save the Children accoglie con soddisfazione l’impegno dell’Italia per un contributo quinquennale di 25 milioni di euro alla Global Partnership for Education

Educazione: Save the Children accoglie con soddisfazione l’impegno dell’Italia per un contributo quinquennale di 25 milioni di euro alla Global Partnership for Education

L’annuncio oggi dalla Vice-Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale del Governo Italiano Marina Sereni nel corso di un importante webinar sul ruolo delle partnership multistake-holder nel promuovere l’educazione globale e promosso da Save the Children in collaborazione con la GPE e la Campagna Globale per l’Educazione in Italia

In occasione del webinar promosso da Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, in collaborazione con la Campagna Globale per l’Educazione- Italia (GCE) e la Global Partnership for Education (GPE), l’Italia ha annunciato oggi ufficialmente il suo impegno per l’ammontare di 25 milioni di euro nei prossimi 5 anni (2021-2025) come contributo del nostro Paese al rifinanziamento complessivo della Global Partnership for Education che sarà discusso al Global Education Summit in programma il 28 e 29 luglio 2021.

L’annuncio, che segna un incoraggiante incremento del 20% rispetto al precedente impegno del nostro Governo nell’ultimo ciclo triennale di rifinanziamento, è stato dato oggi dalla Vice-Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale del Governo Italiano Marina Sereni nel corso di un importante webinar moderato da Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, con la partecipazione di Alice Albright, CEO della GPE, Emanuele Russo, Coordinatore della GCE-Italy, dell’onorevole Marta Grande, membro del Parlamento Italiano, e di Ekin Ogutogullari, Direttore di Save the Children in Etiopia.

L’incontro è stato promosso al fine di richiamare la necessità, resa ancora più urgente dalla pandemia, di colmare il gap di finanziamenti all’istruzione per garantire l’accesso ad una educazione di qualità a tutte le bambine e i bambini del mondo, in particolare i più vulnerabili che sono esposti agli effetti drammatici della crisi. Secondo le stime di Save the Children, oltre 10 milioni di bambini rischiano infatti di non poter tornare a scuola e di aggiungersi così ai 258 milioni che già non avevano accesso all’istruzione prima della diffusione del virus. Un impatto drammatico particolarmente gravoso per le bambine, visto che solo in due terzi dei paesi hanno la stessa probabilità di accedere alla scuola primaria rispetto ai coetanei maschi, e molte sono costrette ad abbandonarla prima di passare al grado superiore. Un aspetto, questo, che trova risposta nell’impegno dell’Italia che ha destinato il 50% del contributo promesso alla Global Partnership for Education ad interventi per la promozione dell’accesso all’educazione di qualità delle bambine.    

“Accogliamo con grande soddisfazione questa notizia che conferma e rilancia l’impegno del Governo Italiano nel sostegno dell’Educazione come pilastro della Cooperazione allo Sviluppo, e vogliamo sottolineare in particolare il valore aggiunto di aver posto una priorità sull’accesso all’educazione delle bambine che sono maggiormente esposte al rischio di violenze, abusi e matrimoni precoci. Save the Children è impegnata in prima linea, anche con la Global Partnership for Education nella realizzazione di progetti di educazione in risposta alla crisi causata dalla pandemia. Chiediamo all’Italia di impegnarsi ora con forza in un ruolo di leadership nel promuovere il successo della conferenza del 28 e 29 luglio sul rifinanziamento della GPE” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia.

“Siamo fortemente convinti che investire nell’istruzione e soprattutto nell’istruzione delle ragazze significhi investire nel futuro dei Paesi e in società pacifiche, giuste e inclusive. l’Italia riconosce gli straordinari risultati raggiunti dalla Global Partnership for Education per garantire un’istruzione di qualità a milioni di bambini in tutto il mondo, soprattutto per quelli nei contesti più fragili e vulnerabili. Nonostante tutti i nostri sforzi, c’è ancora tanto da fare ed è per questo che l’Italia ha deciso di aumentare il proprio sostegno politico e finanziario alla GPE contribuendo con 25 milioni di euro per i prossimi cinque anni. Metà del nostro contributo sarà dedicato all’educazione delle ragazze in Africa, che è un’area prioritaria per la Cooperazione italiana” ha dichiarato Marina Sereni, la Vice Ministra degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Il contributo annunciato dall’Italia è una prima risposta al gap di finanziamento della comunità internazionale per il raggiungimento del quarto Obiettivo di Sviluppo Sostenibile, che punta ad un accesso all’educazione di qualità, inclusiva e per tutte le bambine e i bambini entro il 2030. Secondo le stime dell’Unesco, i finanziamenti annuali mancanti a livello globale per questo obiettivo rischiano ora di raggiungere i 200 miliardi di dollari, per effetto dei costi aggiuntivi relativi alla chiusura delle scuole a causa del Covid-19. Anche se la maggioranza dei fondi dovrebbe provenire dalle risorse nazionali, il contributo degli attori internazionali, come la GPE, è fondamentale per supportare i paesi a basso reddito nell’affrontare una crisi educativa di queste proporzioni.

“L’Italia è un partner di lunga data della GPE. L’aumento del contributo italiano alla campagna di rifinanziamento della GPE Raise Your Hand arriva in un momento critico per l’educazione globale. Milioni di giovani studenti non torneranno mai più a scuola a causa del Covid-19. Dobbiamo continuare a costruire sistemi educativi di qualità, forti e resilienti in grado di rispondere alle crisi future e di assicurare che tutti i bambini possano restare a scuolaha dichiarato Alice Albright, CEO della Partnership Globale per l’Educazione.

Un ruolo fondamentale nel raggiungimento dell’impegno concreto da parte dei paesi donatori a sostegno dell’educazione, come quello appena annunciato dall’Italia, va riconosciuto alla capacità della società civile di fare pressione perché questo impegno sia sempre maggiore e all’altezza di questa sfida, in particolare alla luce dell’impatto della pandemia.

“Non c’è successo a lungo termine nella promozione dei diritti umani che possa essere raggiunto senza uno sforzo congiunto tra la società civile e le istituzioni, e non c’è successo a lungo termine per l’essere umano che possa essere raggiunto senza l’educazione” ha dichiarato Emanuele Russo, Coordinatore della Campagna Globale per l’Educazione-Italia.

 

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