Esce il 27 maggio la nuova edizione del romanzo “Docherty” dello scozzese William McIlvanney, edito da Paginauno e tradotto da Carmine Mezzacappa.
Straordinario racconto corale, “Docherty” è la storia di una famiglia di minatori scozzesi, ispirata a quella dell’autore: McIlvanney dimostra incredibile sensibilità nell’indagine psicologica, nella definizione dei personaggi e dei principi morali che li muovono, una scrittura più che raffinata e la capacità di raccontare con grande efficacia la vita della working class britannica del dopoguerra.
“Docherty” è un romanzo monumentale, un affresco indimenticabile e penetrante.
William McIlvanney, scomparso di recente, è stato autore prolifico, al suo attivo diversi romanzi e racconti, oltre che editorialista molto conosciuto e sostenitore dell’indipendenza della Scozia.
Cresciuto in una famiglia di minatori nel villaggio di Kilmarnock, ha potuto studiare grazie alla borse di studio stanziate per i figli delle famiglie proletarie, diventando così insegnante e autore conosciutissimo in patria.
In Italia è stato pubblicato da Giovanni Tranchida Editore e da Edizioni Paginauno, due episodi noir della sua “Trilogia di Glasgow” sono usciti con Feltrinelli.