ACS porta nelle parrocchie italiane una
statua della Madonna profanata dall’ISIS in Iraq
Aiuto alla Chiesa che Soffre porta in Italia una statua della Beata Vergine oltraggiata e profanata dall’ISIS in Iraq. La scultura mariana, proveniente da Batnaya nella Piana di Ninive, sarà offerta alla devozione dei nostri fedeli. Si tratterà di un itinerario spirituale che avrà un’anteprima domenica 13 giugno a Giussano presso la Comunità Pastorale San Paolo ma che si svilupperà nelle parrocchie italiane dal 1° settembre agli inizi dell’Avvento 2021. Durante ogni tappa di questo percorso sacerdoti iracheni, in presenza oppure in videoconferenza, contribuiranno con la loro testimonianza affinché i fedeli possano apprendere dalla viva voce dei pastori locali i tragici eventi verificatisi al momento degli attacchi, la reazione della comunità cristiana locale e internazionale, la situazione attuale e le prospettive future.
«L’iniziativa consoliderà il legame fra le comunità cattoliche italiana e irachena, fisserà nella nostra memoria questa orribile pagina storica affinché non ne dimentichiamo le tante lezioni, rappresenterà un messaggio di perdono e riconciliazione», commenta Alessandro Monteduro, Direttore di ACS Italia. «Statue mariane orrendamente mutilate, icone di Cristo distrutte, immagini sacre usate per il tiro al bersaglio, tombe profanate, chiese, santuari, monasteri, case e negozi messi a ferro e fuoco, oltre ovviamente ai fratelli uccisi o feriti: è questa la scia di morte e odio lasciata dai jihadisti nella Piana di Ninive, in Iraq. La pacifica comunità cristiana locale fu brutalmente scacciata» ricorda Monteduro. «Durante la Messa celebrata lo scorso 7 marzo da Papa Francesco nello stadio iracheno di Erbil è stata esposta alla devozione dei fedeli un’analoga statua della Madonna le cui mani erano state mozzate dai terroristi. ACS, con il medesimo spirito, vuole che si faccia memoria delle sofferenze di un’intera comunità cristiana, simboleggiate dalla profanazione della statua di Batnaya, per consolidare la fede comune e per l’auspicata conversione dei persecutori».
Al terrore jihadista in questi anni si è contrapposta una risposta organizzata e duratura, coordinata dal Nineveh Reconstruction Committee e frutto dell’impegno delle Chiese locali e delle comunità cristiane internazionali. I benefattori di ACS hanno contribuito in modo rilevante all’opera di ricostruzione. Secondo gli ultimi dati disponibili, 9.176 famiglie sono tornate a casa, cioè oltre il 45% di quelle sfollate. Quasi il 57% delle abitazioni è stato ricostruito o ristrutturato.
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